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Comunicato stampa
9 aprile 2025
Sud Sudan: Save the Children, bambini affetti dal colera muoiono mentre camminano per ore per ricevere cure. Cliniche sanitarie locali chiuse dopo i tagli ai fondi internazionali
L’Organizzazione lancia l’allarme globale di fronte alla catastrofe umanitaria che si sta verificando nel Sud Sudan, un paese in cui circa quattro persone su cinque hanno bisogno di aiuti per sopravvivere. Nella contea di Akobo quasi la metà dei contagi riguarda i minori
Nel Sud Sudan, almeno cinque bambini affetti dal colera sono morti durante il viaggio lungo e faticoso per ricevere cure mediche, dopo che i servizi sanitari locali sono stati chiusi a causa dei tagli agli aiuti, proprio mentre il Paese sta vivendo una grave ondata di contagi della malattia. Lo riporta oggi Save the Children, l’Organizzazione che da oltre 100 anni lotta per salvare le bambine e i bambini a rischio e garantire loro un futuro, che sta operando in Sud Sudan.
I bambini, insieme a tre adulti, provenienti da un’area remota della contea di Akobo, nell’est del Paese, sono morti mentre cercavano di raggiungere la struttura sanitaria più vicina, nella città di Akobo, a tre ore di cammino dal loro villaggio, sotto il sole cocente, con temperature di 40° e senza accesso ad acqua pulita, un riparo all’ombra o medicine.
Solo all’inizio di quest’anno, queste persone avrebbero avuto accesso a cure salvavita in una delle 27 strutture sanitarie create e supportate da Save the Children, che forniscono assistenza sanitaria gratuita e indispensabile per la malnutrizione e il colera.
Tuttavia, a causa dei tagli agli aiuti esteri di quest’anno, questi servizi non sono più disponibili e sette di queste strutture sanitarie sono state costrette a chiudere completamente mentre le restanti 20 funzionano solo parzialmente. Alcuni di questi centri sono gestiti solo da volontari e non ci sono più mezzi di trasporto per portare le persone gravemente malate all’ospedale della città.
Nel frattempo, il colera, causato da piogge e inondazioni eccezionalmente forti, da metà febbraio è in aumento nella contea di Akobo, dove il 44% dei casi riguarda bambini di età inferiore ai 17 anni[1]. Le inondazioni hanno devastato anche i raccolti e, unite al conflitto, hanno portato le famiglie nella zona a livelli “critici” di insicurezza alimentare e malnutrizione, tra i peggiori del Paese[2].
Gli operatori di Save the Children in Sud Sudan, hanno raccontato che metà dei bambini che arrivano nelle cliniche ancora operative nella contea di Akobo soffrono di malnutrizione, una delle principali cause di morte dei bambini in tutto il mondo, che danneggia il sistema immunitario e rende i bambini più vulnerabili a malattie come il colera. Nel frattempo, l’area è stata travolta da un’escalation di violenza con attacchi aerei. Le tensioni a livello nazionale rischiano di far sprofondare il Sud Sudan in un nuovo conflitto, solo sette anni dopo un accordo di pace storico, mettendo ulteriormente a repentaglio l’accesso umanitario in un Paese in cui il 78% della popolazione ha bisogno di aiuti[3].
Nelle cliniche in cui Save the Children è ancora in grado di fornire alcuni servizi, l’Organizzazione ha supportato un’unità per il trattamento del colera che sta operando sia sulla prevenzione che sul controllo dell’infezione, oltre che fornire acqua, forniture igienico-sanitarie e sensibilizzare la popolazione sulla diffusione della malattia.
Nella contea di Akobo al momento poche scorte di bustine di reidratante orale, solitamente utilizzate per casi lievi di diarrea, sono gli unici mezzi di cura per molti pazienti affetti da colera. Questi ultimi, spesso, se non riescono ad arrivare alle cliniche ancora funzionanti, si curano con la medicina tradizionale, come le erbe locali.
“Sono malata. Ho mal di stomaco e non riesco a muovermi. Hanno detto che posso andare in ospedale in città, ma sono debole ed è lontano. Il dottore sta aiutando la sua gente gratuitamente. Quando Save the Children se n’è andata, abbiamo perso la speranza. C’è un dottore ci sta aiutando e ci sta mandando ad Akobo per ricevere medicine. andava bene: c’erano molti dottori e abbastanza medicine. la sofferenza era minore, ma ora è tanta. I malati vengono trasportati in ospedale perché non riescono a camminare per molte ore” ha raccontato Sarah*, 24 anni, affetta da colera in una comunità remota nella contea di Akobo.
“Da quando ci sono stati i tagli ai fondi, la comunità è molto provata; non abbiamo buoni farmaci, mentre prima li avevamo per ogni malattia e i pazienti venivano curati in tempo. Ora non abbiamo scelta. Vediamo i pazienti soffrire e non possiamo aiutarli. Possiamo solo fare riferimento all’ospedale in città, sapendo che è difficile per alcuni pazienti raggiungerlo in tempo, dato che ci vogliono quasi tre ore di cammino. Siamo di fronte ad una grave ondata di colera e abbiamo solo il sale per la reidratazione orale (ORS), che tra l’altro è molto limitato, possiamo darne solo una bustina a paziente” ha rimarcato Micheal, un operatore sanitario della comunità che fa volontariato presso la struttura sanitaria.
“Dovrebbe esserci un’indignazione morale a livello globale per le decisioni prese da persone potenti in altri Paesi che qui hanno causato la morte di bambini nel giro di poche settimane” ha affermato Chris Nyamandi, Direttore di Save the Children in Sud Sudan.
“È fondamentale che il mondo si svegli di fronte alla catastrofe umanitaria che si sta verificando nel Sud Sudan, un Paese in cui quattro persone su cinque hanno bisogno di aiuti per sopravvivere. Dobbiamo fare tutto il possibile per impedire che tali morti si ripetano. Il primo passo è assicurarci che le attuali tensioni non peggiorino ulteriormente. I bambini e le famiglie del Sud Sudan hanno bisogno di pace e stabilità che consentano a Save the Children e ad altre organizzazioni, di affrontare questa sfida, di adattarsi alla nuova realtà e di fare del proprio meglio per mettere al primo posto i bisogni dei bambini. Dobbiamo evitare che quanto accaduto, succeda nuovamente” ha concluso Chris Nyamandi.
Save the Children lavora nel Sud Sudan dal 1991, quando faceva ancora parte del Sudan. L’Organizzazione fornisce a bambine e bambini accesso all’istruzione, all’assistenza sanitaria e un supporto nutrizionale, e alle famiglie assistenza per la sicurezza alimentare e ai mezzi di sostentamento.
[1] Coordinamento del cluster sanitario subnazionale per lo stato di Jonglei e l’area amministrativa di Great Pibor. Il Sudan del Sud è tra i paesi più vulnerabili al mondo agli impatti del cambiamento climatico e quasi un anno di piogge eccezionalmente intense, ha causato inondazioni successive in tutto il Paese, devastando i raccolti ecostringendo almeno 379.000 persone a lasciare le proprie case, alimentando la diffusione del colera e di altre malattie trasmesse dall’acqua.
[2]South Sudan: Acute Food Insecurity Situation for September – November 2024 and Projections for December 2024 – March 2025 and for April – July 2025| IPC – Integrated Food Security Phase Classification
[3]South Sudan: Humanitarian Snapshot (February 2025) – South Sudan | ReliefWebPercentuale calcolata in base ai dati del 2024 del UN World Population Prospects report
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