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Comunicato Stampa
20 maggio 2025
Minori: Save the Children, quasi 95 mila bambini potrebbero nascere senza assistenza qualificata al parto a causa del taglio agli aiuti internazionali, che mettono a rischio vite umane
In una nuova analisi presentata all’Assemblea Mondiale della Sanità di quest’anno a Ginevra, l’Organizzazione – che nel 2024 ha raggiunto con i suoi servizi di salute materna, neonatale e riproduttiva 1,4 milioni di bambini e 2,1 milioni di madri e donne in età riproduttiva in 30 Paesi -esorta gli Stati membri ad adottare la risoluzione proposta sul rafforzamento dei finanziamenti per la salute globale, nonché la risoluzione sull’accelerazione degli interventi sul personale sanitario e assistenziale globale entro il 2030.
Circa 95.000 madri supportate in diversi Paesi da Save the Children potrebbero dover partorire senza la presenza di un operatore sanitario qualificato[1] nei prossimi 12 mesi, mettendo a rischio se stesse e i propri bambini, a meno che i programmi di aiuto salvavita non continuino[2]. Lo afferma Save the Children, l’Organizzazione internazionale che da oltre 100 anni lotta per salvare le bambine e i bambini a rischio e garantire loro un futuro.
I tagli agli aiuti globali hanno colpito i servizi di salute neonatale e riproduttiva dell’Organizzazione umanitaria in diversi Paesi, tra i più colpiti figurano la Repubblica Democratica del Congo (RDC), lo Yemen e la Nigeria.
Ogni giorno nel 2023 – l’ultimo anno per cui sono disponibili i dati – oltre 700 donne e 6.300 bambini sono morti per cause prevenibili legate alla gravidanza, al parto e all’assistenza neonatale, secondo le Nazioni Unite[3].
Tuttavia, l’assistenza e l’intervento di ostetrici, medici, infermieri o altri operatori sanitari nel cosiddetto “minuto d’oro” subito dopo la nascita possono migliorare significativamente le possibilità di sopravvivenza e la salute a lungo termine di madre e bambino, sottolinea l’Organizzazione. Operatori sanitari qualificati possono contribuire a ridurre le complicazioni per i neonati, come problemi neurologici permanenti, ritardi dello sviluppo e convulsioni, mentre le madri hanno meno probabilità di soffrire di gravi emorragie postpartum, infezioni e fistole.
Recenti studi delle Nazioni Unite hanno dimostrato che l’accesso universale alle cure ostetriche potrebbe evitare oltre il 60% di tutti i decessi di madri, bambini e di nati morti– pari a 4,3 milioni di vite salvate ogni anno entro il 2035 – e che anche un più modesto aumento del 10% della copertura potrebbe salvare 1,3 milioni di vite ogni anno[4].
Nella Repubblica Democratica del Congo, i programmi sanitari materni e neonatali su larga scala di Save the Children sono ad alto rischio di sospensione.
Chantal*, 18 anni, e suo marito sono fuggiti dal loro villaggio nel Nord Kivu, nella RDC orientale, nel febbraio 2024 a seguito di scontri armati. Nel marzo 2025, nonostante le complicazioni della gravidanza, Chantal ha dato alla luce un bambino sano e salvo grazie a un intervento chirurgico in un ospedale supportato da Save the Children nel Nord Kivu, dove i servizi sono ora a rischio a causa dei tagli agli aiuti. Chantal ha raccontato: “Dato che [io e mio marito] non avevamo mezzi finanziari, nonostante fossi incinta, non potevo andare in clinica per un controllo, temendo il conto. Così sono andata lì quando ho iniziato ad avvertire dolori insoliti dovuti alla gravidanza. Quando sono stata visitata in clinica, ho subito detto che non avevo i mezzi finanziari per andarci e che avrebbero dovuto fare del loro meglio per curarmi localmente. Sono rimasta sorpresa quando mi hanno detto che sarei stata curata gratuitamente, anche nel reparto maternità. Quel giorno sono stata portata all’ospedale generale. Non so come esprimere la mia gratitudine, perché non sarei stata in grado di pagare il conto che mi avrebbero fatto e avrei potuto rimanere in questo ospedale per mesi senza alcuna speranza di uscire”.
