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Agenparl chiede risarcimento danni al Grande Oriente d’Italia per diffamazione a mezzo stampa
L’Agenparl, agenzia di stampa nazionale ed internazionale, ha recentemente avanzato una richiesta di risarcimento danni al Grande Oriente d’Italia (GOI) per diffamazione a mezzo stampa. La richiesta è stata formalizzata presso un organismo di mediazione a Roma, in seguito alla mancata rettifica di un comunicato stampa che l’agenzia considera diffamatorio. La controversia è stata fissata per il 31 marzo.
Il 16 dicembre 2024, il Gran Maestro del GOI, Stefano Bisi, ha pubblicato un comunicato sul sito del Grande Oriente d’Italia – Palazzo Giustiniani, nel quale contestava un articolo di Agenparl pubblicato il 14 dicembre 2024. L’articolo, intitolato “Il Grande Oriente d’Italia: Leo Taroni è il nuovo Gran Maestro”, è stato ritenuto dal GOI come lesivo e distorsivo della realtà, contribuendo negativamente al dibattito su alcune vicende giudiziarie in corso.
Nel suo comunicato, Bisi ha ribadito che il GOI si considerava danneggiato dalla diffusione di informazioni errate e fuorvianti e ha chiesto il diritto di rettifica, riservandosi la possibilità di intraprendere ulteriori azioni legali contro la direzione e l’editore di Agenparl. Il comunicato del Gran Maestro è stato anche condiviso sulla piattaforma X (ex Twitter) nella stessa data.
Il diritto di rettifica e il rifiuto della correzione
Ai sensi dell’articolo 8 della legge sulla stampa, Agenparl ha richiesto una rettifica immediata del comunicato del 16 dicembre 2024, sostenendo di avere limitata a riportare fedelmente la posizione ufficiale del GOI, come espressa dall’avvocato Raffaele Cappiello, curatore speciale del Grande Oriente d’Italia. Secondo l’agenzia, la pubblicazione dell’articolo non ha anticipato alcun esito giudiziario, ma si è basata su una documentazione accurata e verificata.
Nonostante ciò, il GOI ha rifiutato di pubblicare una rettifica, lasciando online il comunicato contestato. Questo comportamento ha spinto l’Agenparl a chiedere subito un risarcimento per il pregiudizio, sostenendo che la mancanza di correzione ha danneggiato gravemente la sua reputazione.
La richiesta di risarcimento danni
Agenparl, insieme al suo direttore Luigi Camilloni, ha ritenuto che il rifiuto del GOI di rettificare il comunicato abbia avuto effetti dannosi sul suo buon nome e sulla sua credibilità. In particolare, Agenparl ha chiesto che una somma di risarcimento danni venga destinata a un orfanotrofio da individuare a Roma.
L’avvocato Francesco Lorenti, legale di Agenparl, ha sottolineato come la permanenza online del comunicato diffamatorio continua a danneggiare la reputazione dell’agenzia e del suo direttore. La richiesta di risarcimento danni, dunque, si configura come una misura necessaria per ripristinare l’immagine e il decoro professionale dell’agenzia.
Implicazioni legali e conclusioni
La vicenda apre un ampio dibattito sul tema della diffamazione a mezzo stampa e sull’importanza del diritto di rettifica come strumento di tutela della reputazione. La Corte di Cassazione, con la sentenza n.1152 del 17 gennaio 2022, ha chiarito che il diritto di rettifica non elimina automaticamente i danni derivanti da una pubblicazione diffamatoria, ma può comunque influenzare sulla valutazione del pregiudizio subito dalla parte lesa.
L’epilogo di questa controversia legale sarà fondamentale per stabilire un precedente in merito alla responsabilità delle fonti di informazione e per valutare il giusto equilibrio tra il diritto di cronaca e la protezione dell’onorabilità delle persone e delle istituzioni coinvolte.
Quindi confermiamo l’indiscrezione pubblicata sul Canale di Telegram Libero Muratore Channel.