
(AGENPARL) – mar 04 marzo 2025 COMUNICATO STAMPA
4 MARZO 2025
NUOVA GUIDA PER LE IMPRENDITRICI PADOVANE:
ANTONIA PEROZZO PRESIDENTE DI CONFAPID
L’Assemblea delle imprenditrici dell’Associazione ha eletto il nuovo Consiglio, che ha
successivamente nominato Antonia Perozzo (CTP Perozzo Impianti, di Cittadella) come presidente e
Giada Martini (Fragomeni Group) come vicepresidente. «La nostra forza è la visione d’insieme». I
numeri: un’azienda su cinque è “rosa”, ma nell’industria la presenza femminile è ancora limitata
sotto al 10%.
Cambio al vertice per le imprenditrici della piccola e media industria padovana. L’Assemblea delle
imprenditrici di Confapi Padova ha eletto il nuovo Consiglio di ConfapiD Padova, che ha
successivamente nominato Antonia Perozzo come nuova presidente. Succede a Patrizia Barbieri,
protagonista del rilancio del Gruppo, del quale resta vice presidente nazionale.
Antonia Perozzo è socia di CTP Perozzo Impianti, azienda di Cittadella che realizza e installa impianti
industriali e civili, vantando 50 anni di storia, celebrati nel 2024. Dal 2021 è tra le componenti di
ConfapiD, il Gruppo delle imprenditrici aderenti a Confapi Padova, di cui è componente del Consiglio
Direttivo.
Al suo fianco per il mandato di presidenza ci saranno Giada Martini (Fragomeni Group) nelle vesti di
vicepresidente e cinque consigliere: Giuliana Gaffo (Nuova Patavium, di Veggiano), Laura
Santi (Levante, di Padova), Silvia Bilato (Geremia Lubrificanti, di Padova), Sonia Saccon (Spritz
Matter, spin off universitario di Padova) ed Erica Gasparoni (RG, di Lozzo Atestino).
La nomina di Antonia Perozzo a presidente di ConfapiD si inserisce nel percorso di rinnovamento dei
vertici dell’Associazione delle piccole e medie industrie del territorio, iniziata con l’elezione di Marco
Trevisan al vertice. E proprio Trevisan ha voluto affidare la delega di rappresentanza
dell’Associazione nell’Alta Padovana a Perozzo, riconoscendone entusiasmo, capacità e
competenze.
«UN CONTRIBUTO CHE VADA OLTRE LA QUESTIONE DI GENERE»
«Prima di tutto desidero rivolgere un mio sentito ringraziamento a Patrizia Barbieri, che ha dato vita
a questo gruppo, creando uno spazio prezioso di condivisione. Il suo lavoro ha gettato basi su cui
oggi noi possiamo costruire nuove opportunità», rimarca Perozzo. «Essere imprenditrici significa
affrontare sfide quotidiane con coraggio, determinazione e visione d’insieme. Significa costruire,
innovare e creare un valore per la comunità, ma significa anche sostenersi a vicenda e condividere
l’esperienza per costruire un network che ci renda più forti. Uno degli aspetti più preziosi del nostro
gruppo è la sua straordinaria eterogeneità. Siamo imprenditrici che provengono da settori diversi
con esperienze e competenze uniche. Questa diversità non è solo una ricchezza ma è un vero e
proprio valore aggiunto. Ogni ambito ha le sue sfide e le sue opportunità e il confronto tra le realtà
differenti ci permette di trovare nuove idee, ispirazione e soluzioni. Insieme possiamo creare
connessioni, sviluppare collaborazioni e crescere non solo come singole imprenditrici ma come
un’unica rete di donne che si sostiene e si rafforza reciprocamente. Ed è anche per questo che ho
voluto avere al mio fianco Giada Martini, con cui ho condiviso il percorso che ha portato alla mia
nomina e con la quale ho già instaurato un dialogo basato su fiducia, collaborazione e visione
comune».
