
(AGENPARL) – Fri 28 March 2025 (ACON) Trieste, 28 mar – “Dei Pfas, a partire dal disastro
epocale avvenuto in Veneto per arrivare alle criticit?,
recentemente, evidenziate dalla campagna di analisi
sull’inquinamento nelle acque destinate al consumo umano
sviluppata a livello nazionale da Green Peace, ci preoccupiamo
molto. Ma sul piano normativo si fa poco, lentamente e con
cautele tese a non intralciare gli interessi economici,
nonostante le evidenze scientifiche sui rischi anche letali per
la salute. Si fanno anche pochi monitoraggi e screening mentre
gli inquinanti si trovano letteralmente in ogni angolo del
pianeta e in ogni essere vivente. Per questo ho presentato una
mozione, sostenuta anche da M5S, sollecitando la Giunta regionale
a mobilitarsi a tutela della salute pubblica e dell’ambiente
considerando, innanzitutto, la problematica delle acque destinate
al consumo umano”.
Lo dichiara, in una nota, la consigliera regionale Serena
Pellegrino (Avs) che spiega: “L’impegno che verr? sottoposto al
Consiglio riguarda la realizzazione di una campagna estesa a
tutto il territorio regionale per il controllo analitico sulle
acque di superficie e sotterranee, con particolare evidenza ai
territori regionali interessati a coltivazioni agricole e
attivit? zootecniche, questi ultimi a rischio a causa
dell’utilizzo di pesticidi che contengono il temibile Tfa ed alle
aree in cui impianti di trattamento dei rifiuti scaricano i
reflui delle lavorazioni e producono emissioni in atmosfera”.
“Altrettanto pressante – continua Pellegrino – ? la necessit? di
effettuare, tramite il coordinamento di Arpa Fvg, aziende
sanitarie ed enti gestori del servizio idropotabile, una campagna
di analisi sulla rete acquedottistica del Friuli Venezia Giulia,
includendo la ricerca degli inquinanti anche nelle acque
utilizzate dalle imprese alimentari che si approvvigionano da
fonte propria”.
“Inoltre – fa sapere la consigliera regionale -, ho rappresentato
l’importanza di prevedere che, in attesa che divieti e limiti per
tutti i Pfas siano recepiti nel Piano regionale tutela acque, nei
procedimenti Aia si stabilisca il divieto di emissione di Pfas e,
qualora il divieto assoluto non sia praticabile, si definiscano
valori limite sito specifici all’emissione di Pfas: azioni che il
Consiglio di Stato ha riconosciuto possibile in capo agli enti
pubblici competenti perch? finalizzate a tutelare la salute
pubblica e l’ambiente”.
“La mozione – commenta l’esponente di Opposizione – si colloca
in un contesto molto dinamico. La ricerca ci aggiorna
continuamente sugli impatti dei Pfas sulla salute, sulla loro
subdola diffusione e permanenza. In Parlamento sono state da poco
discusse diverse mozioni sul tema e il 21 marzo ? stato trasmesso
al Senato un decreto legislativo, elaborato dal Ministero della
salute con il supporto tecnico-scientifico dell’Istituto
superiore di sanit?. L’articolato, ? importante sottolineare,
specifica che sono le Regioni e le Province autonome le autorit?
ambientali in capo alle quali sussiste la responsabilit? di
adottare con ogni tempestivit?, e comunque non oltre il 12
gennaio 2026, le misure necessarie a garantire che le acque
destinate al consumo umano soddisfino i previsti valori di
parametro dei Pfas”.
“Il decreto – spiega ancora Pellegrino – abbassa i limiti Pfas
per la presenza nelle acque potabili a 20 nanogrammi per litro, e
introduce parametri, seppur troppo poco restrittivi per il Tfa
che si caratterizza per la spaventosa capacit? di persistere e
diffondersi ovunque, anche lontanissimo dal sito origine
dell’inquinamento”.
“In attesa delle conclusioni dell’iter legislativo, va detto che
si poteva fare meglio, abbassando i limiti a 4 nanogrammi come
hanno fatto gli Usa o a 2 nanogrammi, come ha fatto la Svezia.
Dobbiamo avere il coraggio di pretendere il cosiddetto zero
tecnico, peraltro gi? raccomandato dall’Ispra, mentre l’Ente
europeo per la sicurezza alimentare – Efsa – ha indicato in 0,63
nanogrammi per chilo di peso di una persona, la soglia
giornaliera di sicurezza sanitaria per la somma di 4 tipi di
Pfas. Evidentemente – conclude Pellegrino – i 20 nanogrammi,
tanto pi? che i PFAS non ci insidiano solo per mezzo dell’acqua
potabile, sono ancora una soglia troppo elevata per chi ha un
basso peso corporeo, a cominciare ovviamente dai bambini”.
ACON/COM/sm
281058 MAR 25