
(AGENPARL) – Thu 17 April 2025 Cordiali saluti,
Ufficio Stampa Cons. Eleonora Mattia
*Comunicato stampa*
Mattia (Pd), no a riforma affido condiviso; figlia del patriarcato
Diktat genitore più forte prevale su tutela minori e diritti donne
“Ho depositato una mozione che propone al Consiglio regionale del Lazio di
impegnare la Giunta Rocca ad esprimere in ogni sede politica e legislativa
la propria contrarietà al disegno di legge n. 832 presentato in Senato per
modificare le norme in ambito civile e penale in materia di affidamento
condiviso. Una riforma figlia del patriarcato, che ci riporta indietro di
anni, in quanto nei rapporti di forza famigliari, non fa mette al centro la
tutela dei minori o del genitore più vulnerabile, come ad esempio donne
vittime di violenza domestica o economicamente fragili, come spesso accade
visti i dati sulla disparità di genere, ma fa prevalere il diktat del
genitore economicamente più forte”. Così la consigliera regionale Pd del
Lazio, Eleonora Mattia.
“Oltre ai punti sollevati dall’Autorità Garante per l’Infanzia e
l’Adolescenza, diverse le criticità evidenziate da Differenza Donna, come
l’obbligo di pagamento delle spese di gravidanza e parto da parte dei padri
non coniugati, che rischia di ‘riportare le donne in una condizione di
dipendenza economica e limitando la loro autodeterminazione sulla
gravidanza’, creando ‘il presupposto per future ingerenze sul corpo delle
donne, perché se il padre’ ha obblighi, allora può vantare diritti”,
aggiunge.
“Questo disegno di legge si basa sul principio della bigenitorialità
perfetta e dell’assoluta pariteticità tra i genitori, con misure quali il
‘doppio domicilio’ presso entrambi i genitori o l’eliminazione dell’assegno
di mantenimento per i figli per passare, con il collocamento paritetico, al
mantenimento diretto addirittura ‘per capitoli di spesa’, con un
mini-bilancio, da parte di ciascun genitore durante la permanenza presso di
lui, con tutte le implicazioni diseducative che ne derivano. La verità è
che, in una società dominata dal divario di genere, economico, occupazione
e sociale, in questa riforma si scrive bigenitorialità ma si legge ritorno
al patriarcato”, conclude Mattia.
Roma, 17 aprile 2025