
(AGENPARL) – Thu 20 March 2025 Meccanica e Moda i settori che pagano di più l’attuale situazione di incertezza
non solo in termini di export. Pellegrino e Bortolotto: “Situazione difficile. Ma non possiamo permetterci di rimanere fermi. Uno step importante è abbattere i costi dell’energia”
“La situazione è difficile e in divenire, ma non possiamo permetterci di stare fermi ad attendere. Non siamo di fronte a una ‘crisi’ che prima o poi finisce, ma a un ridefinirsi del mercato globale come lo abbiamo conosciuto fino ad oggi”. Questo il commento di Carlo Pellegrino e Luca Bortolotto, rispettivamente presidente del settore Meccanica e del comparto Moda di Confartigianato Imprese Vicenza, alla luce degli ultimi dati su due importanti settori: meccanica e moda. “I comparti che rappresentiamo nel vicentino presentano una diffusa presenza di micro e piccole imprese e una marcata vocazione artigiana, tanto che Vicenza è la 4° provincia in Italia per maggior peso dell’occupazione proprio nei settori in esame”, aggiungono Pellegrino e Bortolotto. Come emerge da un Focus dell’Ufficio Studi, infatti, nel vicentino nei settori di riferimento della Federazione della Meccanica di Confartigianato operano 4.932 imprese di cui di una su due (51,2% pari a 2.541) è impresa artigiana. Settori che contano complessivamente 65.318 addetti, di cui il 10.546 occupati (pari al 16,1%) nelle imprese artigiane. Per quanto riguarda la Moda nel vicentino a fine 2024, si contano 1.973 imprese nel settore, di cui il 47,3% (933) sono imprese artigiane che impiegano circa 4.500 addetti (16,7% del totale) dei complessivi 27 mila del comparto.“Sulla crisi della moda -precisa Bortolotto- oltre ai fattori generali come la debole ripresa del commercio internazionale, ne pesano di specifici: la spinta dei prezzi, più marcata nella fiammata inflazionistica innescata dallo shock energetico, le criticità della catena di approvigionamento innescate da pandemia e crisi internazionali, gli effetti della Brexit oltre al basso profilo della domanda di alcuni tra i maggiori mercati, come Germania e Giappone. Qualche segnale positivo arriva dal Piano Italia per la Moda presentato dal Ministro del Made in Italy che ha come focus crediti, finanza, innovazione, sostenibilità, e legalità. Nelle intenzioni le misure coinvolgono tutta la filiera. Ci auspichiamo un’attenzione sulle piccole e medie imprese, ossatura del comparto, con una valorizzazione non solo del prodotto ma anche della lavorazione che è tanta parte del Made in Italy”.
“Cerchiamo di sostenere le imprese in questa difficile fase in un’ottica di rete e di creazione di nuovi mercati sia interni che esteri. Altro tema importante che grava sui bilanci è il caro energia che non si arresta, con aumenti del 82% negli ultimi 4 anni (del 32% solo nell’ultimo) per le aziende del settore. Attraverso la nostra associazione cerchiamo di attutire i costi dell’energia anche incentivando l’autoconsumo. Se, infatti, è difficile fare previsioni certe su come cambieranno gli assetti del mercato globale, sul tema dell’energia, produzione, immagazzinamento e quindi costi, possiamo fare qualcosa”, prosegue Pellegrino.