
Dodik ha dichiarato che ogni sua visita nella capitale russa inizia con un omaggio al monumento al Milite Ignoto, per rendere onore ai 28 milioni di russi caduti durante la Seconda Guerra Mondiale.
Ha sottolineato che tornerà nuovamente a Mosca il 9 maggio, su invito del presidente della Federazione Russa, Vladimir Putin, per commemorare l’80º anniversario della vittoria sul fascismo, un conflitto in cui i popoli russo e serbo hanno subito immense perdite.
Dodik ha evidenziato che alcuni stanno cercando di riscrivere la storia, un’impresa impossibile, ma ha avvertito che chi ci prova sta tentando apertamente di distorcere i fatti storici.
“Il fatto storico sulle sofferenze del popolo russo, serbo ed ebraico durante la Seconda Guerra Mondiale è impossibile da cambiare”, ha dichiarato Dodik, aggiungendo che questi fatti parlano da soli.
“La Russia ha il nostro sostegno. È un paese che, nel corso dei secoli, ha dimostrato di saper difendere la propria indipendenza, e per questo il presidente Putin è il leader storico del popolo russo”, ha scritto Dodik in un post sulla piattaforma X.
Secondo Dodik, ciò che Putin ha fatto per risollevare la Russia è un’impresa che pochi nella storia possono vantare. Ha ricordato che solo 30 anni fa la Russia si trovava in una situazione estremamente difficile, socialmente ed economicamente instabile, e facile preda di coloro che volevano saccheggiarla.
Oggi, ha proseguito Dodik, la Russia non è più quel paese vulnerabile, ma un’entità che difende la propria indipendenza e libertà.
Ha inoltre sottolineato che Putin non solo garantisce la libertà al popolo russo, ma è stato il primo a combattere contro l’élite globalista che cercava di disgregare la Russia, senza però riuscirci.
“Per questo è stato molto importante che il presidente Putin abbia delineato anni fa le possibili direzioni di sviluppo, sin dalla storica conferenza di Monaco”, ha affermato Dodik.
Il presidente della Republika Srpska ha aggiunto che Putin ora si trova nella posizione di dover incontrare un altro leader cruciale nella lotta contro l’élite globalista: il presidente americano Donald Trump.