
(AGENPARL) – Thu 15 May 2025 UFFICIO STAMPA
COMUNICATO STAMPA
Il Comune della Spezia arricchisce il patrimonio civico della Collezione del “Premio del Golfo” acquistando un trittico di opere straordinarie di Pippo Oriani interprete del Secondo Futurismo
La Spezia, 14 maggio 2025 – “Siamo molto soddisfatti per l’avvenuta acquisizione dei tre dipinti di Pippo Oriani, realizzati in occasione del Premio Nazionale di Pittura Golfo della Spezia del 1933 – dichiara il Sindaco della Spezia Pierluigi Peracchini – le tre opere rappresentano un unicum di straordinario valore artistico e documentario, espressione della visione futurista applicata al paesaggio del nostro territorio. Con questa acquisizione, il patrimonio delle Collezioni Museali Civiche si arricchisce ulteriormente e in particolare quella riferita al Premio del Golfo futurista, a cui è stata dedicata una sala nel nuovo CAMeC. La città inoltre vedrà anche un rilancio del Premio del Golfo con il coinvolgimento di giovani artisti come previsto nel dossier presentato per la candidatura a Capitale della Cultura. L’acquisizione di queste opere rappresenta un risultato importante per il patrimonio culturale della città e per la sua identità, reso possibile grazie all’impegno congiunto dell’Amministrazione e degli uffici competenti, nella convinzione che la cultura rappresenti un bene comune da preservare e trasmettere alle future generazioni. ”
“Nacque in me l’idea di un cospicuo e clamoroso premio di pittura da conferirsi al pittore che, dopo aver goduto i fascini diversi e sorprendenti della Spezia, di Lerici, di S. Terenzio, Portovenere, Tellaro ecc., sapesse farne la glorificazione con evidente originalità”. Con queste parole, Filippo Tommaso Marinetti presenta la nascita del Premio Nazionale di Pittura “Golfo della Spezia”, precedente storico importantissimo, risalente al 1933 che, con la ripresa nel 1949, consegnerà alla Città il nucleo originario delle raccolte civiche di arte contemporanea oggi conservate al CAMeC – Centro d’Arte Moderna e Contemporanea.
In questi giorni, il Comune della Spezia ha acquisito un trittico di opere che furono esposte in quella memorabile edizione del settembre 1933. L’importante “ritrovamento” si deve all’attenzione di Andrea Marmori, direttore del Museo Civico “Amedeo Lia”, che ha intercettato e segnalato i tre dipinti al Sindaco Pierluigi Peracchini messi in vendita dalla casa d’aste Bolaffi di Torino. Si tratta di una terna di tele il cui autore, allora ventiquattrenne, il torinese Pippo Oriani, genuino interprete del Secondo Futurismo, intitolò “Simultaneità magiche del Golfo, Tellaro – Lerici – Muggiano”, “Muggiano – La Spezia – Cadimare” e “Cadimare – Fezzano – Portovenere”.
Un ritrovamento che si inserisce nel solco del progetto di rilanciare, come già annunciato nel dossier di candidatura “La Spezia Capitale Cultura 2027”, il Premio del Golfo attraverso una call internazionale di artisti “di ogni eletta espressione d’arte”.
Con “Muggiano – La Spezia – Cadimare” l’artista ottenne un premio di £ 2.000. Diversamente dalla rassegna del dopoguerra, tuttavia, le opere premiate nel 1933 non vennero acquisite e nel corso degli anni hanno affrontato diverse vicende: davvero prezioso pertanto è questo rinvenimento e l’acquisto che ne è seguito, così come l’incremento del nucleo di testi figurativi futuristi conservati al CAMeC.
L’avanguardia marinettiana giunse alla Spezia, infatti, già nel 1914, in occasione di una rumorosa serata al Teatro Politeama, fonte di scandalo e di sconcerto per il pubblico sprugolino, e ancora nel 1916, 1920, 1921, 2924 con diverse rappresentazioni teatrali. Nel contesto artisti indigeni – Tucrito Balestri, Giuseppe Caselli, Giovanni Governato – aderirono all’avanguardia e una particolare frangia estremista del movimento, l’anarco-futurismo, trovò nello stesso Governato e in Renzo Novatore, due dei più genuini interpreti. I primi Anni Trenta, infine, videro il periodo di più incisiva frequentazione della Spezia, coincidente con l’affermarsi del cosiddetto Secondo Futurismo. Il golfo e la Città, giovane, moderna e armata, rappresentarono il territorio ideale per l’incursione e l’azione futurista: basti ricordare l’importanza dell’Arsenale Militare, l’imponenza dell’incipiente apparato industriale e cantieristico e la presenza di ben due idroaeroporti. Nel 1932 si tenne la mostra “Aeropittura e Arte sacra futuriste” e nel 1933 fu organizzato il Premio del Golfo della Spezia, rassegna-concorso ideata dall’infaticabile Marinetti che, in appendice al concorso di pittura, lanciò una sfida ai poeti d’Italia, invitandoli a comporre un poema ispirato al Golfo della Spezia. Affidati alla libera interpretazione del soggetto, i componimenti disertarono l’uso della metrica e non superare le mille parole.
