
(AGENPARL) – Sun 18 May 2025 Malan al Corriere della Sera: Noi oggi più credibili, grazie a un governo stabile
Le parole pronunciate dal cancelliere tedesco Merz, miele nei confronti di Giorgia Meloni, chiudono una giornata in cui nel centrodestra si può contrattaccare all’accusa delle opposizioni di isolamento internazionale, dopo l’esclusione dal vertice del Volenterosi di venerdì. E così fa Lucio Malan, capogruppo di FdI al Senato. Con una premessa: «L’Italia ha aumentato la sua credibilità all’estero per tre motivi: la premier si muove in modo coerente; arriva sempre preparatissima a tutti gli incontri; in Italia c’è un governo stabile, con una maggioranza in Parlamento. A differenza di quello che accade in Francia…».
Ecco, con la Francia è un botta e risposta continuo. Meloni ha detto che non partecipa alla coalizione dei Volenterosi perché non è d’accordo ad intervenire militarmente, ma Merz ha negato l’intenzione di farlo e per Macron «è ora di smetterla con le fake news».
«Fake news? Io direi solo news. Macron non l’avrà detto ieri che è pronto a mandare militari sul terreno di guerra, ma è la sua posizione costante da mesi. La Germania è vero, sia con il precedente cancelliere che con Merz lo ha negato, ma Macron no».
Ma se la coalizione nel suo complesso è restia sul tema della missione militare, come si spiegano queste rivalità, questo gelo tra Paesi amici e guida dell’Europa?
«Diciamo che Macron ha problemi interni nel suo Paese, la sua coalizione alle elezioni è arrivata terza, e cerca un rilancio ritagliandosi un ruolo da capofila dell’Europa sullo scenario internazionale. Ma questo non mette minimamente in dubbio il ruolo, reale, dell’Italia».
E quale è, se non partecipa a queste riunioni ristrette?
«Partecipare a riunioni ristrette di Paesi che sono già alleati nella Nato, e con i quali c’è un rapporto continuo, non è decisivo, e comunque se il format si allargherà non ci sono preclusioni a priori, vedremo. In questo momento la premier è impegnata non solo in Italia e in Europa, ma su altri fronti del mondo, nei rapporti con l’India, nel piano Mattei per l’Africa. Altro che isolati».
Ma se si creasse dopo un’eventuale pace in Ucraina una forza di pace, di interposizione, l’Italia ci starebbe?
«Se si tratterà di una missione in ambito Onu credo che saremmo disponibili, ma una cosa va detta chiaramente: aver parlato per mesi di possibile intervento militare dell’Europa, che è stata alleata e a sostegno incondizionato dell’Ucraina, non so se possa aiutare nell’inviare nostri militari nell’area. Forse servirebbero militari di parti terze, come la Cina, il Sudamerica, l’India. Proprio per garantire tutte le parti».
Su Israele si accusa Meloni di essere stata troppo timida: è così difficile condannare Netanyahu?
«Su questo fronte l’Italia purtroppo non ha un ruolo centrale, lo ha garantendo aiuti umanitari ai Palestinesi, curando bambini, essendo fortemente a favore di un accordo che veda centrali i Paesi arabi. E al governo israeliano abbiamo anche interrotto le (pochissime) forniture di armi, benché la guerra sia iniziata per un’aggressione che ha subito. Siamo sempre impegnati per la pace».
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