
(AGENPARL) – Wed 07 May 2025 Cia-Agricoltori: un Piano d’azione straordinario sull’acqua
Un Piano d’azione straordinario sull’acqua, regionale-territoriale,
nazionale e Ue, per fare degli agricoltori i veri protagonisti delle
strategie idriche e con l’ortofrutta comparto pilota, tra i più
idro-esigenti, ma anche più innovativi e avanzati nella gestione della
risorsa: è la “ricetta” di Cia-Agricoltori particolarmente attuale dopo il
dibattito in Consiglio Regionale sull’emergenza idrica. Ad illustrare la
strategia della confederazione è il presidente nazionale di Cia-Agricoltori
Italiani, Cristiano Fini, al convegno inaugurale di Macfrut, al Rimini Expo
Centre.
“L’acqua è il futuro -ha detto Fini- e l’agricoltura, a partire
dall’ortofrutta, che nel Metapontino è un’eccellenza del made in Italy
agro-alimentare. Non basta più passare da un approccio emergenziale a una
pianificazione strutturale, serve rivedere il modo in cui pensiamo la
gestione della risorsa idrica”.
*IL PIANO DI CIA – *Da parte di Cia la proposta di un Piano per una
governance più vicina ai territori, differenziata e adattiva, per una
visione d’insieme che superi la frammentazione decisionale e restituisca
valore a Consorzi di Bonifica e Autorità di Bacino, ottimizzando le
funzioni e snellendo i vincoli, anche per recepire al meglio la futura
strategia Ue per la resilienza idrica. Quella che Cia immagina comprensiva
di interventi strutturali nelle zone a più alto rischio; di grandi invasi
integrati, e non alternativi ai piccoli; di finanziamenti per le
infrastrutture resilienti; di riuso agricolo delle acque reflue; come di
una legge contro il consumo di suolo e un quadro normativo per le funzioni
di custodia e presidio del territorio.
A dettare i tempi gli eventi estremi legati all’acqua, che in Italia sono
aumentati del 400% in soli cinque anni, con ormai miliardi di danni sulle
produzioni, alla prova di resistenza contro alluvioni, siccità, dissesto e
fitopatologie che in alcune zone hanno già mangiato il 30-35% del prossimo
raccolto. La Basilicata, pur non essendo una regione tra le più esposte
agli eventi estremi, è comunque vulnerabile ai cambiamenti climatici. L’aumento
delle ondate di calore, delle piogge intense, della siccità e del dissesto
idrogeologico continua ad avere un impatto significativo sull’ambiente,
sull’agricoltura e sulle comunità locali. La Basilicata è stata colpita da
eventi di siccità, in particolare nello scorso anno, che hanno avuto un
impatto significativo sulla coltivazione e sulla disponibilità d’acqua.
*Condizioni climatiche. *Tutti i nodi vengono al pettine e così l’arrivo di
Maggio, con l’ondata di caldo, viene purtroppo guardato con rinnovata
preoccupazione da chi vive in quei territori dove, solo pochi mesi fa,
l’approvvigionamento idrico era garantito dalle autobotti. “Il trend
meteorologico fa presumere un’altra estate idricamente difficile in molte
aree del Sud Italia. Ancora una volta ci faremo sorprendere dall’emergenza
per mancanza di adeguate infrastrutture idrauliche; alla scuola della crisi
climatica siamo ripetenti cronici” commenta amaramente Francesco Vincenzi,
Presidente di ANBI.
*QUESTIONE IDRICA – *Nel mezzo, il dramma vero della dispersione idrica che
nel Paese è arrivata anche al 72%, con una media nazionale del 42% e
situazioni gravi per almeno il 50% dei comuni. L’Italia vive
nell’obsolescenza delle infrastrutture idriche, per il 60% vecchie di 30
anni, con capacità di contenimento all’11%.
“Basta col dire che tanto l’acqua va nei campi -è l’affondo di Fini-.
L’agricoltura non può fare da cassa di espansione naturale di tutte le
calamità naturali e se così deve essere che venga sostenuta in quanto
soluzione e non il problema”.
Cia ricorda, infatti, che un terreno ben coperto da vegetazione trattiene
fino al 30% in più di pioggia e che, quindi, investire sulla manutenzione,
contrastare il consumo di suolo, che sta viaggiando su una media di 20
ettari ogni giorno, rilanciare le aree interne, puntare su più innovazione
e ricerca nel comparto, in primis agevolando le Tea, è la strada da
intraprendere subito.
La risorsa acqua è e sarà sempre più un bene prezioso oltre che fattore di
competitività nei territori e fra le Comunità. Dobbiamo saperla gestire e
utilizzare in modo appropriato, ma contestualmente abbiamo il dovere di
mettere la parola fine a vicende come quelle dello schema Basento-Bradano,
che durano da oltre 40 anni e che bisogna chiudere positivamente creando le
necessarie condizioni di sviluppo e di crescita economica, in una fase
nella quale vi è grande attenzione per il capitale territorio e non mancano
le risorse finanziarie.
“Da Macfrut -conclude il Presidente della Cia- facciamo rete avendo chiaro
il ruolo competitivo della risorsa acqua per l’agroalimentare nazionale di
cui l’ortofrutta ne è settore trainante, da 17 miliardi di euro per 300
mila aziende attive. Chiediamo una Pac davvero al servizio della sicurezza
idrica e alimentare e la messa a terra concreta dei fondi per le
infrastrutture dedicate”.