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Comunicato Stampa
15 maggio 2025
Somalia: Save the Children, oltre 55mila bambini a rischio a causa dei tagli agli aiuti umanitari
L’Organizzazione costretta a chiudere 121 centri di assistenza nutrizionale nel Paese a giugno
Almeno 55mila bambine e bambini sostenuti da Save the Children in Somalia[1] perderanno l’accesso ai servizi nutrizionali salvavita entro giugno, a causa dei tagli agli aiuti umanitari che costringeranno alla chiusura 121 centri di assistenza gestiti dall’Organizzazione.
Save the Children è la più grande Organizzazione che fornisce servizi sanitari e nutrizionali ai bambini in Somalia, assistendone ogni anno circa 260mila. I tagli agli aiuti umanitari annunciati all’inizio del 2025, provocheranno l’interruzione a giugno dei servizi di più di un quarto (27%) delle strutture sanitarie e nutrizionali sostenute nel Paese, mettendo a rischio la vita di almeno 55mila bambini.
I tagli agli aiuti, i continui sfollamenti dovuti agli attacchi dei gruppi armati e le precipitazioni inferiori alla media stanno aggravando la situazione umanitaria dei bambini nel Paese. Secondo i dati della Food Security and Nutrition Analysis Unit[2], quest’anno in Somalia 1,8 milioni di bambini affronteranno la malnutrizione acuta e 479mila la malnutrizione acuta grave che, se non curata e può essere letale.
Baidoa, nel sud della Somalia, è particolarmente colpita dalla siccità e dal conflitto e attualmente ospita circa 800mila sfollati interni. Ma purtroppo è anche una delle aree in cui l’impatto dei tagli costringerà Save the Children a chiudere tutte le proprie strutture nutrizionali.
Fatima*, 25 anni, vive in un campo sfollati a Baidoa. È fuggita dal suo villaggio dopo che una lunga siccità ha danneggiato i raccolti della famiglia e ucciso il bestiame, lasciando lei e suo marito senza alcun mezzo per sfamare i propri figli. Di recente, un operatore di Save the Children ha diagnosticato a suo figlio, Fardowso*, di 1 anno, una grave malnutrizione acuta: il bambino ha ricevuto tutte le cure, i farmaci e gli alimenti ad alto contenuto nutritivo necessari presso un centro sostenuto da Save the Children e ora sta iniziando a recuperare peso e a riprendersi.
“Se non potessimo ricevere medicinali e supporto nutrizionale qui, non avremmo altra scelta che assistere inermi alla morte dei nostri figli – ha dichiarato Fatima* – Qui non ci sono altri servizi, quindi non potremo fare altro che veder peggiorare progressivamente le loro condizioni”.
Entro la fine della stagione delle piogge, a giugno, si prevede che le cliniche sostenute da Save the Children a Baidoa arriveranno al limite. Si tratta infatti del periodo dell’anno in cui la fame e la malnutrizione normalmente aumentano in Somalia, ma a fronte di un aumento dell’11% del numero dei bambini gravemente malnutriti rispetto al 2024[3], le strutture gestite dalle organizzazioni umanitarie per curarli diminuiranno.
Il dottor Mustafa Mohammed lavora in un centro di stabilizzazione sostenuto da Save the Children a Baidoa, dove ai bambini affetti da malnutrizione acuta grave vengono somministrate flebo idratanti e latte arricchito con vitamine e una pasta di arachidi, ricca di proteine. Oltre il 95% dei bambini ricoverati nel centro si riprende dopo il trattamento. Ma il numero di famiglie che vi si rivolgono per le cure sta continuando ad aumentare, dato che altre strutture sono state costrette a chiudere.
“Se il nostro centro chiude, bambini come questi saranno messi in grave pericolo. Non c’è nessun altro posto dove possano andare”, ha dichiarato il dottor Mohammed.
“È spaventoso immaginare l’impatto di questi tagli agli aiuti sulla Somalia a pochi mesi di distanza, in un Paese in cui le comunità sanno fin troppo bene cosa significhi la fame estrema e persino la carestia – ha dichiarato Mohamud Mohamed Hassan, Direttore di Save the Children per la Somalia – In comunità come Baidoa, stiamo facendo di tutto perché i servizi salvavita e i nostri programmi nutrizionali restino aperti il più possibile, ma non riusciremo a farlo all’infinito. Se non si trovano fondi, ci saranno conseguenze mortali per i bambini, anche perché questi tagli si stanno combinando con gli effetti di anni di siccità ricorrente e scontri politici. Non fornire i fondi che possono aiutare a prevenire la fame estrema è una scelta politica, ma deve essere cambiata prima che sia troppo tardi per milioni di bambini in Somalia”.
Anche prima di questi ultimi tagli agli aiuti, la risposta umanitaria in Somalia è stata cronicamente sottofinanziata, mentre la fame è rimasta ostinatamente alta a causa dei ricorrenti shock climatici, come le precipitazioni inferiori alla media.
Save the Children opera in Somalia e Somaliland dal 1951 e ha programmi in tutto il Paese a sostegno delle esigenze sanitarie, educative e alimentari dei bambini. Lo scorso anno l’Organizzazione ha raggiunto 3,2 milioni di persone, tra cui 1,9 milioni di bambini.
[1] Secondo un’analisi interna di Save the Children sui progetti colpiti. Il totale dei bambini che potrebbero essere colpiti a causa dei tagli ai finanziamenti di Save the Children e di altri partner è di almeno 290.000.
[3] In base al confronto tra il numero di bambini sotto i 5 anni che si prevede saranno gravemente malnutriti nel 2025 (466.000) e il dato relativo allo stesso periodo del 2024 (430.000), secondo l’IPC.