
(AGENPARL) – Mon 17 March 2025 Visualizza da browser
Giornata Mondiale della sindrome di Down
21 marzo 2025
SINDROME DI DOWN
Cosa fare (e non)
di Monica Induni-Pianezzi e Angelica Jäggli
5 consigli per le più comuni difficoltà a scuola e non solo
Nonostante la sindrome di Down sembri da tempo conosciuta, è ancora facile imbattersi in preconcetti che, anche se accompagnati da buone intenzioni, derivano da informazioni e visioni superate. Le più aggiornate ricerche confermano invece l’assunto di base che la Trisomia 21 non comporta una compromissione omogenea dello sviluppo, bensì un profilo specifico con punti forti e punti di difficoltà. Ciò significa che, con il giusto supporto, molte persone con sindrome di Down possono sviluppare a pieno il loro potenziale, costruendo una vita autodeterminata e il più possibile autonoma.
Una prospettiva che deve però tradursi in un’evoluzione della visione educativa e in un ambiente che consideri il loro diritto alla partecipazione e alla piena costruzione di tale vita: Sindrome di Down. Cosa fare (e non)è un agile manuale pensato per insegnanti ed educatori quale strumento pratico per affrontare le sfide più comuni in questo percorso di accompagnamento, comprendendone meglio le sfide e situazioni.
In occasione della Giornata Mondiale della Sindrome di Down, il 21 marzo, proponiamo 5 consigli estratti dal libro, che si compone di 12 capitoli pensati per analizzare le situazioni comuni di difficoltà alla scuola primaria, ma non solo, introdotti da alcuni spunti di riflessione sulle possibili cause del comportamento («Perché fa così?») e da esempi pratici di buone pratiche («Cosa fare» e «Cosa non fare»):
* Imita gli altri. Perché l’imitazione fa reagire i compagni o ha dimenticato la consegna verbale e sfrutta le potenzialità dell’apprendimento visivo: è consigliabile dunque creare e curare le occasioni di relazioni tra pari, mettendo in luce i modelli positivi.
* Fatica a gestire la frustrazione. Perché non riesce a esprimersi verbalmente e non ha strategie concrete per esprimere e superare la difficoltà: bisogna rassicurare e dare tempo, prevenendo la frustrazione con anticipazioni, domande dirette e possibilità di scelta.
* Disturba gli altri e le attività. Perché ha bisogno di relazionarsi e disturbare causa reazioni, oltre che perché la capacità di organizzare il proprio comportamento è ancora in maturazione: strutturare quindi delle strategie di interazione adeguate e allenarle con strumenti visivi. Spiegare agli altri che, creando delle interazioni positive, diminuiranno le interazioni fastidiose.
* Ha difficoltà nel linguaggio. Perché cerca di adattarsi al ritmo della conversazione ma gli è difficile organizzare il linguaggio per esprimere i pensieri, e l’articolazione è resa difficoltosa dalle caratteristiche morfologiche: per questo, è importante dare strumenti concreti di appoggio alla comunicazione e mettere in condizione di poter comunicare indipendentemente dal livello verbale; dare tempo e verificare con una domanda chiusa se si è inteso bene.
* Si oppone alle richieste. Perché non ha saputo esprimere verbalmente i suoi dubbi o non si sente competente rispetto all’attività e ha bisogno di tempo per elaborare informazioni e cambiamenti: è necessario quindi adeguare le richieste e ripeterle considerando sempre il tempo necessario al cambiamento, e costruire numerose opportunità di scelta e di comunicazione, trasmettendo al bambino fiducia e attese positive.
*Monica Induni-Pianezzi Direttrice e co-fondatrice dell’associazione «Avventuno», ente che si occupa di sostenere e accompagnare le persone con sindrome di Down, le loro famiglie e i professionisti coinvolti nei loro percorsi di vita. Formata in neuroscienze cognitive e neuropsicologia dell’età evolutiva. È insegnante nei percorsi di perfezionamento nell’ambito della disabilità intellettiva e collabora nella formazione dei docenti presso il Dipartimento formazione e apprendimento della Scuola universitaria professionale della Svizzera italiana (SUPSI). Ha pubblicato il libro per ragazzi Daniel. Oltre la sindome di Down (Fontana Edizioni, 2018).
*Angelica Jäggli formata in insegnamento, perfezionata in didattica inclusiva e sindrome di Down. Nell’associazione «Avventuno» si occupa, in qualità di responsabile educazione e inclusione, della supervisione pedagogica dei percorsi delle persone con sindrome di Down. Svolge attività di consulenza per professionisti e familiari sulle specificità di apprendimento nella Trisomia 21. È formatrice per insegnanti e insegnanti specializzati e collabora nella formazione dei docenti presso il Dipartimento formazione e apprendimento della Scuola universitaria professionale della Svizzera italiana (SUPSI).
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