Sul piano programmatico, Antonia Perozzo mostra di avere le idee chiare: «Vorrei che questo
Gruppo trattasse tematiche che non sono propriamente collegate al mondo femminile, siamo
imprenditrici prima di tutto e il nostro contributo va ben oltre la questione di genere: vorrei che ci
confrontassimo su innovazione, crescita aziendale, sostenibilità, digitalizzazione e tutte le sfide che il
mercato ci pone davanti, da affrontare anche attraverso percorsi formativi e lo sviluppo di nuove
relazioni con il territorio. Il che non significa, beninteso, che la questione di genere sia eludibile: da
mamma (di due gemelli di 11 anni, Michele e Raffaele, ndr) sono consapevole in prima persona delle
difficoltà che esistono nel conciliare carriera e sfera familiare. In questo senso, la sfida è quella di
lavorare per ridurre il più possibile il gender gap, raccogliendo le istanze delle imprenditrici e dando
loro voce».
I NUMERI A PADOVA: SOLO IL 9,7% DELLE IMPRESE DELL’INDUSTRIA SONO FEMMINILI
E qualche numero, di fonte camerale, rende più chiaro il quadro generale. Oggi le imprese femminili
attive in provincia di Padova sfiorano le 18 mila unità, pari a poco meno del 21% del totale, mentre in
Veneto sono circa 94 mila, quinta regione in Italia per numerosità, dopo Lombardia, Campania, Lazio
e Sicilia. Un dato sostanzialmente stabile negli ultimi anni, anche se caratterizzato dal segno “-”, con
una leggera diminuzione rispetto al 2023 e al 2022, legata anche alla contrazione generale
dell’economia.
Significativo notare come nel 2024 le società di capitale a guida femminile siano in crescita, con un
aumento del 2,3% su base annua, mentre si registra una riduzione delle imprese individuali (-1,1%) e
delle società di persone (-2,4%), statistiche che lasciano ipotizzare come le imprenditrici si stiano
dirigendo verso forme societarie più strutturate, il che denota una maggiore professionalizzazione.
In generale, occorre però sottolineare che quello femminile risulta un segmento produttivo poco
“industrializzato” e fortemente orientato ai servizi. I settori a maggior presenza femminile sono
quelli del commercio (25%), dei servizi alla persona (20,7%) e dell’agricoltura (14,6%). Nell’industria
le imprese femminili padovane sono circa 1.800, pari al 9,7% del totale delle imprese “rosa”, un dato
migliore rispetto a quello Veneto (circa 8.700 le imprese femminili, pari al 9,4%) e a quello nazionale
(7,5%), ma comunque inferiore rispetto agli altri settori citati.
Più consistente la componente femminile nelle libere professioni, che vedono le donne
rappresentare il 30,5% degli iscritti agli ordini. In particolare, tra consulenti del lavoro e avvocati la
quota femminile supera la metà del totale (52%). La sotto-rappresentazione presente nel mondo
industriale si riscontra peraltro anche nelle libere professioni in settori più tecnici, a denotare una
minore propensione verso le cosiddette materie STEM (acronimo che sta per science, technology,
engineering and mathematics) già nel momento in cui viene pianificato il proprio percorso di studi.
Per le aree più tecniche, infatti, la presenza femminile è meno consistente, raggiungendo casi limite
tra i periti agrari (4,5%), i geometri (13%) e gli ingegneri (14%).
Numeri che testimoniano che tanta strada è stata fatta per ridurre il gender gap, ma che molta resta
ancora da fare, attraverso politiche attive, educazione finanziaria, stereotipi e formazione, cultura di
impresa e finanziamenti.
Nelle foto Antonia Perozzo; il Consiglio di ConfapiD assieme al presidente di Confapi Padova Marco
Trevisan; il direttore di Confapi Padova Davide D’Onofrio, Patrizia Barbieri, Antonia Perozzo, Giada
Martini e Marco Trevisan
Diego Zilio
Ufficio Stampa Confapi Padova