
(AGENPARL) – Thu 22 May 2025 *Pollenzo, 22 maggio 2025*
*Prima edizione dei Dialoghi di Pollenzo: una nuova piattaforma
internazionale di riflessione sulla biodiversità e il futuro sostenibile*
*Carlo Petrini: “La narrazione dominante continua a presentare la
sostenibilità come un ostacolo all’economia. Ma non è più tempo di
compromessi: o rigeneriamo il nostro rapporto con l’ambiente, o la crisi
diventerà irreversibile” *
*Roberto Danovaro: *”*Restaurare gli ecosistemi è una delle azioni più
remunerative che possiamo intraprendere. Per ogni euro investito, il
ritorno può arrivare fino a quaranta. Ma serve un cambio di paradigma”*
Nel giorno in cui il mondo celebra la *Giornata Mondiale della Biodiversità*,
Pollenzo ha dato vita alla prima edizione dei *Dialoghi di Pollenzo*, una
nuova piattaforma culturale e scientifica ideata dall’*Università di
Scienze Gastronomiche* insieme alla *Fondazione Patto con il Mare per la
Terra*. Un evento che intende affermarsi come appuntamento annuale, punto
di incontro tra saperi umanistici, scientifici, istituzionali,
imprenditoriali.
*“Pollenzo come laboratorio di pensiero”*
Ad aprire i lavori è stato il Rettore *Nicola Perullo*, che ha evidenziato
come l’università debba essere “*luogo di relazioni e rigenerazione, dove
si riflette insieme a partire dai processi del cibo, per pensare una
visione ecologica della conoscenza e della società*”. Perullo ha ribadito
l’importanza di tenere viva la tensione etica e politica dell’accademia: “*La
biodiversità non è solo un concetto biologico, è un principio politico e
pedagogico*”.
*Carlo Petrini*, presidente dell’ateneo, ha offerto una riflessione critica
sullo scenario attuale: “L*a narrazione dominante continua a presentare la
sostenibilità come un ostacolo all’economia. Ma non è più tempo di
compromessi: o rigeneriamo il nostro rapporto con l’ambiente, o la crisi
diventerà irreversibile. Dobbiamo formare studenti che diventino attivatori
di questo cambiamento*”.
*Roberto Danovaro*, presidente della Fondazione Patto con il Mare per la
Terra, ha posto l’accento sulla concretezza economica e strategica della
biodiversità: “*Restaurare gli ecosistemi è una delle azioni più
remunerative che possiamo intraprendere. Per ogni euro investito, il
ritorno può arrivare fino a quaranta. Ma serve un cambio di paradigma. Le
aziende lo stanno capendo: dal carbon offset stiamo passando al
biodiversity offset*”.
A portare la voce delle istituzioni europee è stato l’europarlamentare*
Dario Nardella,* membro della Commissione Agricoltura e Sviluppo
Rurale: “*Pollenzo
rappresenta un nuovo umanesimo, dove l’uomo fa un passo di lato per mettere
al centro la terra. L’ecologia integrale è il cuore di una visione politica
e culturale nuova. Il Green Deal e il regolamento sul ripristino della
natura sono strumenti fondamentali, ma ancora ostaggio di scontri
ideologici. Dobbiamo superare questa polarizzazione e lavorare su valori
comuni*”.
Nardella ha inoltre sottolineato il ruolo strategico dell’agricoltura per
la biodiversità e la necessità di rinnovare profondamente il settore: “*Non
c’è tutela della natura senza il ruolo attivo dell’uomo. L’agricoltura, se
innovata e resa attrattiva per i giovani, può diventare leva di
sostenibilità. L’intelligenza artificiale e le nuove tecnologie sono
alleate, se ben regolate. L’agricoltore del futuro potrebbe essere un
perito informatico o uno scienziato*”.
Nel chiudere il suo intervento, Nardella ha lanciato un appello a partire
dalla quotidianità: “Cominciamo dalle mense scolastiche. Ogni giorno, in
Europa, milioni di pasti rappresentano l’unico pasto completo per molti
bambini. È lì che possiamo insegnare concretamente”.
*Voci scientifiche e accademiche: dalla terra al mare, dalle città
all’acqua invisibile*
*Gianfranco Bologna*, direttore scientifico del WWF Italia e membro storico
del Club di Roma, ha ricordato che “*Non c’è sostenibilità senza
biodiversità. E non c’è giustizia ecologica senza conoscenza. Siamo nel
pieno di una crisi sistemica, culturale, cognitiva. Serve un patto tra
scienza e società, una convergenza permanente, come gli Stati Generali
della Sostenibilità*”.
*Francesca Greco*, Marie Curie Fellow all’Università di Bergamo, ha
sollevato un tema spesso trascurato: il rischio del *bluewashing*: “*L’acqua
è diventata oggetto di speculazione semantica. Stanno per arrivare sul
mercato le compensazioni idriche, vendute come la nuova soluzione
ecologica. Senza strumenti analitici rigorosi, come l’impronta idrica,
rischiamo di cadere in una nuova illusione comunicativa. La trasparenza
sull’uso dell’acqua sarà uno dei fronti decisivi della sostenibilità*”.
