
(AGENPARL) – Wed 07 May 2025 MANIFESTO
Nessuna censura
ci fermerà
Liber di amare
La nostra società, italiana e piacentina, non sarà mai
completamente libera e democratica fino a che i diritti
di ciascuno di autodeterminarsi e vivere liberamente la
propria sessualità non saranno rispettati e riconosciuti. I
moti di rivolta partiti il 27 giugno 1969 al bar Stonewall
Inn nel Greenwich Village di New York hanno segnato l’inizio delle rivolte contro i continui soprusi dettati da leggi ingiuste e discriminatorie. La richiesta dei diritti civili
era ancora da definire, ma da lì qualcosa di importante e
grande ha avuto inizio, ispirando in tutto il mondo movimenti di liberazione.
Quello che le persone della Comunità LGBTQIA+ (composta da lesbiche, gay, bisessuali, transgender, queer, intersessuali, asessuali, ecc..) chiedevano era
la libertà di poter vivere alla luce del sole, senza temere
persecuzioni, discriminazioni sul lavoro o in famiglia e
senza essere costrette a vivere nell’ombra.
Da allora quella data è diventata celebrazione e rivendicazione dei diritti ancora non riconosciuti. Le persone attiviste e componenti dei gruppi LGBTQIA+ in tutto
il mondo hanno iniziato a scendere in piazza per rivendicare la libertà di essere sé stessi, per tutte le persone.
Questa lotta, infatti, non riguarda solo le persone della
comunità LGBTQIA+, ma qualsiasi individuo, perché una
società più aperta e avanzata, con diritti civili riconosciuti rappresenta un valore universale.
Il Pride rappresenta il vero e proprio manifesto politico
di una comunità sempre più ampia, che rifiuta e quindi
combatte ogni forma di discriminazione.
Le battaglie delle “minoranze” possono rappresentare un
esempio per la società tutta, insegnando che bisogna lottare per i giusti principi fino alla fine, senza esitazione.
Considerando il periodo storico in cui stiamo vivendo, in
Italia come in altri paesi, dove i diritti acquisiti sono messi continuamente in discussione, il simbolo assume un
valore più forte, mentre le sfide si fanno sempre più dure.
Diventa quindi fondamentale anche l’unione tra realtà affini appartenenti a diverse comunità che a Piacenza si è già sviluppata, dando vita a una grossa sacca
di resistenza alle pressioni omofobiche, transfobiche e misogine; con grande attenzione anche per le
persone disabili, migranti e tutti gli individui che in
qualsiasi forma sono discriminati e lasciati ai margini, senza dimenticare le figlie e i figli delle Famiglie
Arcobaleno che per la legge ancora non esistono. Per
questo abbiamo deciso di farci vedere e sentire ancora più di prima, con uno degli strumenti più belli e
coraggiosi della nostra storia: il Pride.
Noi pensiamo che nel 2025 ci sia ancora bisogno di
organizzare i Pride e di parteciparvi: non solo come
membri della comunità LGBTQIA+, ma in generale
come persone impegnate per una società migliore
e il fatto che un numero sempre crescente di piccole
città organizzino il Pride è per noi un bellissimo segno
di apertura e mobilitazione sociale.
Il Pride è rivendicazione, elaborazione collettiva, è festa;
è orgoglio di essere quello che si è: persone, prima di
tutto, di ogni genere, identità e orientamento affettivo,
ognuna con sentimenti, senza forme e colori imposti.
Il Pride è uguaglianza pur nelle proprie diversità, perché su questa terra non vi è una sola persona uguale all’altra, siamo tutti “diversi” ma dobbiamo essere
uguali di fronte ai diritti.
Su queste basi nasce l’esigenza del Piacenza Pride:
per riprenderci le strade della nostra “bèla Piaseinsa”
e restituirle a tutti i cittadini, con un occhio di riguardo
per le persone che vengono ancora emarginate per il
colore delle pelle, la provenienza, il genere, o la classe
sociale.
Un Pride di tutte e tutti che ci unisca, per restituire il
futuro alle persone, per ridare speranza e voglia di stare insieme, per farci sentire parte di una comunità.
Mentre la società è in continua evoluzione, la politica
spesso tarda ad arrivare o addirittura è assente sul
fronte dei diritti. Le lotte del movimento hanno messo
in luce come sia necessario che il percorso di liberazione non lasci nessuna persona indietro: i diritti sono
tali se sono per tutt, altrimenti restano privilegi
solo per pochi. Inoltre la storia ci insegna che i diritti
acquisiti non sono per sempre, ma vanno difesi.
