
Si è svolta oggi, nel contesto della Giornata Nazionale del Made in Italy, la seconda edizione del Premio Nazionale “Segni di Pace”, un evento promosso dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy che rende omaggio a chi, nel mondo, si distingue per l’impegno nella diffusione di una cultura della pace.
L’edizione di quest’anno ha coinvolto oltre 400 persone provenienti da 71 nazioni, testimoniando l’ampiezza e la vitalità di una rete globale ispirata ai valori della diplomazia culturale italiana. Un capitale umano straordinario, definito dagli organizzatori come “fiore all’occhiello del Made in Italy”, capace di rinnovarsi di generazione in generazione, unendo tradizione, creatività e visione etica.
Il Premio si ispira al concetto di Pace Positiva elaborato dall’Institute for Economics and Peace (IEP), intesa come “l’insieme degli atteggiamenti, delle istituzioni e delle strutture che creano e sostengono società pacifiche”. Non si tratta dunque solo dell’assenza di violenza, ma di un ecosistema in cui prosperano coesione sociale, sviluppo sostenibile, libertà di informazione, buon governo, giustizia e rispetto dei diritti.
Tra i premiati, Luigi Camilloni, Direttore di Agenparl, che ha ricevuto il Premio con grande emozione e senso di responsabilità. «È per me un grande onore – ha dichiarato – ricevere questo riconoscimento, che considero non soltanto personale, ma anche simbolico del cammino condiviso da tutti coloro che credono nella pace come fondamento della convivenza civile.»
Camilloni ha voluto ringraziare la Cattedra della Pace, promotrice del Premio, e ha riconosciuto il ruolo fondamentale del dott. Renato Ongania, coordinatore dell’iniziativa, il cui lavoro ha permesso di portare le candidature all’attenzione del Norwegian Nobel Institute, conferendo ulteriore prestigio all’intero progetto.
Il direttore ha inoltre sottolineato il ruolo cruciale dell’informazione: «Credo fermamente che il giornalismo, l’informazione e la comunicazione possano – e debbano – essere strumenti di costruzione, e mai di divisione.»
Camilloni ha richiamato il modello storico della Pax Romana come esempio di pace dinamica, capace di promuovere scambio culturale, progresso giuridico e innovazione sociale: «La pace non è una semplice assenza di guerra, ma un progetto culturale, politico e umano da costruire insieme.»
La giornata si è conclusa con l’auspicio condiviso che la diplomazia culturale italiana, unita ai principi della Pace Positiva, possa continuare a essere leva strategica per un futuro più giusto, aperto e solidale. Un cammino, come ha ricordato Camilloni, da percorrere ogni giorno, con responsabilità e visione.