
(AGENPARL) – Wed 09 April 2025 *Tracollo del grano duro. Cia Puglia: “Questione nazionale, intervenga il
Governo”*
Nuovi ribassi alle borse merci di Bari e Foggia, il valore del cereale più
pregiato vicino ai 300 euro/tonnellata
Sicolo: “Danno economico enorme equiparabile a quello causato dai dazi di
Trump, ora sarà mobilitazione”
“L’azione degli speculatori simile a quella degli strozzini: stanno
distruggendo la cerealicoltura italiana”
“*Ora serve un intervento serio e deciso del Governo. Le speculazioni della
parte industriale hanno determinato un vero e proprio tracollo delle
quotazioni del grano duro italiano, con danni economici ai nostri
produttori superiori a quelli paventati dalla mannaia dei dazi*. Va fermata
subito questa scellerata spirale al ribasso ed è ora di tornare tutti a
mobilitarsi affinché la voce di chi lavora e produce con enormi sacrifici
sia finalmente ascoltata”.
Gennaro Sicolo, vicepresidente nazionale di CIA Agricoltori Italiani e
presidente dell’organizzazione per la Puglia, commenta con queste parole
l’ulteriore ribasso delle quotazioni del grano duro italiano. Nelle ultime
sedute delle borse merci di Bari e di Foggia, le diverse qualità di grano
duro italiano hanno subito un ribasso rispettivamente di 9 e di 7 euro alla
tonnellata. Il grano duro “Fino” è sceso a 315-320 euro alla tonnellata. Il
“buono mercantile” si attesta a 305-310, mentre il “mercantile” è già sotto
la soglia con un valore economico riconosciuto di 293-298 euro alla
tonnellata.
“Il malcontento dei produttori è diffuso e generale”, spiega Sicolo. “Si
discute giustamente delle gravissime ripercussioni che la guerra dei dazi
scatenata da Trump avrà su settori vitali e fondamentali per la nostra
economia, compresi i fiori all’occhiello dell’agroalimentare italiano
rappresentati dal vino e dal nostro ineguagliabile olio extravergine
d’oliva, ma sta passando sotto silenzio la *manovra a tenaglia con cui gli
speculatori stanno operando una vera e propria azione di ‘strozzinaggio’
nei confronti della cerealicoltura italiana*. I costi di produzione per
ogni singolo ettaro di grano sono già di gran lunga superiori ai ricavi.
Questo significa che, dopo le contrazioni già registrate negli scorsi anni,
un numero crescente di agricoltori rinuncerà a coltivare grano. Le
conseguenze economiche e occupazionali di questa dinamica a perdere sono
immaginabili, ma a perderci alla lunga sarà l’intera filiera italiana
grano-pasta, compresi i consumatori, poiché saremo sempre più dipendenti
dal grano estero che ha caratteristiche diverse dal nostro ed è spesso
prodotto con standard qualitativi e di sicurezza nettamente inferiori.
Spesso si tratta di grano estero di dubbia provenienza anche da
triangolazioni. *Per questo motivo il tracollo del settore cerealicolo è
una questione nazionale”. *CIA Agricoltori Italiani, sia a livello
nazionale sia attraverso la mobilitazione costante e continua di CIA Puglia
sul territorio, negli ultimi tre anni ha sollevato con forza la questione
cerealicola: petizioni, manifestazioni e un dialogo fitto con le
istituzioni a tutti i livelli hanno più volte rimarcato il rischio di una
vera e propria “desertificazione” economica per la cerealicoltura italiana.
Le importazioni massicce, lo squilibrio lungo la catena di filiera a tutto
svantaggio dei produttori, la crescita dei costi di produzione, la siccità
e le croniche lacune infrastrutturali subite dalla nostra agricoltura
stanno mettendo a serio rischio la nostra cerealicoltura, con
disinvestimenti resi ormai evidenti dalla diminuzione dei terreni seminati
a grano.
“Stiamo lottando con tutte le nostre forze per Granaio Italia e
l’attivazione del Registro Telematico. Continueremo a batterci in questa
direzione e siamo ancora più convinti che servano ulteriori azioni e anche
una presa di posizione forte da parte dei consumatori. Intervenga subito il
Governo. Si attivino al più presto possibile tutte le misure di granaio
Italia. I consumatori scelgano solo pasta realizzata al 100% con grano
italiano. Il Governo nazionale respinga l’azione delle lobby che stanno
mettendo a repentaglio la nostra sovranità cerealicola con un ricorso
massiccio alle importazioni di grano dall’estero. *“Invitiamo il Governo a
muoversi con ogni mezzo a sua disposizione e a promuovere il consumo della
pasta realizzata al 100% con grano italiano”.*
Francesco Quitadamo
giornalista professionista, copywriter