L’acquisto di questo trittico va naturalmente ad aggiungersi al nucleo “storico” delle collezioni del CAMeC che si deve al “Premio del Golfo”. Risale infatti al 1933 la nascita del Premio Nazionale di Pittura intitolato appunto al “Golfo della Spezia”; l’ideazione e l’organizzazione della rassegna-concorso si devono a Filippo Tommaso Marinetti e Fillia. Una vivace adunata di numerosi artisti, futuristi di seconda generazione e non, anima quella memorabile estate e sigla l’interesse spezzino per l’arte contemporanea; ne sono preziosa testimonianza i mosaici realizzati nel ’33 nel Palazzo delle Poste, a quattro mani, da Fillia e Prampolini, inedita rappresentazione delle Comunicazioni terrestri, marittime (Fillia), aeree, telegrafiche, telefoniche (Prampolini), così come l’Aeropoema del Golfo della Spezia, componimento parolibero concepito dalla funambolica immaginazione di Marinetti. A questo precedente storico guarda la ripresa della manifestazione che con lo stesso titolo si articola dal 1949 al 1965 e viene ripristinata dal 2000 al 2006 con edizioni biennali. Distintiva la formula del premio-acquisto, che consegna alla città circa 200 opere, che costituiscono appunto il nucleo originario della raccolta permanente ospitata dal CAMeC. Grazie all’autorevolissima veste critica, il Premio ha registrato e raccolto la complessa vicenda e i più significativi esiti della produzione italiana e, nel 2000, internazionale (fra gli altri nomi ricordiamo Accardi, Attardi, Birolli, Cassinari, Guttuso, Martin, Moreni, Morlotti, Pintaldi, Pizzinato, Prampolini, Reggiani, Santomaso, Scanavino, Sironi, Sughi, Turcato, Vedova, Vukoje, Zwackman).
Scheda tecnica del trittico di Pippo Oriani.
Artista: Pippo ORIANI (Torino 25 giu. 1909 – Roma 1 dic. 1972)
Tipologia: Trittico
Titolo: Simultaneità Magiche del Golfo
Materiale: Tela
Tecnica: Pittura ad olio
Supporto: Cornice in legno
Dimensioni: 120 x 100 cm ca.
Datazione: 1932
Riferimenti: Realizzato per la prima edizione del Premio Nazionale di Pittura “Golfo della Spezia” presso la Casa D’Arte di La Spezia 1933
Riconoscimenti: 3° classificato (pari merito con Marisa MORI)
Pubblicazioni: catalogo illustrato Premio Nazionale di Pittura “Golfo della Spezia” edito da Tipografia Moderna, 1933. – 120 pag. (pubblicata singola opera a pag. 100)
CONTESTO STORICO
Nel 1933 per diretto interessamento di F.T. Marinetti fu indetto un premio di pittura da assegnare a chi fosse riuscito “con una pennellata simultanea” ad intrappolare le bellezze del Golfo della Spezia come Lerici, San Terenzo, Portovenere, Tellaro, Muggiano, La Spezia…, in chiave futurista. Il premio, aperto a tutti gli artisti italiani di qualsiasi tendenza artistica, vide la partecipazione di 86 artisti, tra i quali: Pippo Oriani, Gerardo Dottori, Cesare Andreoni, Renato di Bosso, Osvaldo Peruzzi, Marisa Mori, Tato, Michele Cascella, Ugo Celada, Felice Casorati, Umberto Lilloni ed altri, per un totale di 154 opere. Oltre a Marinetti come presidente, la giuria votante era composta dai membri Prampolini, Fillia e Carmassi. Il trittico “Simultaneità Magiche del Golfo” si articola su tre dipinti intitolati rispettivamente:
· Tellaro – Lerici – Muggiano;
· Muggiano – La Spezia – Cadimare;
· Cadimare – Fezzano – Porto Venere.
