
(AGENPARL) – Fri 14 March 2025 La deadline è il 31 marzo 2025. Entro quella data, oltre 4 milioni di
imprese italiane, circa 800mila in Lombardia, saranno obbligate a stipulare
contratti assicurativi a copertura di danni materiali direttamente causati
da calamità naturali ed eventi catastrofali. Questa la decisione del
Governo che, causa ritardo nella definizione del quadro normativo, rischia
di mettere in seria difficoltà un numero enorme di aziende che avrebbero a
disposizione meno di un mese di tempo per sottoscrivere la polizza
assicurativa.
“La conferma del termine del 31 marzo per l’entrata in vigore
dell’obbligo di stipulare contratti assicurativi a copertura di danni
materiali direttamente causati da calamità naturali ed eventi catastrofali
ci ha purtroppo fortemente contrariato – afferma Giovanni Bozzini,
Presidente di CNA Lombardia -. Si tratta di un obbligo, lo dico
sinceramente, che suona come un ulteriore gravoso balzello: ancora una
volta, in questo Paese non si mette in sicurezza il territorio, non si
rafforzano tempi e modalità di soccorso, ma si scarica tutto sulle spalle
dei contribuenti, e specialmente delle micro e piccole imprese.”
“Questo obbligo investe oltre 4 milioni di imprese italiane, circa 800mila
in Lombardia, che avrebbero a disposizione pochissime settimane per
sottoscrivere contratti assai articolati e complessi – spiega Stefano Binda,
Segretario di CNA Lombardia -. Queste imprese hanno a disposizione solo dal
27 febbraio il decreto contenente il regolamento attuativo. Alle imprese
servirebbero tempi e modi per valutare e comparare le offerte, secondo un
criterio di vera e propria libertà di mercato.”
Secondo CNA Lombardia si tratta di una disposizione a tutto vantaggio delle
compagnie assicurative, che non tiene conto delle tempistiche limitate e dei
fardelli burocratici che inevitabilmente ne conseguono, tutto a discapito
delle imprese e degli imprenditori.
“Oltre che un onere gravoso sulle spalle delle imprese italiane, la
percezione generale è che si tratti di una disposizione che costruisce per
le compagnie assicurative i presupposti per ulteriori grandi profitti, ma
anche una partita di non poco conto a vantaggio dell’erario – sottolinea
Bozzini -. Mi chiedo se gli ingenti introiti fiscali dell’operazione, in
primis il gettito IVA dei premi, verranno impiegati per mettere in sicurezza
il territorio, le nostre comunità, i nostri territori. Per questo chiediamo
al Governo una proroga ad almeno il 31 dicembre 2025 e la messa a
disposizione di strumenti utili al controllo e alla comparazione delle
offerte assicurative. In altre parole: contestiamo l’obbligo e contestiamo
il modo in cui quest’obbligo viene calato dall’alto sulla testa delle
nostre imprese.”
La Confederazione nazionale dell’Artigianato sottolinea anche come
l’obbligo assicurativo previsto dal Governo non assicuri al momento
condizioni di effettiva equità e concorrenza tra le compagnie del ramo
“incendi ed elementi naturali”, nel quale si realizza una vera e propria
concentrazione, con le prime 4 compagnie che incassano il 62% dei premi in
Italia.