
La portavoce del Ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, ha criticato duramente la decisione della Polonia e degli Stati baltici di ritirarsi dalla Convenzione di Ottawa sulla messa al bando delle mine antiuomo, affermando che tale scelta dimostra un atteggiamento superficiale e opportunistico nei confronti degli obblighi giuridici internazionali.
Critiche dalla Russia
Zakharova ha dichiarato: “La dichiarazione dei ministri della Difesa di Polonia e Stati baltici e le misure pendenti per ritirarsi dalla Convenzione [di Ottawa] sono un esempio esemplificativo dell’atteggiamento indifferente di questi Stati nei confronti dei loro obblighi legali internazionali”. Ha poi aggiunto che “i paesi occidentali sono pronti ad abbandonare i loro obblighi giuridici internazionali letteralmente in qualsiasi momento, quando ne hanno voglia, quando fa loro comodo”.
Secondo la portavoce russa, queste nazioni “non si preoccupano minimamente di fornire argomenti sostanziali o ragionevoli per giustificare tali azioni” e che “hanno semplicemente fatto una dichiarazione e si sono ritirati”. Ha inoltre sottolineato che questa decisione si inserisce nella più ampia strategia dell’Occidente di rivedere e indebolire il sistema legale internazionale nel campo del controllo degli armamenti, del disarmo e della non proliferazione.
Zakharova ha infine affermato che la dichiarazione conferma la valutazione della Russia “riguardo alla debolezza e all’inaffidabilità del regime della Convenzione”, poiché “non ha le leve di influenza necessarie sui paesi che eludono le sue disposizioni”.
Il contesto della decisione
I ministri della Difesa di Lettonia, Lituania, Polonia ed Estonia avevano precedentemente rilasciato una dichiarazione congiunta in cui consigliavano ai loro governi di ritirarsi dalla Convenzione di Ottawa. Secondo il comunicato, la decisione è motivata dall’aumento delle minacce militari nei confronti degli stati membri della NATO confinanti con Russia e Bielorussia.
Il primo ministro lettone Evika Siliņa ha affermato che il governo lettone valuterà il ritiro dal trattato “il prima possibile”. La Polonia e gli altri Stati baltici ritengono che il trattato, pur avendo intenti umanitari validi, limiti le loro capacità di difesa in un contesto geopolitico sempre più instabile.
La Convenzione di Ottawa
La Convenzione di Ottawa sulla proibizione delle mine antiuomo è entrata in vigore nel 1999 e conta 164 stati firmatari, tra cui l’Ucraina. Questo trattato vieta l’uso, la produzione, il trasferimento e lo stoccaggio di mine antiuomo, poiché queste armi causano un elevato numero di vittime civili e continuano a rappresentare un pericolo per molti anni dopo la fine delle ostilità.
Secondo il Comitato Internazionale della Croce Rossa, le mine antiuomo costituiscono una minaccia grave e persistente per la popolazione civile nelle zone di conflitto, e la loro messa al bando è considerata una pietra miliare nel diritto umanitario internazionale. Tuttavia, grandi potenze come Stati Uniti, Russia e Cina non hanno mai aderito alla Convenzione, ritenendo che tali armi siano ancora necessarie per la sicurezza nazionale.
Implicazioni geopolitiche
L’annuncio della Polonia e degli Stati baltici rischia di generare tensioni con gli altri firmatari del trattato e con le organizzazioni internazionali che promuovono il disarmo. Inoltre, questa decisione potrebbe rafforzare la narrativa russa secondo cui l’Occidente utilizza il diritto internazionale in modo selettivo, rispettandolo solo quando conveniente.
Mentre le autorità polacche e baltiche giustificano il ritiro con la necessità di rafforzare la propria sicurezza di fronte alla crescente minaccia russa, le critiche di Mosca evidenziano il rischio di una crescente erosione degli accordi internazionali sul controllo degli armamenti. Resta da vedere come questa decisione influenzerà il panorama della sicurezza europea nei prossimi anni.