
(AGENPARL) – Fri 16 May 2025 https://www.aduc.it/articolo/inflazione+dalle+parole+ai+fatti+galleggiamo_39232.php
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Inflazione. Dalle parole ai fatti. Galleggiamo
Inflazione. A sentire i politici, se sono di governo sembra che si viva nel Paese del Bengodi, se sono di opposizione siamo tutti disperati. L’Istat, invece, ci ha confermato le stime di aprile dove, con una crescita dell’1,9% rispetto ad un anno fa e di 0,1% rispetto a marzo, stiamo sostanzialmente galleggiando (1).
Dicono che un po’ di inflazione faccia bene, e forse abbiamo quel poco che dovrebbe servire alla bisogna. Questo non vuol dire stare bene, ma che non stiamo peggio e che non ci sono iniziative e politiche che aiutino a risolvere i problemi incancreniti della nostra economia, primi fra tutti un debito pubblico che cresce, una produzione industriale che cala sempre e una dimensione lilliput nel campo della Difesa.
Dipendiamo ancora molto dai prodotti energetici che, senza che l’Italia vi abbia contribuito, hanno ripreso a calare, e questo bilancia con, per esempio, i trasporti quasi triplicati (si avvicina la bella stagione dei grandi spostamenti e sarebbe strano il contrario), e il carrello della spesa che aumenta di mezzo punto, arrivando al 2,6%. Contesti in cui, per parlare di frutta, se fanno “scandalo” i prezzi delle prime ciliegie (neanche tanto buone, tra l’altro), riusciamo ad accontentarci con il calo delle fragole, le cui serre in questo periodo sembra che funzionino come non mai.
L’economia italiana, europea e mondiale è tutt’altro che tranquilla ma, per l’appunto, galleggiamo anche qui: tutte le minacce di sconvolgimento che dovrebbero arrivare dagli Usa coi dazi del nuovo presidente, sono ancora al condizionale. Se un giorno ci alziamo che sembra stiano per raddoppiare, lo stesso giorno arriva notizia contraria, mentre, lì dove sembra che un po’ di accordi siano stati raggiunti (Uk/Usa, per esempio), niente di stravolgente. A cui aggiungere che, nonostante i chiassosi detrattori (anche nel governo italiano, che comunque poi fa il contrario), essere un Paese importante dell’Ue non è condizione disperante: sembra che a Bruxelles stiano cominciando a capire che un mercato di 450 milioni di persone possa avere un suo peso, senza dover aspettare lo zio d’America e temere il mandarino di Pechino e potendo snobbare il vicino degli Urali. Speriamo che per questo diano ascolto (soprattutto a Bruxelles, ché a Roma la vediamo bigia) al nostro
presidente Mattarella e all’ex-governatore della Bce Draghi (2).
1 – https://www.aduc.it/notizia/inflazione+stabile+aprile+istat_141154.php
2 – https://www.aduc.it/articolo/dazi+siamo+al+punto+rottura+sull+ucraina+europa_39226.php
Vincenzo Donvito Maxia – presidente Aduc
COMUNICATO STAMPA DELL’ADUC
URL: http://www.aduc.it
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