
Mercati Energetici – I prezzi del petrolio hanno registrato una flessione nelle prime contrattazioni asiatiche di martedì, appesantiti dalle preoccupazioni per la domanda globale legate all’intensificarsi della guerra commerciale tra Stati Uniti e i suoi partner internazionali.
Secondo gli analisti, l’escalation dei dazi e le incertezze sul fronte commerciale stanno alimentando il timore di un rallentamento della crescita economica globale, che potrebbe riflettersi in una minore richiesta di carburanti e quindi di greggio.
Prezzi in calo per Brent e WTI
I future sul greggio Brent hanno registrato un calo di 17 centesimi, pari allo 0,26%, attestandosi a 64,08 dollari al barile. Parallelamente, i future sul greggio statunitense WTI sono scesi di 12 centesimi, ovvero dello 0,2%, raggiungendo i 60,30 dollari al barile.
Entrambi i principali benchmark hanno toccato, nella sessione precedente, i livelli di liquidazione più bassi dal 10 aprile, confermando una tendenza ribassista che si consolida da diversi giorni.
Crescono le scorte USA: segnali di eccesso d’offerta?
Ad aumentare la pressione sui prezzi è anche il lato dell’offerta. Secondo i dati diffusi dall’American Petroleum Institute (API), le scorte di petrolio greggio negli Stati Uniti sono aumentate di 3,8 milioni di barili la scorsa settimana, un dato nettamente superiore alle stime degli analisti, che si aspettavano un incremento di soli 400.000 barili.
Questo aumento delle riserve potrebbe indicare un eccesso di offerta rispetto alla domanda interna, rafforzando ulteriormente il sentiment negativo sui mercati.
Attesa per i dati ufficiali del governo USA
Gli operatori attendono ora con attenzione la pubblicazione dei dati ufficiali del Dipartimento dell’Energia statunitense, prevista per mercoledì, che potrebbe confermare o smentire i numeri forniti dall’API.
Tali dati sono considerati un indicatore chiave per capire le dinamiche di offerta e domanda negli Stati Uniti, primo consumatore mondiale di petrolio.