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il comunicato stampa e una galleria di immagini relative all’inaugurazione dell’anno accademico dell’Università di Parma
COMUNICATO STAMPA
“ESSERE ARTIGIANI DI PACE”: IL CARDINALE MATTEO MARIA ZUPPI ALL’UNIVERSITÀ DI PARMA
L’Arcivescovo di Bologna e Presidente della Conferenza Episcopale Italiana all’inaugurazione dell’anno accademico
Parma, 18 marzo 2025 – «La via della pace è sempre quella del dialogo. Il vero pacifista è un artigiano della pace, la costruisce nei fattiۯ. Così oggi il Cardinale Matteo Maria Zuppi, Arcivescovo di Bologna e Presidente della Conferenza Episcopale Italiana, all’inaugurazione dell’anno accademico dell’Università di Parma.
In un Auditorium Paganini affollato il Presidente della CEI ha tenuto la prolusione Università, pace e cooperazione internazionale: come pensarci insieme in una cerimonia aperta dallo studente Giulio Bertaccini, nazionale di rugby, come portatore della mazza rettorale e dal coro universitario Ildebrando Pizzetti diretto da Ilaria Poldi.
«Il nostro tempo è segnato da guerre e gravi crisi internazionali. Sembra che la contrapposizione dura e anche violenta sia la cifra delle relazioni internazionali», ha detto il Cardinale Zuppi, sottolineando il valore del saper scegliere: «Protagonisti del futuro lo saremo solo se smettiamo di essere penose comparse del presente. Ecco perché parliamo di pace e perché con tanta preoccupazione guardiamo il mondo intorno a noi», ha spiegato, sottolineando il ruolo del diritto e del multilateralismo. «In questi anni di guerra in Europa il vento bellicista fa dimenticare una verità storica: la guerra è sempre una sconfitta per tutti, e la pace è e deve essere una vittoria per tutti». E ancora: «La via della pace è sempre quella del dialogo. Il demone del nazionalismo non è amore per la patria ma una chiusura miope. Il vero pacifista non è quello che riduce la ricerca della pace a qualche piccolo spazio individuale e a costruzioni ideologiche, ma è un artigiano della pace, che la costruisce nei fatti».
In tutto questo, ha sottolineato il Cardinale Zuppi, le Università hanno un grande ruolo: «La cultura, la riflessione, la ricerca, lo studio aiutano. E possono aiutare a pensarsi gli uni per gli altri».
«Se l’Università è luogo di incontro, di dialogo, di confronto, di crescita e di acquisizione del pensiero critico, è anche luogo di pace: deve avere un ruolo anche nel creare e nel promuovere una cultura della pace», ha osservato nel suo intervento il Rettore Paolo Martelli, che ha tracciato una panoramica dell’Università di Parma tra presente e futuro. Dal nuovo piano strategico («un piano sfidante, che vuole dare impulso alla dinamicità dell’Ateneo rendendolo pronto ad affrontare le sfide di questi anni e a cogliere le opportunità di crescita») alla necessità del cambiamento («per un’Università restare sempre uguale è una sconfitta, e soprattutto è un segno di lontananza dalla realtà»), dalla sinergia con il territorio («la nostra attrattività è il circuito virtuoso con il territorio») alla sfida degli alloggi («una sfida che dobbiamo vincere. In primo luogo, proprio per ragioni di giustizia sociale»), dall’internazionalizzazione («siamo al lavoro per una Università sempre più internazionale: un’altra necessità assoluta») al valore dell’Europa, fino a una difesa ribadita dell’Università in presenza. «Ma l’Università può altro ancora, ed è qualcosa di poderoso. Ogni giorno nelle nostre aule, nei laboratori, nei corridoi, negli ambulatori, nelle corsie degli ospedali, ovunque, credendo nel valore e nella libertà della conoscenza, e contribuendo alla costruzione del pensiero critico, difendiamo il presente e il futuro della democrazia: quella democrazia che è stata conquistata con il sacrificio di tante vite e che abbiamo il dovere non solo di difendere ma di portare alta ogni giorno».
Di diritto allo studio ha parlato tra le altre cose il Presidente del Consiglio degli Studenti Andrea Marino: «Non possiamo accettare un diritto allo studio a “geometria variabile”, che cambia a seconda delle risorse di un bilancio regionale. Le borse di studio devono essere garantite a tutti coloro che ne hanno diritto, in ogni angolo del Paese, senza distinzioni o disparità. Le residenze universitarie sono insufficienti, il costo degli affitti è proibitivo e le borse di studio, sebbene un aiuto fondamentale, non sempre arrivano in tempo o non coprono le reali necessità, e molte studentesse e studenti sono costretti a lavorare per sostenersi, sacrificando il tempo dedicato allo studio», ha detto, rimarcando a sua volta il ruolo dell’Università nella costruzione di una cultura di pace: «L’università deve essere un baluardo di pace, un luogo di confronto libero e consapevole». Tra i temi affrontati anche quello della salute mentale: «Dobbiamo smettere di considerare il malessere psicologico come un tabù», ha spiegato, e ha aggiunto: «Ma soprattutto, serve creare una cultura universitaria che non metta il rendimento sopra la persona, che non faccia sentire nessuno inadeguato o solo».
Sul valore della pace come bene da preservare si è soffermata anche la Presidente del Consiglio del Personale tecnico amministrativo Rita Ollà, che ha sottolineato il ruolo della cultura in questo processo: «Investire nella cultura e nell’educazione significa non solo formare individui ma costruire una società più giusta e coesa, capace di affrontare le difficoltà con saggezza e solidarietà, trasformando le crisi in opportunità di crescita e di sviluppo comune». La Presidente del CPTA ha poi parlato anche del contributo del personale tecnico amministrativo nella gestione quotidiana delle attività: «Siamo parte integrante del progetto educativo dell’università e dobbiamo affrontare le sfide future collaborando e ascoltando gli uni gli altri», ha affermato; ha inoltre sottolineato la necessità del rinnovo del contratto «con risorse economiche adeguate» in tempi brevi e la necessità di «creare percorsi di crescita e valorizzazione professionale, contribuendo a un ambiente di lavoro stimolante e gratificante, utile a trattenere i talenti e contrastare la fuga dei giovani, spesso in cerca di migliori opportunità economiche e professionali», auspicando infine «che la cultura continui a essere il seme di pace e dialogo che ci unisce, aiutandoci a costruire un futuro migliore insieme».
Ufficio Stampa
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