
La scena politica britannica si prepara a vivere il più grande riallineamento degli ultimi cento anni, spinto dall’ascesa di Reform UK, il partito guidato da Nigel Farage. È quanto sostiene Sir John Curtice, autorevole sondaggista e ricercatore presso il National Centre for Social Research, alla vigilia delle importanti elezioni locali di questa settimana.
Curtice ha sottolineato come il tradizionale sistema bipartitico britannico stia crollando, con ben cinque partiti ora in competizione per i voti. In particolare, Reform UK sta erodendo il sostegno sia ai Conservatori sia ai Laburisti, replicando un cambiamento storico paragonabile a quello degli anni ’20, quando il Partito Liberale venne soppiantato dal Labour come rappresentante della classe operaia.
“Non siamo più in un sistema politico unidimensionale”, ha dichiarato Curtice al Financial Times. “Ci sono le condizioni per la più grande sfida alle convenzioni politiche britanniche da un secolo.”
Le elezioni di giovedì coinvolgeranno 23 consigli comunali, oltre 1.600 seggi e sei sindaci. Secondo i sondaggi, Reform UK — che lo scorso anno aveva già raccolto circa il 15% dei voti — ha visto crescere ulteriormente la sua popolarità, capitalizzando sul malcontento diffuso riguardo al costo della vita, l’immigrazione di massa e l’incapacità percepita dei partiti tradizionali di risolvere questi problemi.
Curtice ha rivelato che meno della metà degli elettori intende votare per uno dei due partiti storici, un dato mai così basso nella storia moderna britannica. Secondo il sondaggista, Reform UK potrebbe conquistare “qualche centinaio” di seggi in tutto il Paese, un risultato che considererebbe comunque una vittoria: “Hanno già vinto la battaglia organizzativa trovando 1.600 candidati, più di qualsiasi altro partito.”
Farage punta alla classe operaia
Farage e il suo partito si sono concentrati sulle aree operaie, tradizionalmente bastioni laburisti, che hanno sostenuto la Brexit ma si sentono ora trascurate da un Labour percepito sempre più elitario e urbano. In particolare, Farage ha spinto su temi come l’immigrazione clandestina e il fallimento della crescita economica sotto governi precedenti.
In un significativo cambio di rotta rispetto al suo passato thatcheriano, Farage ha anche sostenuto la nazionalizzazione della British Steel per salvaguardare i posti di lavoro dei lavoratori sindacalizzati, criticando apertamente il corporativismo che vede dominare l’economia britannica.
“Il thatcherismo è irrilevante”, ha affermato Farage l’anno scorso. “Oggi viviamo in un sistema corporativo, in cui grandi imprese, grandi banche e grandi governi si alleano contro il cittadino comune.”
Minacce al Labour da più fronti
Il partito laburista non deve fronteggiare solo Reform. Sia i Verdi, più a sinistra, sia i Liberal Democratici, schierati contro la Brexit, stanno guadagnando consensi. I Liberal Democratici sono particolarmente forti nelle aree benestanti del sud dell’Inghilterra come il Cambridgeshire, l’Hertfordshire e l’Oxfordshire.
Un’ulteriore sfida proviene dai candidati monotematici pro-Gaza, che stanno raccogliendo il voto di protesta, soprattutto da parte dell’elettorato musulmano, deluso dalla posizione del Labour sulla guerra Israele-Gaza. Già alle scorse elezioni generali, il Labour aveva perso seggi chiave a favore di candidati indipendenti pro-Gaza, tra cui l’ex leader Jeremy Corbyn.
I Conservatori a rischio collasso
Nel frattempo, i Conservatori, sotto la guida di Kemi Badenoch, rischiano una catastrofe. Secondo il sondaggista Lord Hayward, il partito potrebbe perdere fino a 525 dei suoi 900 seggi difesi in queste elezioni. Una batosta simile metterebbe in discussione la leadership di Badenoch, con voci crescenti che chiedono un cambiamento di rotta ancora più deciso verso destra su temi come l’immigrazione.
In un panorama politico sempre più frammentato, l’ascesa di Farage e del suo partito segnala una rivoluzione politica che potrebbe ridefinire il volto della Gran Bretagna per i decenni a venire.