
La moneta cinese tocca quota 7,3518 contro il dollaro mentre la guerra commerciale tra Pechino e Washington si intensifica.
Lo yuan cinese ha toccato oggi il livello più basso nei confronti del dollaro statunitense dal dicembre 2007, in un contesto di crescente incertezza economica alimentata dall’escalation delle tensioni commerciali tra Cina e Stati Uniti.
Nelle prime contrattazioni sul mercato interno, lo yuan si è indebolito fino a 7,3518 per dollaro, segnando il minimo da quasi 18 anni. Ad aprile, la valuta ha perso circa l’1,2%, aggravando le preoccupazioni degli investitori su un possibile deterioramento del clima economico globale.
La Banca Popolare Cinese (PBoC) ha fissato il tasso di cambio ufficiale al ribasso per la sesta sessione consecutiva, segnalando una crescente tolleranza nei confronti dell’indebolimento della valuta come strumento per assorbire gli shock esterni.
Tensioni in aumento tra le due superpotenze
Il recente crollo dello yuan si inserisce in un contesto di crescente frizione commerciale tra le due principali economie del mondo. La Cina ha infatti imposto nuovi dazi punitivi sulle importazioni statunitensi, in risposta a una stretta tariffaria adottata da Washington.
Nonostante il presidente degli Stati Uniti Donald Trump abbia annunciato una riduzione temporanea dei dazi per una serie di Paesi terzi, le misure più severe sono state mantenute – e in alcuni casi inasprite – nei confronti della Cina. In particolare, sono stati aumentati i dazi su prodotti tecnologici e industriali cinesi, ritenuti critici per la sicurezza nazionale americana.
Preoccupazioni per la stabilità dei mercati
L’indebolimento della valuta cinese potrebbe avere ripercussioni a catena sui mercati emergenti e sul commercio globale. Una valuta più debole rende le esportazioni cinesi più competitive, ma potrebbe alimentare tensioni con partner commerciali che accusano Pechino di manipolazione valutaria.
Gli analisti ritengono che, se le tensioni dovessero persistere, la Banca centrale cinese potrebbe lasciare che lo yuan si indebolisca ulteriormente per sostenere le esportazioni, anche a costo di aumentare la volatilità finanziaria.
