
Il presidente dell’Assemblea nazionale della Republika Srpska, Nenad Stevandić, ha dichiarato che la comunità internazionale è sempre più consapevole della presunta persecuzione politica ai danni della leadership della Republika Srpska, in particolare del suo presidente Milorad Dodik.
In un’intervista ai giornalisti, Stevandić ha sottolineato che le autorità della Republika Srpska stanno intensificando le attività diplomatiche e mediatiche per presentare argomenti a sostegno della loro posizione, e per smascherare, secondo lui, le ingiustizie commesse dalle autorità giudiziarie della Bosnia-Erzegovina.
“Il presidente Dodik è stato ingiustamente perseguito pur esercitando le sue prerogative costituzionali,” ha affermato Stevandić, aggiungendo che “i principi fondamentali per la nomina dell’Alto Rappresentante sono stati violati”.
Stevandić ha espresso l’auspicio che la verità emerga, contribuendo a preservare la pace e a migliorare la percezione della Republika Srpska in ambito internazionale, dove – a suo avviso – domina ancora una narrazione negativa e fuorviante.
Riguardo ai rapporti con gli attori internazionali, ha ribadito la posizione della Republika Srpska di non voler accettare sanzioni contro la Russia, ritenendo inaccettabile che “fattori esterni vogliano danneggiare” l’entità per questa scelta politica.
“La nostra unica missione è la pace e l’accordo interno. Non cerchiamo conflitti, né violenza,” ha detto Stevandić.
Ha tuttavia criticato aspramente alcune figure della scena politica di Sarajevo, come Rama Isak e Zukan Helez, accusandoli di adottare una “retorica guerrafondaia” che mette in pericolo la stabilità del Paese.
Secondo Stevandić, tali posizioni non sono compatibili con la responsabilità richiesta dalla politica moderna, e contribuiscono a mantenere viva una crisi che potrebbe essere superata con il dialogo e il rispetto reciproco.