
(AGENPARL) – Fri 11 April 2025 *Cia-Agricoltori: nuovi ribassi quotazioni grano alle borse merci di Bari e
Foggia*
Per i cerealicoltori lucani i nuovi ribassi del valore del grano vicino ai
300 euro/tonnellata alle borse merci di Bari e Foggia, che sono quelle di
riferimento per la produzione cerealicola della nostra regione, sono “più
che un campanello d’allarme”. Così Leonardo Moscaritolo presidente Gruppo
Lavoro Nazionale cereali Cia e dirigente Cia Potenza.
Nelle ultime sedute delle borse merci di Bari e di Foggia, le diverse
qualità di grano duro hanno subito un ribasso rispettivamente di 9 e di 7
euro alla tonnellata. Il grano duro “Fino” è sceso a 315-320 euro alla
tonnellata. Il “buono mercantile” si attesta a 305-310, mentre il
“mercantile” è già sotto la soglia con un valore economico riconosciuto di
293-298 euro alla tonnellata.
Gennaro Sicolo, vicepresidente nazionale di Cia-Agricoltori, afferma: “Ora
serve un intervento serio e deciso del Governo. Le speculazioni della parte
industriale hanno determinato un vero e proprio tracollo delle quotazioni
del grano duro italiano, con danni economici ai nostri produttori superiori
a quelli paventati dalla mannaia dei dazi. Va fermata subito questa
scellerata spirale al ribasso ed è ora di tornare tutti a mobilitarsi
affinché la voce di chi lavora e produce con enormi sacrifici sia
finalmente ascoltata”.
“Il malcontento dei produttori è diffuso e generale -spiega Sicolo-. Si
discute giustamente delle gravissime ripercussioni che la guerra dei dazi
scatenata da Trump avrà su settori vitali e fondamentali per la nostra
economia, compresi i fiori all’occhiello dell’agroalimentare italiano
rappresentati dal vino e dal nostro ineguagliabile olio extravergine
d’oliva, ma sta passando sotto silenzio la manovra a tenaglia con cui gli
speculatori stanno operando una vera e propria azione di ‘strozzinaggio’
nei confronti della cerealicoltura italiana. I costi di produzione per ogni
singolo ettaro di grano sono già di gran lunga superiori ai ricavi. Questo
significa che, dopo le contrazioni già registrate negli scorsi anni, un
numero crescente di agricoltori rinuncerà a coltivare grano. Le conseguenze
economiche e occupazionali di questa dinamica a perdere sono immaginabili,
ma a perderci alla lunga sarà l’intera filiera italiana grano-pasta,
compresi i consumatori, poiché saremo sempre più dipendenti dal grano
estero che ha caratteristiche diverse dal nostro ed è spesso prodotto con
standard qualitativi e di sicurezza nettamente inferiori. Spesso
si tratta di grano estero di dubbia provenienza anche da triangolazioni. Per
questo motivo il tracollo del settore cerealicolo è una questione
nazionale”. Cia-Agricoltori Italiani, sia a livello nazionale sia
attraverso la mobilitazione costante e continua di Cia Puglia sul
territorio, negli ultimi tre anni ha sollevato con forza la questione
cerealicola: petizioni, manifestazioni e un dialogo fitto con le
istituzioni a tutti i livelli hanno più volte rimarcato il rischio di una
vera e propria “desertificazione” economica per la cerealicoltura italiana.
Le importazioni massicce, lo squilibrio lungo la catena di filiera a tutto
svantaggio dei produttori, la crescita dei costi di produzione, la siccità
e le croniche lacune infrastrutturali subite dalla nostra agricoltura
stanno mettendo a serio rischio la nostra cerealicoltura, con
disinvestimenti resi ormai evidenti dalla diminuzione dei terreni seminati
a grano.
“Stiamo lottando con tutte le nostre forze per Granaio Italia e
l’attivazione del Registro Telematico. Continueremo a batterci in questa
direzione e siamo ancora più convinti che servano ulteriori azioni e anche
una presa di posizione forte da parte dei consumatori. Intervenga subito il
Governo. Si attivino al più presto possibile tutte le misure di granaio
Italia. I consumatori scelgano solo pasta realizzata al 100% con grano
italiano. Il Governo nazionale respinga l’azione delle lobby che stanno
mettendo a repentaglio la nostra sovranità cerealicola con un ricorso
massiccio alle importazioni di grano dall’estero. “Invitiamo il Governo a
muoversi con ogni mezzo a sua disposizione e a promuovere il consumo della
pasta realizzata al 100% con grano italiano”.