
(AGENPARL) – Wed 30 April 2025 L’Organizzazione storica del Proprietario di Casa
Confedilizia: dopo la Toscana anche l’Emilia Romagna vuole fare leggi contro gli affitti brevi
Contrastare le locazioni brevi avvantaggia solo gli albergatori ed i grandi investitori
Dopo la Toscana anche l’Emilia Romagna intenderebbe varare una normativa per contrastare gli affitti brevi. Se la regione Emilia Romagna intende seguire quel corso, sappia che il Governo ha già provveduto ad impugnare quella normativa davanti alla Corte Costituzionale perché in contrasto con varie norme costituzionali. Per Confedilizia Emilia Romagna, l’Associazione dei proprietari di casa, e della sua presidente Avv. Annamaria Terenziani, la regolamentazione degli affitti brevi è un attacco alla proprietà privata, costituzionalmente inviolabile ed incomprimibile ed anzi si dichiara apertamente guerra a quel ceto medio che ha avuto la colpa – perché tale, evidentemente, viene considerata – di investire in Italia (anzi, addirittura nella propria città) i frutti del lavoro e del risparmio, propri e di famiglia, e di averlo fatto acquistando e dando in locazione immobili. Non solo, la regolamentazione degli affitti brevi è un favore alle lobby degli albergatori dei grandi investitori (anche stranieri) ed è un fallimento delle politiche abitative della regione e dei comuni.
Allo stesso tempo danneggia: i consumatori -costringendoli a fruire dell’ospitalità solo alberghiera, i cui prezzi hanno avuto un’impennata proprio laddove si sono attuate forme di contrasto alle locazioni private – l’economia del territorio – uno studio di Nomisma riporta che 1 euro, investito nella locazione di breve periodo, genera un ritorno di 3 euro per l’economia del territorio. In particolare per il settore della ristorazione, del commercio, del personale addetto alle pulizie – i borghi – la ricettività alberghiera nei piccoli borghi è inesistente. Privarli della strutture di accoglienza private significa una definitiva condanna a morte – i piccoli proprietari di casa – l’attività di accoglienza in case private nella nostra città è svolta quasi unicamente da persone fisiche, pensionati che arrotondano magre pensioni e donne con figli o con persone anziane da accudire, che grazie alla flessibilità di gestione di questa locazione riescono a coniugare le esigenze della famiglia con un’attività lavorativa.
Inoltre deprimere questo settore significa ridurre il valore degli immobili, rendendoli così facile preda dei grandi investitori che rastrellano immobili a poco prezzo imponendo poi le proprie regole di mercato.
Peraltro la locazione breve nella nostra città rappresenta una percentuale molto esigua. Secondo uno studio di Nomisma solo l’1,3% di tutti gli appartamenti esistenti viene destinata alla locazione breve. Se poi consideriamo solo quegli immobili che sono utilizzati esclusivamente per locazioni brevi e che vengono destinati all’alloggio turistico per più di 120 notti all’anno, si scende a una frazione minuscola, solo lo 0,11% delle case.
Non è così che si risolve il problema di mancanza di case da affittare.
È necessario: che il pubblico ristrutturi i beni fatiscenti di cui è proprietario e li reimmetta sul mercato delle locazioni, che venga attuato il piano casa del governo per la realizzazione di alloggi di edilizia residenziale pubblica, e che si apra un dialogo anche con il sistema bancario che attualmente concede mutui con grande fatica ponendo condizioni estremamente stringenti, così impedendo l’acquisto del bene casa.
È necessario inoltre che si incentivi la locazione di lungo periodo. Gli immobili locati per breve periodo in città non sarebbero comunque locati per un periodo lungo, rimarrebbero sfitti. Si tratta infatti di immobili che vengono tenuti a disposizione della famiglia o che sono stati oggetto di occupazioni abusive. Se vi fosse invece la possibilità di locare per periodi più flessibili e se vi fosse la certezza di rientrare in possesso dell’immobile alla scadenza del contratto, allora aumenterebbe la propensione alla locazione per mesi o anni. Occorre in particolare dare la certezza ai proprietari di rientrare in possesso del proprio alloggio, specie in caso di morosità, in due o tre mesi, non si può attendere (quando va bene) un anno, con proprietari costretti a pagare nel frattempo spese condominiali, riscaldamento e magari trovarsi l’immobile anche danneggiato. Tutto ciò con la locazione breve non accade.