*Davide Geneletti*, docente all’Università di Trento, ha approfondito il
tema degli ecosistemi urbani: “*Le città sono responsabili della maggior
parte delle emissioni globali. Ma possono anche diventare parte della
soluzione. Il verde urbano deve essere progettato in modo sistemico,
accessibile, equo. Altrimenti rischiamo una ‘gentrificazione ecologica’,
dove la natura diventa privilegio di pochi*”.
*Nunziacarla Spanò*, docente all’Università di Messina, ha riportato
l’attenzione sul mare: “*Il Mediterraneo è un hotspot di biodiversità e un
bacino vulnerabile. Eppure, continua a essere assente nei dibattiti
istituzionali. Dobbiamo superare l’antropocentrismo, riconoscere diritti
all’ambiente e includere la biodiversità marina nella valutazione d’impatto
ambientale in modo strutturale*”.
*Alessandro Chiarucci*, docente all’Università di Bologna, ha chiuso i
lavori con una riflessione simbolica e concreta: “*Abbiamo bisogno di nuove
arche della biodiversità per l’Antropocene. Luoghi dove conservare oggi
frammenti di natura, per offrire futuro domani. Ogni specie salvata è una
parola in più che lasciamo a chi verrà. **E questo è un dovere, non
un’opzione*”.
*Imprese per la biodiversità: la tavola rotonda del pomeriggio*
La giornata si è conclusa con una tavola rotonda dedicata al ruolo del
mondo imprenditoriale nella tutela della biodiversità, dal titolo *“Imprese
per la biodiversità: opportunità e convenienza nel coniugare lo sviluppo
alla gestione sostenibile della natura”*. Un confronto aperto tra
imprenditori, rappresentanti di ONG e istituzioni, moderato con l’intento
di generare connessioni concrete tra valori ambientali ed esigenze
economiche.
*Michele Andriani*, presidente e AD di Andriani S.p.A., ha raccontato
l’evoluzione del suo gruppo industriale in chiave green – che da tempo ha
scelto di valorizzare numerose varietà di legumi italiani, inserendole
nella propria produzione – e sottolineando l’importanza dell’investimento
in ricerca e formazione: *“Abbiamo bisogno di talenti che sappiano tenere
insieme scienza, etica e visione d’impresa. La transizione ecologica
richiede competenze nuove, e le università possono essere partner
fondamentali per costruirle”.*
*Corrado Paternò Castello*, fondatore di Boniviri, ha portato l’esperienza
di una startup impegnata nella valorizzazione dell’agricoltura etica e
sostenibile: *“La biodiversità ha un valore misurabile, anche economico.
Serve però una maggiore trasparenza nei criteri ESG e una forte alleanza
tra piccoli produttori e reti distributive per far emergere chi davvero fa
innovazione ambientale”*.
*Antonella Beltrame*, presidente di Cortilia, ha posto l’attenzione sul
cambiamento culturale necessario per ripensare l’agricoltura: *“Servono
modelli di ruolo positivi, che rendano l’agricoltura una scelta
desiderabile per i giovani. È un settore che deve tornare a essere
percepito come innovativo, centrale e strategico. E serve anche una
normativa che premi chi sceglie la sostenibilità”.*
*Barbara Nappini*, presidente di Slow Food, è intervenuta con una
riflessione sul concetto di “cura”: *“Siamo chiamati a custodire ciò che
resta, e farlo con responsabilità e attenzione. La biodiversità non è solo
un patrimonio da difendere, ma una grammatica della vita su cui riscrivere
il nostro modo di produrre, nutrirci, abitare il mondo”.*
Infine, *Stefano Ciafani*, presidente di Legambiente, ha richiamato il
ruolo delle associazioni nel tradurre i dati della scienza in azione
politica e sociale: *“La nostra sfida è essere ponti tra conoscenza e
cittadinanza. Siamo in un tempo in cui molti si sentono impotenti davanti
alla crisi ecologica. Ma è proprio ora che dobbiamo mostrare che un altro
modello è possibile, concreto, accessibile”*.
A chiudere i lavori, l’intervento appassionato del professor *Silvestro
Greco*, ordinario di Ecologia presso l’UNISG: *“Dobbiamo scegliere da che
parte stare. Oggi non basta denunciare, serve partecipare, agire, decidere.
Non possiamo accettare che l’economia continui a prevalere sulla politica,
che la voce dei territori venga schiacciata dal potere delle
multinazionali. A Pollenzo insegniamo a non dire bugie: ai nostri studenti
vogliamo lasciare il coraggio di pensare e la libertà di cambiare”.*
Alessandra Abbona
*Ufficio Stampa / Press Office*
Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo