
(AGENPARL) – Mon 07 April 2025 COMUNICATO STAMPA
Nelle prime ore della mattinata odierna, nelle province di Reggio Emilia e Mantova, nonché presso
la casa circondariale di Voghera (PV), nell’ambito di un’articolata indagine coordinata dalla
Direzione Distrettuale Antimafia di questa Procura, il ROS e il Comando Provinciale Carabinieri di
Reggio Emilia hanno dato esecuzione ad un’ordinanza cautelare, emessa dall’Ufficio G.I.P. presso
il Tribunale di Bologna, nei confronti di 6 indagati, gravemente indiziati, a vario titolo, dei reati di
trasferimento fraudolento di valori in concorso (artt. 110, 81, 512 bis c.p.) e di elusione in concorso
dei provvedimenti di confisca emessi in sede penale e di prevenzione patrimoniale (artt. 110, 81
c.p., 76 comma 5° D. Lgs. n. 159 del 2011), delitti aggravati dall’aver agevolato l’attività
dell’associazione mafiosa denominata “Ndrangheta” operante in Emilia Romagna (art. 416 bis.1
c.p.). Contestualmente è stato eseguito il sequestro preventivo della società intestata fittiziamente a
prestanome, comprensiva di quote sociali e beni sociali del valore di circa 250.000 €, localizzati
nella provincia di Reggio Emilia.
La tempestiva ed articolata attività investigativa, convenzionalmente denominata “Sugar Beet”, è
stata condotta da personale del ROS in collaborazione con il Comando Provinciale Carabinieri di
Reggio Emilia, a seguito di delega emessa da questa Procura in relazione alla segnalazione per
operazione sospetta sulla costituzione della società oggetto di indagine, avanzata dal Consiglio
Nazionale del Notariato, che aveva rilevato, durante la preparazione degli atti, la presenza informale
di un soggetto noto per i suoi precedenti giudiziari, conseguenti alle note Operazioni GRIMILDE e
PERSEVERANCE di questa D.D.A.
La meticolosa analisi dei rapporti bancari e l’approfondimento della documentazione contabile e
societaria, corroborate dagli esiti delle intercettazioni, hanno consentito di:
accertare la fittizia attribuzione dell’intestazione di una società – avente come oggetto
sociale l’attività di trasporti ed autotrasporti per conto proprio o per conto terzi – in capo
a due degli indagati che, consapevolmente, ne accettavano la mera titolarità formale in
complicità con il socio occulto;
rilevare l’illecita condotta degli indagati volta ad eludere l’esecuzione di provvedimenti
ablatori emessi a loro carico; costoro, mediante la società fittiziamente intestata,
esercitavano le stesse attività imprenditoriali di quelle confiscate, così distraendo a
quest’ultime i relativi clienti e fornitori;
verificare, al riguardo, che i maggiori clienti della nuova compagine societaria sono
stati sottratti alle società degli indagati già sottoposte a confisca, con conseguente
drastica riduzione dei ricavi per queste ultime;
riscontrare, in particolare, che i guadagni derivanti della campagna barbabietole
registrati in diminuzione per una delle società già confiscate, passata in mano allo Stato
e rappresentata dall’Amministrazione Giudiziaria, sono quelli registrati in aumento
dalla compagine societaria fittiziamente intestata a prestanome;
documentare l’interesse degli indagati ad operare con la White List per infiltrarsi nel
settore degli appalti pubblici;
contestare nei confronti di due indagati il reato di tentata induzione a rendere
dichiarazioni mendaci all’A.G., aggravato dalla metodologia mafiosa;
appurare che le condotte antigiuridiche sono state poste in essere al fine di agevolare
l’attività dell’associazione di stampo mafioso denominata ‘Ndrangheta, operante
nell’emiliano.