
(AGENPARL) – mer 26 febbraio 2025 LE MOSTRE
I CHIOSTRI DI SAN PIETRO tornano ad essere i protagonisti della città grazie alle dieci mostre che
esplorano il tema di questa edizione.
Le sette sale del piano terra accoglieranno “Daido Moriyama: a retrospective”, un progetto a cura
di Thyago Nogueira dell’Instituto Moreira Salles, che racconta il fotografo giapponese che nel corso
dei suoi sessant’anni di carriera, trascorsi a documentare e ad esplorare la società giapponese del
dopoguerra, ha modificato in modo decisivo la percezione della fotografia.
Con un approccio artistico all’avanguardia e visivamente potente, Moryama ha saputo raccontare il
divario creatosi a seguito dell’occupazione militare del Giappone da parte degli Stati Uniti, tra
l’antica tradizione giapponese e l’occidentalizzazione accelerata. Leggenda vivente della fotografia
e pioniere della street photography, Moryama, arriva a Fotografia Europea, unica tappa in Italia, con
una retrospettiva, in cui oltre agli iconici scatti si potranno ammirare rari libri fotografici e riviste, e
installazioni di grandi dimensioni, per permettere ai visitatori di entrare completamente nel suo
mondo creativo.
Al primo piano, il fotografo britannico Andy Sewell presenta per la prima volta il suo progetto
“Slowly and Then All at Once” in cui esplora varie forme di potere e di protesta, attraverso una
sequenza di immagini articolate su più pannelli. Questo ritmo, insieme alla fisicità conferita ai corpi
dalle riprese ravvicinate, consente ai visitatori di immergersi nel cuore della protesta, di esserne
travolti e sentirne l’intensità, stabilendo connessioni con i protagonisti della scena. In un periodo
caratterizzato dal collasso ecologico, da disuguaglianze crescenti e da risposte politiche inadeguate,
il progetto invita alla partecipazione contro il cinismo e la rassegnazione.
Il progetto espositivo Mal de Mer di Claudio Majorana ci porta a compiere un viaggio nel delicato e
complesso universo dell’adolescenza, momento in cui ogni individuo è impegnato nella ricerca del
proprio essere pur essendo intrappolato in insicurezze e incertezze. I ragazzi ritratti da Claudio
Majorana sono pieni di domande, paure e dubbi, ma i loro pensieri, rapidi e frenetici, si muovono
spontanei sullo sfondo di paesaggi evocativi: campi estivi, foreste, cimiteri silenziosi e altri spazi della
periferia di Vilnius, in Lituania.
la mostra You don’t die, di Ghazal Golshiri e Marie Sumalla – rispettivamente giornalista iraniana e
photo editor francese del quotidiano Le Monde – racconta la storica rivolta del popolo iraniano
scoppiata dopo la tragica morte di Mahsa Amini, avvenuta il 16 settembre 2022, quando la giovane
aveva solo 22 anni. A provocare la sua morte sono state le violenze subite dopo l’arresto da parte
della polizia morale, che ha ritenuto il suo modo di vestire non rispettoso dei rigidi codici imposti
dalla Repubblica Islamica dell’Iran. Un’ennesima ingiustizia che ha infiammato il popolo iraniano,
portandolo a scendere in piazza e a sfidare le repressioni più brutali.
L’artista e fotografa britannica Vinca Peterson raccoglie nel progetto Raves and Riots scatti
provenienti dai suoi viaggi in tutta Europa. Gran Bretagna, Francia, Italia e altri paesi sono i luoghi
dove si racconta fotograficamente uno stato d’animo preciso, quel breve momento di totale libertà
che si percepisce partecipando a un rave, a un raduno, a una manifestazione. L’illegalità di questi
eventi, unita alla tensione che li caratterizza, regala quello che l’autrice chiama la “gioia sovversiva”
rivelata da queste immagini.
In We Are Carver, la fotografa Jessica Ingram invita, con un linguaggio documentario di immediata
evidenza, a entrare in una delle più grandi strutture militari del mondo, la George Washington
Carver High School di Columbus, in Georgia, per seguire gli studenti cadetti nel passaggio
dall’adolescenza all’età adulta e catturare speranze e paure di una generazione in procinto di
plasmare il proprio futuro.
Nel grande corridoio centrale, al primo piano dei Chiostri, Thaddé Comar espone How Was Your
Dream? che esplora le nuove forme di manifestazione e insurrezione nell’era post-contemporanea
dominata da metodi di controllo sociale sempre più moderni e onnipresenti. . Di fronte a un
sofisticato sistema di sorveglianza, i manifestanti di Hong Kong hanno sviluppato una serie di
ingegnose tecniche per proteggere la propria identità con maschere, occhiali e altri accessori, che
potrebbero progressivamente portare alla perdita della singolarità a favore di un’individualità
collettiva.
