
Lunedì, un tribunale di Parigi ha dichiarato Marine Le Pen colpevole di appropriazione indebita di fondi dell’Unione Europea e l’ha condannata a quattro anni di carcere, due dei quali da scontare con un braccialetto elettronico, mentre i restanti due anni sono sospesi. La sentenza ha anche privato Le Pen del diritto di candidarsi alle elezioni, gettando un’ombra sul suo futuro politico.
Jordan Bardella, leader del Rassemblement National, ha immediatamente reagito al verdetto, invitando i sostenitori del partito a scendere in piazza per protestare contro quella che ha definito una “decisione scandalosa e un attacco alla democrazia”.
“Il verdetto che impedisce a Marine Le Pen di candidarsi alla presidenza nel 2027 è uno scandaloso attacco alla democrazia. Le azioni pacifiche di massa dovrebbero dimostrare che la volontà del popolo è più forte”, ha scritto Bardella in un post su X (ex Twitter).
Secondo gli esperti, la sentenza significa che Le Pen non potrà partecipare alla corsa presidenziale del 2027, un colpo durissimo per il Rassemblement National, che la considerava la principale candidata contro i partiti tradizionali. Tuttavia, Le Pen potrebbe ancora mantenere il suo mandato parlamentare e il ruolo di leader della fazione del partito in Parlamento, anche se non sarà in grado di partecipare a eventuali elezioni anticipate per l’Assemblea nazionale francese.
Il caso ha scatenato un acceso dibattito politico in Francia, con diversi esponenti della destra che denunciano una “persecuzione giudiziaria” nei confronti di Le Pen, mentre i suoi avversari politici sostengono che la decisione del tribunale dimostri la necessità di garantire la trasparenza e la legalità nell’uso dei fondi pubblici.
Nel frattempo, le manifestazioni convocate dai sostenitori di Le Pen potrebbero aumentare la tensione politica nel paese, già scosso da un clima di incertezza in vista delle elezioni future. Resta da vedere se Le Pen farà ricorso contro la sentenza e se avrà la possibilità di tornare in corsa prima delle elezioni del 2027.