
(AGENPARL) – Mon 19 May 2025 Ponte sullo Stretto: all’art. 1 del decreto Infrastrutture una norma truffa
per aggirare la direttiva UE e il Codice degli Appalti
“Nel decreto legge Infrastrutture approvato oggi dal Consiglio dei
Ministri, all’articolo 1 è stata inserita una norma truffa per aggirare la
normativa europea e il Codice degli Appalti, al fine di evitare una nuova
gara d’appalto.
Con l’alibi di un provvedimento “urgente e strategico”, come lo definisce
il Ministero delle Infrastrutture, si continua a gettare miliardi nel
progetto del Ponte sullo Stretto, una grande opera inutile, anacronistica e
devastante per l’ambiente.
Il governo, all’art. 1, fissa il contratto e l’importo dei lavori non sulla
base della gara del 2005 e del relativo contratto firmato – pari a 3,9
miliardi di euro – ma su un valore maggiorato, indicato nel DEF, pari a 6,7
miliardi di euro. In questo modo il governo Meloni-Salvini evita, con una
norma ad hoc, di sottoporre il progetto del Ponte a una nuova gara europea,
nonostante l’evidente variazione dei costi superiore al 50%.
La cifra riportata nel DEF 2023 per il Ponte è infatti di 14,6 miliardi di
euro, ma il governo cancella ogni riferimento alla gara d’appalto del 2005,
ignorando volutamente l’enorme lievitazione dei costi. Perché lo fa? Per
non dover rifare la gara.
Secondo la normativa europea sulla concorrenza e il Codice degli Appalti,
un nuovo appalto è obbligatorio se l’aumento dei costi supera il 50%. Così
il governo manipola i numeri: omette la gara del 2005, pari a 3,9 miliardi
di euro, per evitare la procedura di una nuova gara e aggirare le regole.
Il contratto iniziale, sottoscritto il 27 marzo 2006 dalla Stretto di
Messina S.p.A. con l’allora raggruppamento guidato da Impregilo, era di 3,9
miliardi di euro. Tale contratto fu poi aggiornato con un atto aggiuntivo
nel 2011, che ha fissato l’importo a 6,7 miliardi di euro. E oggi la spesa
prevista dalla legge finanziaria per il Ponte ammonta a 14,6 miliardi di
euro.
È evidente che ci troviamo di fronte alla volontà politica di non fare una
nuova gara per la realizzazione dell’opera, malgrado il diritto comunitario
in materia di concorrenza lo imponga.
Si tratta di un comportamento gravissimo, che rischia di esporre l’Italia a
infrazioni europee e a ricorsi legali. In un Paese attraversato da frane,
alluvioni, ponti che crollano e strade dissestate, investire miliardi in
un’opera faraonica come il Ponte sullo Stretto è un atto irresponsabile.”
Così Angelo Bonelli parlamentare AVS e co-portavoce di Europa Verde
UFFICIO STAMPA EUROPA VERDE