
(AGENPARL) – Wed 30 April 2025 Ufficio Comunicazione e Stampa della Corte costituzionale
Comunicato del 30 aprile 2025
“I COLLOQUI DELLA CORTE”: I GIUDICI DIALOGANO CON IL MONDO DELLA CULTURA
“La pena e la sicurezza pubblica, tra senso di umanità per i detenuti e diritto alla tutela delle vittime dei reati”.
In questa seconda puntata de “I colloqui della Corte”, il Vicepresidente della Corte costituzionale, Francesco Viganò, risponde alle domande e dialoga con Riccardo Arena, il giornalista che conduce la storica rubrica “Radiocarcere” in onda dal 2001 sulle frequenze di Radio Radicale.
Professore ordinario di Diritto penale all’Università Bocconi di Milano, Viganò è stato nominato giudice costituzionale dal Presidente della Repubblica il 24 febbraio del 2018 e attualmente è uno dei due Vicepresidenti del Collegio presieduto da Giovanni Amoroso.
Il professor Viganò è stato relatore di numerose e importanti decisioni della Consulta che hanno inciso profondamente sul sistema penale e sulle condizioni di vita dei detenuti: ad esempio, attraverso la riduzione di pene eccessive rispetto alla gravità dei reati, l’eliminazione di preclusioni legislative che impediscano la concessione di benefici penitenziari a detenuti meritevoli, la rimozione di limiti ingiustificati ai colloqui tra detenuto e difensore o tra condannato e figli minori.
In questo secondo “Colloquio della Corte”, sono molti i temi trattati da Viganò, a partire dal dramma dei suicidi in carcere e dal sovraffollamento, che non solo viola i diritti costituzionali dei detenuti, ma – al tempo stesso – rende difficile alla polizia e all’amministrazione penitenziaria lo svolgimento dei propri compiti.
Nella conversazione vengono affrontati anche i problemi legati agli “alti tassi di recidiva che non restituiscono alla società ciò che il carcere promette, e cioè la sicurezza pubblica”; alla “certezza della pena”, intesa come esigenza “che la sofferenza delle vittime dei reati per ciò che hanno subito venga presa seriamente e tempestivamente in carico dallo Stato”, il che però non vuol dire che l’unica risposta al reato debba essere la pena detentiva; alla funzione rieducativa della pena, che chiede a tutti di rendere il carcere – quando davvero non se ne possa fare a meno – più umano e più efficiente di quello attuale; alla “sfida della giustizia riparativa, che mette in contatto il reo e la vittima per restituire una dignità a entrambi”.
A 50 anni dal varo da parte del Parlamento della legge sull’Ordinamento penitenziario del 1975, dalle parole di Viganò arriva comunque un messaggio di moderato ottimismo: se infatti è vero che “c’è ancora molto da fare” per attuare quella legge, è anche vero che “molto è stato fatto grazie all’entusiasmo di tanti funzionari pubblici e di tanti volontari, che in questi anni hanno voluto dare seguito pervicacemente a quel messaggio di civiltà, lanciato in un passaggio così tormentato della storia repubblicana”.
(00:00) Introduzione
(3:34) Il Viaggio nelle carceri della Corte
(6:18) Carceri e giudici del merito
(7:49) Carcere: il “luogo del paradosso”
(9:17) Società e carcere
(13:05) Un nuovo modello carcerario?
(15:59) Affettività in carcere
(19:33) Sovraffollamento nelle carceri
(23:48) Suicidi in carcere
(29:44) Umanità della pena e rieducazione
(32:38) Dignità, lavoro e prospettive dopo il carcere
(36:05) Esecuzione della pena
(41:00) Certezza della pena e misure alternative
(44:34) Automatismi e giudizi caso per caso
(46:19) 50 anni di ordinamento penitenziario
(49:08) L’esempio della Spagna
(52:23) Costituzione e carcere
(53:45) Carcere e legislazione
Roma, 30 aprile 2025