
(AGENPARL) – Thu 20 March 2025 CA’ FOSCARI SHORT FILM FESTIVAL 15
19-22 MARZO 2025
DIFFUSO @ VENEZIA
https://www.unive.it/web/it/8308/area-stampaL’INCONTRO CON PABLO BERGER
“I corti sono il mio periodo punk!”
VENEZIA, 20 MARZO 2025. Pablo Berger è stato protagonista ieri della prima delle masterclass della quindicesima edizione del Ca’ Foscari Short Film Festival, con una lunga intervista a cura di John Bleasdale, membro del comitato scientifico del festival. Berger è uno di quei cineasti che non si accontentano mai di seguire una sola strada. Ogni suo film è una sfida, un’esplorazione, un salto nel vuoto senza rete di sicurezza. Dalla sua formazione a New York fino all’ultimo successo animato Il mio amico Robot candidato agli Oscar, la sua carriera è stata segnata da una costante ricerca di nuove forme espressive. Berger è tornato in Triveneto dopo dieci anni dalla presentazione di Blancanieves alle Giornate del Cinema Muto di Pordenone, ma questa è la sua prima volta a Venezia. Durante il festival, il regista ha ripercorso la sua carriera artistica, raccontando aneddoti, influenze e la sua filosofia, dimostrano uno spirito solare e coinvolgente.
Come molti grandi registi, anche Berger ha iniziato dai cortometraggi, considerandoli il “laboratorio perfetto” per approcciarsi al mondo del cinema e per osare: «Con il corto sperimenti, fai cose nuove e fai qualcosa di rischioso, io lo chiamo il mio periodo punk. Con il primo cortometraggio non sapevo nulla di cinema […] Ogni film che ho fatto dopo ha seguito questa attitudine punk». In effetti Mamá (1988) è stato il suo primo lavoro e anche il suo primo successo internazionale, riuscendo subito a trovare un suo pubblico di riferimento e la chiave per ottenere una borsa di studio alla New York University, dove avrebbe affinato il suo stile.
A New York, Berger è immerso nella scena cinematografica indipendente degli anni Novanta, incontrando registi del calibro di Abel Ferrara e i fratelli Coen. Ma, soprattutto, lì ha vissuto: «Prima di trasferirmi lì, i miei cortometraggi erano film sui film. A New York ho avuto il tempo di imparare come diventare adulto. […] Ho vissuto abbastanza da poter raccontare altro». Dopo la NYU, la vera sfida era diventare regista e, con Torremolinos 73 (2003), inizia la sua carriera nei lungometraggi. Torremolinos è un’opera da lui definita ‘dramedy’ a metà tra la commedia e il dramma, sempre delineata dal suo stile inconfondibile, che esplora il cinema come strumento di liberazione personale e sociale, con un giovane Mads Mikkelsen nel cast. Ambientato nella Spagna franchista del 1973, il film racconta di una coppia in difficoltà economiche che riceve un’offerta per girare film erotici destinati al mercato scandinavo. «La prima proposta che ho ricevuto dopo l’università era di dirigere un porno» – ha scherzato Berger – «Dissi di no, ma vedendo il film che ho fatto dopo, forse avrei potuto accettare».