
(AGENPARL) – Sun 18 May 2025 https://www.aduc.it/articolo/eurovision+schiaffeggiando+basilea+finito_39235.php
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Eurovision. Schiaffeggiando Basilea… è finito
Ce l’abbiamo fatta anche quest’anno a superare l’Eurovision di Basilea con la kermesse che più banale e brutta non poteva essere. Oggi esultano i critici italiani per il quinto (QUINTO) posto dell’italiano Lucio Corsi (Bella Italia, amate sponde). Gli austriaci (vincitori) non gli par vero di esser primi in qualcosa: è dal congresso di Vienna del 1815 che aspettavano. Poi la cantante israeliana, che se non c’erano gli imbecilli “propal” nessuno se ne accorgeva, e se qualcuno crede che i voti che ha preso per arrivare tra le prime siano grazie ai suoi meriti artistici, non ha capito nulla della vita.
Tutto questo a Basilea in Svizzera. Dove c’è la tomba di Erasmo; il Goetheanum, lo straordinario auditorium fatto costruire da Rudolf Steiner; è la città di Karl Barth, il teologo, e di Jakob Bernoulli, il matematico; vi hanno insegnato uno dei più grandi storici di sempre, Jacob Burckhardt, e il celebre filosofo Karl Jaspers; c’è la casa dove ha abitato Friedrich Nietzsche. Città in cui nel 1897 fu testimone di uno degli eventi più importanti della storia moderna: duecento delegati di diciassette nazioni si riunirono allo Stadtcasino per dare vita al Primo Congresso Sionista. Basilea, dove un manifestante arabo alla parata dell’Eurovision, brandendo la bandiera della Palestina, ha fatto il gesto del taglio della gola rivolto a una donna ebrea che ha visto con i propri occhi quel gesto divenire realtà: la cantante israeliana Yuval Raphael, sopravvissuta al 7 ottobre, quando per otto ore ha dovuto fingere d’essere morta sotto i corpi senza vita al Nova Festival (364
assassinati) (1)
Questa Basilea, che tutti dimenticheranno fino al prossimo Eurovision, ha celebrato la morte di musica e arte. Sia chiaro, per alcuni (rispettabili) anche la morte è arte. Anche se a noi non piace.