Control Refresh è il frutto del lavoro di Toma Gerzha, una giovane fotografa di origini russe cresciuta
ad Amsterdam. La sua ricerca si concentra sulla vita e sull’ambiente della Generazione Z in Russia e
nell’Europa orientale, influenzata tanto dalle tradizioni quanto dai social media e dalla politica. Il
progetto è stato interrotto a causa dell’invasione russa dell’Ucraina, per poi riprendere includendo
i profondi cambiamenti che la guerra ha portato nella vita dei protagonisti.
La fotografa Kido Mafon cattura la frenetica vita notturna e la cultura giovanile di Tokyo in
‘IFUCKTOKYO – DUAL MAIN CHARACTER’. Utilizzando una Contax G1 e scattando su pellicola, Mafon
esplora la città dopo il tramonto per documentare le notti vibranti di questa eclettica metropoli e la
sua scena underground in continua evoluzione.
Il progetto “Frammenti” della fotografa dominicana-francese Karla Hiraldo Voleau si ispira al
documentario di Pier Paolo Pasolini “Comizi d’Amore” (1964) e ha l’obiettivo di esplorare e
documentare le relazioni della Generazione Z in Italia oggi. Attraverso interviste e ritratti fotografici,
il progetto affronta temi come le relazioni affettive, la comunicazione, l’impatto dei social media e
il femminismo, ponendo particolare attenzione sulle dinamiche attuali e future delle relazioni
sentimentali.
Nella sede di PALAZZO DA MOSTO trovano posto una serie di progetti che caratterizzano il festival
e questa edizione in particolare, quindi: la committenza di Fotografia Europea, la mostra dedicata
ai libri fotografici, i due progetti vincitori della Open Call, la collettiva dello Speciale
Dicottoventicinque e quella di We World e infine una mostra realizzata in collaborazione con
l’Istituto Italiano di Cultura di Beirut.
La produzione di Fotografia Europea 2025 sarà realizzata da Federica Sasso e si concentra, con il
progetto intitolato Intangibili, sulla vita dei giovani caregiver nel territorio di Reggio Emilia. Si tratta
di ragazzi e ragazze tra i 18 e i 30 anni che dedicano una parte importante del loro tempo alla cura
di familiari, spesso sacrificando parte della loro giovinezza. Secondo studi di settore, molti giovani
caregiver non si rendono conto di essere a tutti gli effetti dei prestatori di cure; vivono la loro
situazione come un impegno inevitabile e imprescindibile, occupandosi delle necessità quotidiane
per garantire il benessere dei loro cari. Attraverso un delicato percorso di avvicinamento, Sasso è
entrata in contatto con questi ragazzi e ragazze alla ricerca di pattern e differenze, per tracciare un
ritratto complesso che unisce le specificità di un’età segnata da grandi cambiamenti e energie, con
la consapevolezza di un ruolo di cura che spesso non viene né riconosciuto né valorizzato, ma che
implica sacrifici, resilienza e responsabilità. Il progetto è in collaborazione con area Cura della
Comunità e della città sostenibile del Comune di Reggio Emilia “Progetto Giovani e Cura” e FCR Farmacie Comunali Riunite.
Anche quest’anno Palazzo da Mosto ospita un’importante esposizione di libri fotografici provenienti
da tutto il mondo. Fluorescent Adolescent, a cura di Francesco Colombelli, esplora l’adolescenza in
quanto periodo complesso e decisivo della vita, nelle sue sfumature e contraddizioni. Sebbene i libri
raccontino storie radicate in culture e contesti differenti, le emozioni e le esperienze legate al
percorso di crescita sono al tempo stesso universali e vissute in modi unici e irripetibili.
I progetti selezionati dalla giuria della Open Call, tra gli oltre 200 lavori di artisti e curatori che vi
hanno partecipato, sono quelli di Matylda Ni?egorodcewarta, Michele Borzoni e Rocco Rorandelli
del collettivo TerraProject.
Le fotografie di Matylda Ni?egorodcewarta esplorano i temi dell’identità, della vulnerabilità umana
e delle relazioni, alla ricerca di risposte a domande esistenziali. Gli scatti di Octopus’s Diary sono la
testimonianza di un legame strettissimo che l’artista crea con i soggetti, abbracciandoli con i suoi
tentacoli e rendendoli parte intrinseca del suo processo creativo. Attraverso la sua sensibilità, fa
sparire la propria identità e si appropria per 48 ore della vita altrui, nell’assurda, paradossale
esperienza di sentirsi qualcun altro e riuscire infine a vivere appieno la propria vita.
