
(AGENPARL) – Tue 13 May 2025 **Liste di attesa, completato il piano 2025**
L’assessore Bezzini: “Il Governo ha reso meno flessibile la
pianificazione della spesa, ma nonostante questo siamo riusciti a definire
un programma di interventi”
/Scritto da Walter Fortini, martedì 13 maggio 2025 alle 16:50/
Le liste di attesa rimangono una priorità al centro dell’agenda della
Regione Toscana. Per contenere i tempi di accesso alle prestazioni e
migliorare la presa in carico dei pazienti, la giunta regionale, con una
delibera di ieri, completa il quadro degli interventi.
A fine marzo la giunta aveva già approvato un Piano da quasi trenta
milioni di euro. Diciotto milioni destinati alla remunerazione della
produttività aggiuntiva del personale e undici milioni per prestazioni nel
privato convenzionato: le uniche leve a disposizione previste dalla
normativa nazionale.
“Lo scorso anno – spiega l’assessore al diritto alla salute Simone
Bezzini – il meccanismo era più flessibile nella pianificazione: le
aziende sanitarie potevano utilizzare in deroga lo 0,4 per cento del fondo
sanitario per contenere le liste di attesa, indipendentemente dal farlo con
la produttività aggiuntiva del personale o facendo ricorso al privato
convenzionato. Una misura che il Governo ha cancellato facendoci fare passi
indietro e dimostrando una grande inadeguatezza”.
“Non ci siamo rassegnati – continua – abbiamo dovuto lavorare fino a
maggio per trovare soluzioni alternative che ci consentissero di arrivare
ad un piano di contenimento che andiamo ora a completare”.
Nel corso del 2024 erano stati destinati 20 milioni per l’offerta di
prestazioni erogate dal privato convenzionato. Per arrivare agli stessi
standard, la giunta ha previsto la possibilità di rimodulare le risorse
destinate al privato convenzionato, per un valore di 12 milioni di euro,
così da garantire il medesimo livello di offerta di prestazioni per i
cittadini toscani al pari dello scorso anno.
“Stiamo facendo i salti mortali – conclude l’assessore – Chiaro è che
aver avuto a disposizione la possibilità di utilizzare in modo flessibile
una parte del fondo Sanitario avrebbe fatto la differenza: era uno
strumento che ci consentiva di programmare risorse ed attività, dando
ritmo e continuità al sistema. Ma evidentemente il Governo ha deciso che
non sarebbe stato più utile”.