Margueritte*, un’infermiera di una clinica supportata da Save the Children nel Nord Kivu, nella Repubblica Democratica del Congo, ha affermato che la sospensione temporanea dei servizi all’inizio di quest’anno ha avuto un impatto terribile su una madre: “Ho visitato una donna incinta con sospetta sofferenza fetale. L’abbiamo indirizzata all’ospedale pubblico, ma quando ha scoperto che avrebbe dovuto pagare le cure, ha iniziato a piangere perché non aveva mezzi finanziari. Come centro sanitario, non siamo in grado di offrire alcun supporto. Con questo progetto, prima fornivamo assistenza gratuita a tutti i pazienti, ma ora non è più possibile.”
“Mentre i leader del settore sanitario si riuniscono per l’Assemblea Mondiale della Sanità, la riduzione degli aiuti e l’aumento del debito stanno minacciando i servizi sanitari essenziali, mettendo a rischio milioni di vite, soprattutto tra donne, bambini e i più vulnerabili. È inaccettabile che la carenza di finanziamenti significhi che circa 95.000 madri saranno costrette a partorire senza la presenza di un professionista sanitario qualificato, esponendo se stesse e i propri bambini al rischio di complicazioni permanenti e persino di morte. I governi devono agire ora per ripensare e riallineare i finanziamenti per la sanità: mobilitando le risorse interne, tassando i prodotti nocivi, coordinando il sostegno dei donatori e investendo in sistemi sanitari primari resilienti. Il futuro della copertura sanitaria universale dipende da decisioni coraggiose prese oggi” ha dichiarato Moazzam Malik, Direttore Generale di Save the Children UK, che questa settimana parteciperà al 78° Vertice Mondiale sulla Salute a Ginevra.
L’Assemblea Mondiale della Sanità (AMS) è l’organo decisionale supremo dell’OMS e si riunisce ogni anno a Ginevra per definire le politiche e le priorità di finanziamento dell’agenzia sanitaria.
Save the Children esorta gli Stati membri ad adottare la risoluzione proposta quest’anno dall’AMS sul rafforzamento dei finanziamenti per la salute globale, nonché la risoluzione sull’accelerazione degli interventi sul personale sanitario e assistenziale globale entro il 2030.
Save the Children forma ed equipaggia operatori sanitari in prima linea e utilizza cure di base a basso costo per salvare vite neonatali in 30 Paesi in tutto il mondo. Nel 2024 i nostri servizi di salute materna, neonatale e riproduttiva hanno raggiunto 1,4 milioni di bambini e 2,1 milioni di madri e donne in età riproduttiva in 30 Paesi.
*I nomi sono stati cambiati per garantire l’anonimato.
Per sostenere l’attività di Save the Children in emergenza: https://dona-ora.savethechildren.it/dona-anche-tu-emergenza-in-corso
[1]Un assistente qualificato al parto (SBA) è un professionista sanitario accreditato, come un’ostetrica, un medico o un infermiere, che ha ricevuto formazione e addestramento per acquisire le competenze necessarie per gestire gravidanze normali (ovvero senza complicazioni), il parto e l’immediato periodo postnatale, nonché per l’identificazione, la gestione e il trasferimento di donne e neonati in caso di complicazioni.
[2]Save the Children stima che 95.000 parti potrebbero aver luogo senza la presenza di un assistente qualificato nei prossimi 12 mesi, sulla base di un’analisi del tasso di natalità grezzo della popolazione target raggiunta dalle strutture sanitarie supportate da Save the Children che hanno interrotto l’attività o sono a rischio di chiusura a causa dei tagli agli aiuti in cinque paesi colpiti o potenzialmente colpiti da tagli agli aiuti. I 3 Paesi più colpiti sono la Repubblica Democratica del Congo (82.693), lo Yemen (5.231) e la Nigeria (4.607).
[3] https://www.who.int/news-room/fact-sheets/detail/maternal-mortality e https://data.unicef.org/topic/child-survival/neonatal-mortality/
[4]https://www.who.int/news/item/16-10-2024-who-urges-expansion-of-lifesaving-midwifery-care-for-women-and-babies
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