Michele Borzoni e Rocco Rorandelli presentano Silent Spring, un progetto che indaga l’attivismo
ambientale in Italia, Germania, Portogallo, Belgio, Francia, Svizzera e Austria, mettendo in luce il
crescente conflitto tra gli attivisti e i governi occidentali. Mentre questi ultimi trattano l’ambiente
come una mera merce da sfruttare, le giovani generazioni, in particolare quelle appena entrate
nell’età adulta, si ribellano, trovando nella lotta per la difesa del pianeta un nuovo e urgente terreno
di espressione, un modo per incanalare le proprie frustrazioni nei confronti di un sistema che le ha
deluse. Per questi giovani attivisti, la difesa dell’ambiente è diventata un potente mezzo per
reclamare il proprio futuro e far sentire la propria voce.
Lo Speciale Diciottoventicinque, il progetto formativo di Fotografia Europea, torna con la
quattordicesima edizione per accompagnare i giovani amanti della fotografia in un percorso che
permette di imparare, condividere e confrontarsi con il mondo dell’arte fotografica, creando un vero
progetto espositivo collettivo. Il duo artistico composto da Camilla Marrese e Gabriele Chiapparini
guiderà il gruppo in una serie di incontri in presenza per indagare il tema di “Avere vent’anni”
attraverso il rapporto tra fotografia e testo e creare un progetto capace di raccontare una storia
mantenendo nel contempo l’ambiguità e la mutevolezza tipiche della fotografia.
Il progetto fotografico Women See Many Things, raccoglie gli sguardi di oltre 30 giovani donne del
Kenya, Tanzania e Mozambico, in cui ambizioni e inquietudini comuni caratterizzano gli abitanti di
questa zona di confine (la Swahili Coast) tra i venti e i trent’anni. Qui WeWorld – organizzazione no
profit italiana indipendente attiva in 26 Paesi – ha realizzato tre workshop di fotografia partecipativa
nei mesi di febbraio e marzo 2024, diretti da Myriam Meloni e condotti da Halima Gongo (Kenya),
Gertrude Malizeni (Tanzania) e Nelsa Guambe (Mozambico). Da queste attività di fotografia
partecipativa nascono gli scatti di Women See Many Things, progetto condotto nell’ambito di
Kujenga Amani Pamoja (Costruire la pace insieme) e cofinanziato dall’Unione Europea. Le immagini
realizzate durante i workshop verranno allestite in esterna presso la sede dell’Università di Modena
e Reggio Emilia in viale Allegri, mentre a Palazzo Da Mosto troverà spazio il racconto del progetto e
del processo creativo che ha portato agli scatti.
La mostra Electric Whispers di Rä di Martino, a cura di Maria Rosa Sossai, esamina l’importanza del
ruolo dei luoghi di aggregazione e d’incontro per i giovani che vivono in Libano, in un periodo
drammatico, caratterizzato dall’acuirsi di conflitti che sembrano occupano nuovamente la vita
quotidiana di questa terra e della sua popolazione. A partire dal 2023, l’artista si è avvicinata al
mondo giovanile per studiare quali fossero i luoghi di incontro sia virtuali che fisici. Electric Whispers
è una mostra progettata per l’Istituto Italiano di cultura di Beirut.
Ad abbracciare il festival, numerose altre mostre partner che gravitano intorno ad esso, organizzate
dalle più importanti istituzioni culturali cittadine e ospitate nei loro spazi.
A PALAZZO DEI MUSEI, trova spazio la mostra Luigi Ghirri. Lezioni di fotografia (titolo provvisorio) a
cura di Ilaria Campioli, che parte dalle lezioni di fotografia che Luigi Ghirri tiene all’Università del
Progetto di Reggio Emilia fra il 1989 e il 1990. Poco incentrate sulla parte di insegnamento “tecnico”
del medium, le lezioni sono per Ghirri l’occasione per ripercorrere la propria produzione ed
affrontare tematiche a lui care, oltre ad approfondire la storia stessa della fotografia, presentata e
inserita dall’autore nel contesto più ampio della storia delle immagini. Nel 2010 le lezioni sono
riunite da Paolo Barbaro e Giulio Bizzarri in un volume, edito da Quodlibet, che diventa da lì a poco
un nuovo ed importante punto d’accesso per l’opera di Ghirri, oltre che un riferimento per le nuove