
(AGENPARL) – Sun 11 May 2025 **A Stefano Mancuso il Pegaso alla cultura. Giani: “Da lui una nuova
visione della natura”**
Il Pegaso d’Oro, massimo riconoscimento dell’Amministrazione regionale
istituito dalla Giunta nel 1993, consiste in una riproduzione del cavallo
alato Pegaso, emblema del Comitato toscano di liberazione nazionale, poi
stilizzato a modello di una moneta attribuita all’artista fiorentino
Benvenuto Cellini e oggi simbolo della Regione Toscana.
Domenica 11 maggio il Pegaso alla cultura è stato conferito dal presidente
della Regione Eugenio Giani a Stefano Mancuso, neuroscienziato docente di
arboricoltura generale ed etologia vegetale all’Università di Firenze e
membro dell’Accademia dei Georgofili, nel corso di una cerimonia al Teatro
Era di Pontedera in provincia di Pisa in occasione degli Ecodays
organizzati nell’ambito della rassegna Ecoincontri nella cittadina toscana.
Saggista e divulgatore, Stefano Mancuso, nelle parole di Giani, “nella
sua attività accademica ha contribuito ad una nuova visione del mondo
vegetale ed ha saputo coinvolgere con sensibilità e passione l’opinione
pubblica nel dibattito sui temi dell’ecologia, sostenibilità e
interdipendenza fra tutte le forme di vita. Il suo lavoro può essere
considerato fondamentale nella comunicazione di una nuova forma di etica
che sa mettere in relazione in modo armonico lo sviluppo dell’individuo con
quello di tutto l’ecosistema, fuori da ogni schema di prevaricazione degli
interessi economici e del profitto fine a se stesso sull’ambiente e sul
rispetto della natura Nel corso di questa legislatura per ben sette volte
la Regione ha dovuto proclamare lo stato di emergenza a causa di eventi
climatici che non possono più essere definiti “straordinari”. Stefano
Mancuso, in questo senso, è un intellettuale sull’ambiente dotato di
autorevolezza e credibilità a livello internazionale.
“Le sue e le indicazioni – continua Giani – sono sempre affascinanti e
capaci di guardare al futuro e Stefano Mancuso è oggi una delle figure
più eminenti nel campo della ricerca e della cultura che si occupa dello
sviluppo sostenibile. Quindi una figura che rappresenta quella Toscana che
pensa e che può contare su studiosi di particolare talento che permettono
di guardare con speranza all’attenzione sui temi attinenti alla transizione
ambientale ed ecologica ed alla sostenibilità del suo sviluppo”.
Secondo Stefano Mancuso, dall’inizio degli anni Novanta del secolo scorso
gli scienziati hanno iniziato ad ammettere che le piante hanno non solo
capacità “sociali”, ma una forma di intelligenza che fino ad allora non
era stata immaginata.
“Oggi – afferma Stefano Mancuso – viviamo in un mondo in cui sembra che
mentre i potenti del mondo sembrano essersi dimenticati delle questioni
ambientali, le persone comuni vedono e sentono perfettamente che il nostro
pianeta sta cambiando un giorno dopo l’altro ad una velocità che non si
era mai vista prima e sono molto più interessate a questi temi rispetto a
15 anni fa.
Sono 18 mesi – spiega Mancuso – che ogni mese è il mese più caldo mai
registrato. Questo è il risultato dell’opera distruttiva dell’uomo che si
può però invertire. Viviamo anche nell’unico luogo del mondo che sta
facendo qualcosa da questo punto di vista. L’Unione Europea è l’unica
parte del pianeta che negli ultimi anni ha ha ridotto del 36% le proprie
emissioni di anidride carbonica e negli ultimi 3 anni ha prodotto meno
anidride carbonica di quanto ne produceva negli anni precedenti. Dobbiamo
essere orgogliosi di questo. Il fatto che l’Europa sia l’unica unica a
farlo dimostra che si può ridurre il livello delle emissioni senza ridurre
la ricchezza delle nazioni. Dobbiamo essere un modello, e far capire che
anche se questa riduzione dell’anidride carbonica a livello globale è
quasi ininfluente, a livello di esempio è fondamentale”.