
Il Grande Oriente d’Italia (GOI), la più grande Obbedienza massonica in Italia, si trova in una fase di grave difficoltà. A poche settimane dalla Grande Loggia che si terrà a Rimini i primi di aprile, si preannunciano discussioni accese e richieste di appello per la giustizia.
Il documento pervenuto rappresenta un formale appello alla Commissione Antimafia affinché venga disposta un’audizione e il necessario commissariamento del Grande Oriente d’Italia, alla luce dell’appello presentato da Silverio Magno contro la sentenza n. 06/2024 emessa dal Tribunale Circoscrizionale della Sicilia. Tale necessario ed urgente appello affinché le Istituzioni intervengano in maniera energica sulla situazione interna al Grande oriente d’Italia.
L’atto atto di persecuzione e afflizione nei confronti di un membro del GOI, rappresenta l’ennesima prova provata di quanto nei mesi scorsi è stato posto dell’opinione pubblica sulle aperte violazione delle norme regolamentari dell’Ordine del Grande Oriente d’Italia e dei principi fondamentali del diritto alla difesa.
Contesto della sentenza. La comunicazione della sentenza è avvenuta in modo irrituale il 5 dicembre 2024, ben oltre i termini regolamentari previsti. In risposta a tale notifica, Magno tempestivamente ha presentato una impugnazione in via cautelativa, evidenziando le gravi irregolarità procedurali che hanno caratterizzato il procedimento e l’evidente intento persecutorio del Tribunale nei suoi confronti.
Accuse mosse e motivazioni. Le accuse formulate contro Magno si basano su affermazioni espresse in una chat WhatsApp, in cui ha manifestato il dissenso nei confronti dell’attuale Gran Maestro dell’Ordine, definendolo “illegittimo”. In un sistema massonico che tutela e promuove la libertà di espressione, questa sua opinione non avrebbe dovuto costituire oggetto di censura o di provvedimenti disciplinari. Tuttavia, la condanna emessa nei suoi confronti riflette le pressioni esercitate da una campagna intimidatoria orchestrata contro Magno e il suo gruppo di appartenenza.
Contesto elettorale e comportamenti intimidatori. Dal momento in cui è stata presentata la Lista n.1, guidata da Leo Taroni, si è verificato un attacco sistematico volto a delegittimare e ostacolare la posizione del gruppo Magno. Tale attacco si è concretizzato nell’uso di pratiche intimidatorie da parte degli avversari, culminando in una serie di Tavole d’Accusa finalizzate a silenziare le voci dissenzienti e a minare la credibilità all’interno del Grande Oriente d’Italia.
La lotta contro la Mafia. Da sempre, Magno ha sostenuto la necessità di una chiara e netta opposizione alla mafia e alla criminalità organizzata. Tuttavia, questa sua presa di posizione è stata strumentalizzata e distorta per giustificare accuse infondate nei suoi confronti, insinuando che le dichiarazioni di Magno costituissero generalizzazioni colpevolizzanti. Magno ritiene fondamentale che il Grande Oriente d’Italia prenda una posizione inequivocabile contro qualsiasi associazione con comportamenti mafiosi e respinga ogni forma di intimidazione interna.
Richiesta di audizione e commissariamento. Alla luce di quanto esposto, molti membri appartenenti al Grande Oriente d’Italia chiedono formalmente alla Commissione Antimafia di avviare un’audizione sulla vicenda e di valutare il necessario commissariamento del Grande Oriente d’Italia. Le gravi violazioni procedurali, le intimidazioni elettorali e la strumentalizzazione delle accuse dimostrano la necessità di un intervento istituzionale volto a ripristinare equità, trasparenza e il rispetto della libertà di espressione all’interno del Grande Oriente d’Italia. Sono centinaia di migliaia che confidano nel pronto intervento delle Istituzioni e degli organi preposti, ed anche Commissione antimafia per garantire e ristabilire la legittimità, il rispetto della legge ordinaria, la giustizia interna e tutela nei confronti di chiunque denunci simili abusi.