Tellaro – Lerici – Muggiano
Tela dipinta ad olio, misura 120 x 100 cm ca., su cornice in legno. Raffigura in primo piano la figura scura di una serie di montagne, sullo sfondo sono presenti il cielo ed il mare. Al centro del dipinto si trova un riquadro a sagoma obliqua con contorno azzurro in cui all’interno sono raffigurati, sulla sinistra una porzione di scogliera con in cima l’antico borgo di Tellaro (è riconoscibile la presenza della chiesa di San Giorgio con il suo campanile e della chiesa di Santa Maria), mentre al centro è presente un’ulteriore ambientazione racchiusa da contorni leggeri con al suo interno una porzione di golfo di Lerici con il suo castello e sulla destra una nave all’orizzonte. In basso a destra si trova un ulteriore piccolo scorcio di mare e di cielo nel quale compaiono 3 sagome di aeroplani, in basso è raffigurata una porzione di struttura industriale, riconducibile alla presenza dell’idroporto militare e dei cantieri navali di Muggiano.
Muggiano – La Spezia – Cadimare
Tela dipinta ad olio, misura 120 x 100 cm ca., su cornice in legno firmato in basso a destra. In primo piano è presente la figura scura di una serie di montagne e sullo sfondo sono presenti il cielo ed il mare; nella parte superiore sono raffigurate una serie di montagne corrispondenti partendo da destra: Monte della Castellana, Muzzerone e l’Isola Palmaria. Al centro è raffigurato un riquadro con contorno azzurro, a sagoma piatta, con porzione di cielo e mare. All’interno sono raffigurati: a sinistra uno scorcio di montagna, in basso complessi industriali che riprendono in parte quello di Muggiano e, verosimilmente, si completa con quello del porto di La Spezia (sono presenti una serie di scafi navali stilizzati). Nella porzione centrale è riconoscibile anche la figura di una particolare imbarcazione che per fisionomia ricorda quella del transatlantico REX (scafo allungato con due fumaioli centrali e due alberi posti rispettivamente uno a poppa e uno a prua), il quale nel 1933 al comando del Comandante Superiore Francesco Tarabotto, originario di Lerici, stabilì il record di velocità tra Genova e New York, conquistando il Nastro Azzurro. Più in alto compare la figura di un idrovolante Savoia Marchetti S.55X, simbolo delle mitiche transvolate. Sulla destra compaiono poi le sagome di 3 aeroplani.
Cadimare – Fezzano – Porto Venere
Tela dipinta ad olio, misura 120 x 100 cm ca., su cornice in legno firmata in basso a destra. Presenta in primo piano la sagoma di una porzione di catena montuosa di colore nero, mentre sullo sfondo sono presenti cielo e mare. Nella parte superiore è rappresentata una catena di monti dove spicca la vetta del Monte della Castellana, mentre sul mare compare il complesso di Cadimare- Fezzano. Al centro del dipinto si trova un riquadro a sagoma obliqua allungata verso destra, con contorno azzurro in cui all’interno è raffigurata, sulla destra, una porzione di Portovenere con la chiesa di San Pietro, la chiesa di San Lorenzo ed una torre del castello Doria, mentre al centro compare il borgo di Fezzano con la chiesa di San Giovanni Battista, il complesso portuale e nel cielo le sagome di uno stormo di aeroplani.
Trittico composto
L’immagine che si ottiene nel suo complesso, disponendo nella sequenza corretta i singoli dipinti, è una rappresentazione che ritrae l’intero Golfo della Spezia; i tratti paesaggistici come i monti ed il mare si collegano tra le tele in modo continuo creando un ambiente omogeneo e spettacolare. Da sinistra appare il borgo di Tellaro e proseguendo in senso antiorario si percorre tutta la piccola catena di monti fino a giungere all’altro estremo con l’isola Palmaria. All’osservatore non appare più una semplice sequenza di tre ambienti distinti, ma uno straordinario scenario che si fonde efficacemente nelle sue varie componenti, raggiungendo la ragguardevole dimensione di 1 mt ca. di altezza e una lunghezza di 3,5 mt ca.. I riquadri a contorno azzurro presenti in ogni tela, ma inclinati in modo obliquo nella prima e l’ultima, conferiscono al trittico una particolare geometria di insieme. All’interno di ogni riquadro il richiamo ad elementi riguardanti la “sensibilità meccanica”, attraverso l’introduzione di motivi figurativi industriali e del culto della macchina, danno vita a scenari multipli che esplicano in modo significativo la sintesi del concetto di simultaneità tipico del linguaggio futuristico.