
Secondo indiscrezioni provenienti da fonti ben informate, sta prendendo forma un cambiamento profondo e forse epocale nel panorama della Massoneria italiana. Sarebbero centinaia i Fratelli aderenti al Grande Oriente d’Italia (GOI) ad aver già avviato – o in procinto di avviare – il loro passaggio nella Gran Loggia Regolare d’Italia (GLRI). Un movimento silenzioso ma costante, alimentato da un crescente malcontento interno e dal richiamo di un progetto massonico ritenuto più coerente con le istanze della tradizione iniziatica.
Per rispetto verso la delicatezza del momento, Agenparl non pubblicherà il numero esatto né i nomi delle Logge coinvolte nel processo di transizione. Si tratta, tuttavia, di un fenomeno di rilievo nazionale, che tocca diverse regioni e coinvolge realtà di lunga tradizione.
Al centro di questo processo c’è il Gran Maestro Fabio Venzi, figura di spicco della Massoneria regolare italiana, il cui approccio ha saputo coniugare rigore intellettuale, profondità esoterica e una sorprendente ironia. Venzi è uno studioso di chiara fama, capace di trattare temi complessi come il simbolismo, la storia della Massoneria e la spiritualità iniziatica con un tono che unisce il pensiero critico al sorriso, rendendo attuali contenuti altrimenti percepiti come ermetici o polverosi.
Nella recente intervista rilasciata ad Agenparl, tra citazioni colte e provocazioni misurate, il Gran Maestro ha offerto una lettura originale della Libera Muratoria, denunciando al contempo la superficialità con cui spesso vengono affrontati argomenti esoterici: «Cercare tracce massoniche nei Rotoli del Mar Morto o in creature come ippogrifi e ircocervi – ha affermato con sottile ironia – non giova alla credibilità della Massoneria». L’invito, rivolto a tutto il panorama massonico nazionale, è chiaro: ritornare al rigore, alla scientificità, alla filosofia e all’ermeneutica autentica.
Ma le parole di Venzi sembrano aver trovato riscontro concreto. Il fermento è reale. E non si tratta solo di Fratelli isolati. Anche intere Logge stanno effettuando il passaggio alla GLRI, in alcuni casi con decisioni collettive, segno che il cambiamento non è frutto di scelte personali ma di una riflessione condivisa.
Il segnale più eclatante, però, arriva dal Rito Scozzese Antico ed Accettato. Il Supremo Gran Commendatore del Consiglio del Rito, una figura di altissimo profilo iniziatico, è recentemente transitato nella Loggia “Pico della Mirandola n. 33” di Roma, appartenente alla GLRI. È una notizia destinata a pesare, non solo per il simbolismo insito nel gesto, ma per le conseguenze politiche e rituali che ne possono derivare.
Il 12 aprile scorso, infatti, il Supremo Gran Consiglio ha portato in votazione un protocollo d’intesa con la GLRI, aprendo ufficialmente la strada a una collaborazione tra due realtà che, fino a poco tempo fa, sembravano distanti e inconciliabili. Si tratta di un passaggio strategico, potenzialmente decisivo, per il futuro del Rito Scozzese in Italia.
A rendere ancora più significativo questo momento è il fatto che molti ex membri del Supremo Consiglio, precedentemente espulsi dal GOI, abbiano già aderito alla GLRI. Una scelta che va ben oltre il recupero individuale, e che assume la forma di una vera e propria ricomposizione rituale e strategica.
Da un lato, il Grande Oriente d’Italia si trova a fronteggiare tensioni interne, espulsioni e vertenze legali; dall’altro, la GLRI si propone come un approdo ortodosso e regolare, riconosciuto a livello internazionale, capace di ricostruire una Massoneria coesa, rigorosa e fedele alla propria vocazione iniziatica.
Il tempo della riflessione è finito. Ora è quello delle decisioni. Il voto del 12 aprile non è solo un atto amministrativo, ma potrebbe segnare l’inizio di una nuova stagione per la Massoneria italiana. Una stagione all’insegna del riconoscimento internazionale, dell’unità rituale e del ritorno alla serietà iniziatica.