
Nostra intervista all’autore Enrico Maria Falconi
Domenica 6 aprile alle ore 18,00 presso il Teatro “Vittoria Colonna” di Marino la Compagnia Blue in the face ha presentato “Felici e maleducati, l’esilarante commedia scritta e diretta da Enrico Maria Falconi.
Sul palco gli attori: Enrico Maria Falconi, Ramona Gargano, Simone Luciani, Filippo Granati, Federica Corda e Matteo Tusculano.
Scene di Luca Garramone e Patrizio De Paolis. Costumi di Simone Luciani.
Al termine dello spettacolo ne abbiamo parlato con l’autore Enrico Maria Falconi.
Spettacolo divertentissimo e originale dove ci si può vedere molto: Pasolini, ma anche personaggi molto particolari ben delineati, ben definiti che ci hanno fatto pensare ai film di Carlo Verdone, per arrivare anche a un tragico comico, quasi a una comicità grottesca, perché tu sul palcoscenico non hai fatto una storia qualunque, hai portato il mondo. Hai portato proprio un riassunto della società toccando temi sociali importanti: innanzitutto una persona che esce dal carcere e si trova una vita cambiata: questo è un fatto vero, quotidiano, un padre che si trova a dover fare i conti con una realtà totalmente cambiata.
“Lo spettacolo nasce – ci spiega Falconi – perché io per molti anni ho insegnato al carcere, lavorando con detenuti anche di alta sicurezza, ergastolani ecc. e con loro abbiamo parlato della paura di tornare in libertà perché sanno che il mondo ti cambia sotto gli occhi senza che te ne accorgi. Da lì è stata la prima istanza: creare una parentesi di vent’anni e vedere come si era trasformata la propria famiglia e quindi mi ero immaginato questa moglie che lo aveva abbandonato perché aveva trovato un’altra persona e questi figli lasciati a loro stessi. Quindi volevo parlare in qualche maniera della centralità della famiglia per cui l’importanza dei ruoli di un padre e di una madre, di una tranquillità di. Famiglia in questo senso. Pasolini mi farebbe molto piacere. Carlo Verdone probabilmente sì, c’è un respiro di certi personaggi. Che sia una tragicommedia sì perché vorrei lasciare al pubblico questa doppia idea: di una volontà di ristabilire una famiglia, tanto è vero che lui si tranquillizza quando riesce a ritrovare una moglie e una madre e i figli che ritornano tutti a casa per cui c’è un richiamo alla familiarità e alla famiglia stessa”.
Quello che ci ha colpito è un padre che ha sofferto che rimanda anche a Pirandello: il sorriso tra le lacrime, trasmette tanto questa figura paterna. Cosa prova questo padre?
“E’ una famiglia maleducata. Nell’immaginario lui che è stato venti anni in galera si ritrova due figli una che fa la massaggiatrice, l’altro che fa il produttore musicale, un mondo nuovo per cui anche delle novità nella vita di questo padre, in Felici e maleducati questo richiamo è forse la ricetta di una
buona vita: essere sì felici ma anche andare un po’ contro le regole, essere un po’ maleducati, che però ti aiuta a non prenderti troppo sul serio e a poter vivere una normalità”.