Gli ultimi provvedimenti del Parlamento e Governo
Italiano purtroppo vanno nel senso opposto a quello
da noi auspicato. Censura dell’educazione sessuale
nelle scuole, contrasto ai diritti delle minoranze e
al diritto di manifestare il dissenso, occupazione dei
centri di potere in modo ossessivo per impedire le critiche, minacce e denunce ai giornalisti. Ultima in ordine temporale la legge che trasforma l’utilizzo della
gestazione per altri in reato universale, determinando
di fatto una discriminazione delle coppie eterosessuali e non, a cui vi ricorrono all’estero e creando di
fatto una situazione di rischio per i loro figli, a tutti gli
effetti di serie B per lo Stato Italiano.
Tutto ciò dipinge un possibile scenario futuro negativo per la nostra Italia. E’ necessario che tutt+ se ne
accorgano, perché un Paese sempre meno informato,
soffocato nelle diversità, è un Paese destinato al declino e alla povertà culturale.
È davvero questo che vogliamo
lasciare alle future generazioni?
Per questo chiediamo al Governo Centrale:
Una legge che contrasti l’omobitransfobia e riconosca
l’aggravante del crimine d’odio, perché le persone devono potersi esprimere e muovere liberamente senza
temere ritorsioni verbali o fisiche;
L’estensione del matrimonio egualitario alle coppie di
persone dello stesso sesso, rimediando alla disuguaglianza creata con le unioni civili
La trascrizione dei matrimoni tra persone dello stesso
sesso contratti all’estero;
Il riconoscimento alla nascita per le figlie e i figli delle
coppie di persone dello stesso sesso di entrambi i genitori e loro parenti a difesa del diritto del minore ad
una continuità familiare affettiva;
Il riconoscimento del diritto delle persone transgender all’auto determinazione, senza dover passare attraverso operazioni demolitive e che le cure ormonali
vengano sostenute del Sistema Sanitario Nazionale
in quanto farmaci salvavita, nonché il mantenimento dei matrimoni contratti da tali persone prima della
rettifica anagrafica;
Che vengano effettuate nelle scuole di qualsiasi ordine e grado campagne di informazione su sessualità,
affettività, parità di genere, identità di genere, prevenzione delle malattie sessualmente trasmissibili, contrasto del bullismo e della violenza contro le donne;
La cancellazione della legge sulla gestazione per altri
reato universale e l’elaborazione di una legge sull’adozione e sulla fecondazione assistita aperta a qualunque genere di coppia e alle persone single e campagne di sensibilizzazione sugli affidi rivolte a qualsiasi
coppia o single;
Una maggiore considerazione dei richiedenti asilo e
dei rifugiati LGBTQIA+, che pur avendo diritto ad essere accolti e supportati, troppe volte vengono ignorati
dalle istituzioni, che arrivano a definire “porti sicuri”
dei territori in cui sono considerati criminali e rischiano la vita.
Allo stesso tempo chiediamo al Comune di Piacenza:
Di realizzare una campagna informativa sia rivolta
agli uffici pubblici perché siano adeguatamente sensibilizzati e preparati ad affrontare le richieste provenienti da cittadini LGBTQIA+, sia indirizzata all’ambito
privato, allo scopo di coinvolgere le strutture di accoglienza turistiche e gli esercenti commerciali tramite
la costituzione di un consorzio Piacenza-Friendly;
Di promuovere la formazione degli operatori sanitari in tema di lotta ai pregiudizi e buone pratiche
antidiscriminazioni creando una sinergia tra esperti
dell’Ausl e l’azione di supporto da parte del Comune
per creare incontri di formazione e di approfondimento rivolti agli operatori e professionisti sanitari;
L’attivazione di un progetto comunale nelle scuole
che coinvolga più figure professionali su educazione sessuale ed affettiva, parità di genere, identità di
genere, orientamento affettivo/sessuale, prevenzione
delle malattie sessualmente trasmissibili;
Riempire di progetti e contenuti il tavolo antidiscriminazioni appena ricostituito e portare avanti a Piacenza i progetti proposti nell’ambito della rete inter-comunale RE.A.DY.;
La registrazione all’anagrafe di entrambi i genitori
dello stesso sesso sugli atti di nascita dei bambini, per
una genitorialità consapevole e per garantire i diritti
ai minori.
Lottare insieme alle associazioni e alle altre istituzioni per ridurre il fenomeno della
violenza di genere, garantendo alle donne
tutti gli strumenti necessari per avere pari
opportunità.
Piacenza, novembre 2024