
(AGENPARL) – Tue 06 May 2025 SALARI, PIRRO (M5S): GOVERNO IN FRANTUMI, TRAVOLTO DAL CAROVITA
NOTA STAMPA
*SALARI, PIRRO (M5S): GOVERNO IN FRANTUMI, TRAVOLTO DAL CAROVITA*
Roma, 6 maggio. “Il libro dei sogni di Giorgia Meloni, e la fiabesca narrazione governativa, vanno in frantumi a seguito dalla proposta della Lega sui salari. Proposta peraltro non risolutiva e ad alte dosi di ipocrisia. Proviamo allora a unire un po’ di punti. Se tutto va bene ed è tutto così bello, come reitera la televendita meloniana, perché mai la Lega mette l’ennesima spina nel fianco con una proposta di sostegno ai salari? Semplice, perché al di là delle narrazioni manipolatorie sul ‘boom’ occupazionale, abbiamo un drammatico tema di salari bassi e in costante perdita di potere d’acquisto, con la più totale complicità del Governo, travolto dalla sua incapacità di far fronte al carovita. Ma come intende la Lega affrontare la questione? Coi soliti incentivi e pannicelli una tantum, non in grado di risolvere alla radice il problema dei salari bassi. Se infatti è vero quello che dice il sottosegretario leghista Durigon in un passaggio di una sua intervista odierna, e cioè che i salari aumentano solo con la produttività, allora bisogna puntare a un incremento della produttività. Per farlo occorre un massiccio piano di investimenti in innovazione e alto valore aggiunto. Dobbiamo lasciarci alle spalle l’economia dei servizi low cost avallata dal Governo Meloni, e da un ministro dell’economia che ha l’ossessione della moderazione salariale, per far sì che le imprese non competano più sulla base dell’abbattimento di costi e paghe ma competano sull’innovazione. Solo così potranno essere gettate le premesse per un reale aumento dei salari. E come si mettono le imprese in condizione di fare questo? Non con incentivi o pannicelli sparpagliati. Non con il solo taglio del cuneo. Ma con incentivi veri alla transizione industriale innovativa. Lo strumento più adatto poteva e doveva essere Transizione 4.0, messo a punto dal Governo Conte II con successi applicativi riconosciuti da tutti, persino da questo Governo nella Relazione sull’impatto economico di quella misura. Ma sappiamo tutti come è finita, ovvero con la sostituzione di quel piano con la fallimentare Transizione 5.0. Tutto il resto è storia, condensabile in un dato su tutti: 25 mesi di crollo della produzione industriale italiana. Che dire, per Meloni era più importante votare a favore del Piano ReArm Eu, battersi per lo scorporo dal Patto di stabilità delle sole e improduttive spese per la difesa, mandare in Ue il commissario Fitto per ottenere il dirottamento dei fondi di coesione verso investimenti bellici”. Lo comunica in una nota Elisa Pirro, capogruppo M5S in Commissione bilancio del Senato.
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Ufficio Stampa Parlamento
Movimento 5 Stelle