
(AGENPARL) – gio 27 febbraio 2025 Ufficio Stampa / Press Office
MARTE | Osservata la presenza di acqua liquida sul Pianeta Rosso
[Roma, 27 febbraio 2025]
La presenza di acqua liquida su Marte potrebbe essere all’origine di un raro
fenomeno osservato sulle dune del Pianeta Rosso: è quanto emerge dallo
studio “Geomorphological Observations and Physical Hypotheses About Martian
Dune Gullies” condotto da ricercatori dell’Istituto Nazionale di Geofisica e
Vulcanologia (INGV) e recentemente pubblicato sulla rivista Geosciences di
MDPI.
Almeno 3.7 miliardi di anni fa, Marte presentava un’atmosfera molto più densa di
quella attuale e ospitava laghi e oceani: nel tempo, gran parte dell’atmosfera del
pianeta è andata perduta, rendendo quasi impossibile, a causa della bassissima
pressione atmosferica, la presenza di acqua liquida stabile sulla sua superficie.
La ricerca condotta dall’INGV ha analizzato il versante sottovento della duna
Russell, la più grande delle dune formate dal vento all’interno dell’omonimo
cratere marziano, concentrandosi sul comportamento dell’acqua in condizioni
atmosferiche di temperatura e pressione del Pianeta Rosso.
“L’analisi di 110 immagini ad altissima risoluzione (fino a 25 cm/pixel) raccolte
nell’arco di 8 anni marziani (ovvero circa 16 anni terrestri) dalla sonda statunitense
Mars Reconnaissance Orbiter ci ha permesso di evidenziare per la prima volta la
possibile presenza su Marte di acqua nel suo punto triplo, ovvero in un
equilibrio in grado di far coesistere gli stati fisici solido, liquido e vapore,
evidenziando un ciclo stagionale ricorrente”, spiega Adriano Nardi, ricercatore
dell’INGV e primo autore dell’articolo. “Sia pure per brevi periodi, nei primi giorni
della primavera marziana e in occasione delle folate di vento, ogni anno su questa
duna può comparire acqua in condizioni atmosferiche di temperatura e pressione
che consentono la sua comparsa transitoria allo stato liquido”.
L’acqua, in questo caso, sarebbe prodotta da un fenomeno meteorologico tipico
dell’ambiente marziano che si manifesta in prossimità della superficie delle dune
grazie alla loro forma aerodinamica, impossibile da riprodurre sulla Terra dove,
peraltro, non sono mai stati osservati i caratteristici calanchi dunali di Marte
(gullies).
“La genesi dei gullies marziani ‘classici’ era stata indagata da un nostro precedente
studio, che evidenziava come l’acqua sorgiva potesse produrre quei calanchi
attraverso la fusione stagionale del permafrost, ovvero il ghiaccio rimasto
intrappolato nel terreno in epoche passate. Questa nuova ricerca, invece, ha
individuato dei fenomeni ancora più rari che producono dei canali diversi da quelli
classici, detti ‘linear gullies’ a causa della loro forma più lineare”, aggiunge Antonio
Piersanti, Dirigente di Ricerca dell’INGV e co-autore dello studio.
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Uno studio dell’INGV ha evidenziato, su alcune dune marziane, la comparsa stagionale di
acqua che potremmo aver osservato per la prima volta allo stato liquido
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In condizioni normali, l’ambiente marziano potrebbe supportare la presenza di
ghiaccio. Tuttavia, si tratterebbe di ghiaccio secco, che può cambiare stato
solamente tramutandosi in vapore, e viceversa. Con questo studio sono stati
eccezionalmente osservati gli effetti dell’acqua presente contemporaneamente
nei suoi tre stati, anche se lo stato liquido è quello meno stabile.
“Potrebbe essere, questa, la prima volta in assoluto che si riesce a osservare acqua
liquida su Marte: senz’altro è la prima volta che si associano la formazione e la
morfologia di un raro fenomeno marziano, i linear gullies presenti sulle sue
dune, all’azione dell’acqua allo stato liquido nell’ambiente attuale”, conclude
Nardi.
Se confermata, la presenza di acqua liquida, anche per brevissimi periodi,
potrebbe avere conseguenze significative per la comprensione della geologia
marziana e per la ricerca di forme di vita microbiche, nonché per
l’individuazione dei siti di atterraggio per future missioni spaziali su Marte.
Link allo studio
Link utili:
Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV)
Approfondimento sul Blog INGVambiente
Seguono immagini
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“I linear gullies potrebbero essere formati dalla brina che, grazie alle immagini
della sonda Mars Reconnaissance Orbiter, abbiamo evidenziato sulla cima della
duna Russell. La superficie del pendio è ondulata lateralmente e, quando i canali
restano in penombra, si osservano tracce di umidità assorbita dalla sabbia.
Viceversa, quando un canale svolta in direzione della luce, si assiste all’immediata
evaporazione dell’acqua che si era conservata liquida fino a quel punto”.
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Figura 1: L’immagine al centro mostra il versante sottovento della più grande delle dune
formate dal vento all’interno del cratere Russel. Su questo versante si vedono le tracce
dei cosiddetti “calanchi lineari”. In cima al pendio osserviamo una possibile sorgente
costituita dalla brina (ingrandimento B). La superficie del pendio è ondulata lateralmente
e quando i canali svoltano nella direzione del polo (restando nella penombra) si
osservano tracce di umidità assorbita dalla sabbia (ingrandimento U). Quando invece un
canale svolta nella direzione della luce (ingrandimento V) si assiste all’immediata
evaporazione dell’acqua che si era conservata liquida fino a quel punto. Sullo stesso
versante si possono osservare diversi fenomeni simili a slavine che tracciano o
deformano i canali (come evidenziato nel cerchio) e al termine dei canali è possibile
trovare dei grossi blocchi di ghiaccio arrotondati (ingrandimento G) che possono
raggiungere le dimensioni di una piccola automobile.
(Elaborato su immagine HiRISE/MRO: ESP_047078_1255 – NASA/JPLCaltech/UArizona)
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Figura 2: Gullies attivi sulla duna Russell (Elaborato su immagine HiRISE/MRO:
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Figura 3: Diagramma di stato dell’acqua in relazione agli ambienti di superficie della
Terra (in verde) e di Marte (in arancio). A titolo indicativo sono indicate le relative quote
di superficie.
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