
Il Grande Oriente d’Italia (GOI), la più grande Obbedienza massonica in Italia, si trova in una fase di grave difficoltà. A poche settimane dalla Grande Loggia che si terrà a Rimini i primi di aprile, si preannunciano discussioni accese su alcuni punti cruciali all’ordine del giorno. Tra questi, in esecuzione del decreto n. 495/SB e della conseguente delibera di Giunta del 24 dicembre 2024, spiccano:
- La revoca definitiva di ogni rapporto con il corpo rituale denominato Rito Scozzese Antico ed Accettato;
- L’adozione di ogni ulteriore conseguente provvedimento;
- La revoca e annullamento del procedimento elettorale per le gravi irregolarità emerse;
- L’immediata indizione di nuove elezioni per ripristinare la serenità all’interno della Comunione.
È chiaro che l’eventuale ratifica della revoca definitiva di ogni rapporto con il denominato Rito Scozzese Antico ed Accettato rappresenterebbe ancora di più l’isolamento del Grande Oriente d’Italia dai corpi rituali internazionali dove il RSAA rappresenta se non coincide con le Obbedienze Massoniche mondiali.
Queste decisioni, che nelle intenzioni mirano a risolvere la crisi interna, rischiano al contrario di aggravare ulteriormente le tensioni già esistenti e rendono evidente la necessità di un’azione chiara e definitiva per ristabilire la legittimità delle elezioni passate e la stabilità dell’istituzione.
In questo contesto, qualsiasi tentativo di pacificazione dovrà necessariamente passare attraverso il riconoscimento di Leo Taroni come legittimo vincitore delle elezioni alla carica di Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia. Infatti, Taroni è l’unico uomo in grado di riallacciare i rapporti interni ed esteri che si sono deteriorati nel tempo con l’attuale vertice del Vascello.
Altro aspetto da non sottovalutare è che attualmente, il Vascello è in una situazione di stasi causata dai provvedimenti emessi dal Tribunale di Roma.
Infatti, il GOI si trova in una fase di transizione dopo l’ordinanza del Tribunale di Roma, che ha sospeso l’efficacia della proclamazione del nuovo Gran Maestro e l’installazione della Giunta. Questo provvedimento cautelare, volto a garantire il rispetto delle normative interne e statali, ha suscitato un notevole interesse all’interno e all’esterno dell’istituzione massonica.
Il Tribunale di Roma, più in particolare, ha accolto il ricorso presentato da membri dissidenti del GOI e, per l’effetto, ha sospeso ex articoli 23, 3° comma del codice civile e 669 octies del codice di procedura civile, l’efficacia delle seguenti delibere:
A) Delibere adottate dal CEN che stabiliscono i criteri per l’annullamento delle schede votate e l’attribuzione della cifra elettorale per le liste coinvolte nella consultazione elettorale per l’elezione del Gran Maestro del GOI per il quinquennio 2024-2029; B) Atto di proclamazione del nuovo Gran Maestro, Antonio Seminario, adottato dal Gran Maestro Stefano Bisi in data 6 aprile 2024. Questo include anche il decreto di insediamento di Antonio Seminario come Gran Maestro e dei Grandi Dignitari Sandro Cosmai, Giuseppe Trumbatore, Sergio Monticone, Raffaele Sechi, Marco Vignoni, Andrea Mazzotta, e del Gran Segretario Emanuele Melani, emesso tra il 6 e il 9 aprile 2024.
Una delle questioni centrali sollevate dal Tribunale riguarda la validità del voto espresso dagli elettori. Non è previsto in alcuna delle disposizioni costitutive e ordinamentali del GOI che la mancata rimozione del talloncino antifrode apposto sulla scheda elettorale possa essere considerata motivo di invalidazione del voto espresso. Le indicazioni contenute in circolari di natura interpretativa, che non hanno valore giuridico, non possono essere utilizzate per giustificare tale invalidazione.
In ogni caso, l’errore consisteva nell’inserire nell’urna la scheda senza rimuovere il talloncino antifrode, un compito che spettava all’ufficio elettorale e non all’elettore. Questo elemento ha evidenziato come la validità del voto non possa dipendere da errori commessi dagli organi di supervisione.
Riguardo al requisito cautelare, il Tribunale di Roma ha rilevato l’esistenza di gravi motivi per privare provvisoriamente di efficacia le delibere adottate. Considerando le numerose irregolarità emerse, il principio della legalità e della correttezza del processo elettorale deve prevalere sulla necessità di mantenere una gestione associativa transitoria.
Ora, con il Decreto N. 506/SB, Bisi ha dichiarato la necessità di revocare e annullare le elezioni precedenti per i “vizi e le irregolarità” riscontrate. Una presa di posizione che cozza con la decisione del Tribunale di Roma. Sì, hai letto bene: irregolarità. E a dichiararlo non è un giornalista ficcanaso o un oppositore interno, ma il leader stesso del Grande Oriente d’Italia.
Questo atto, che potrebbe sembrare un’ammirevole dimostrazione di trasparenza, apre però una serie di interrogativi scomodi. Se le elezioni sono state rovinate da vizi tanto gravi da invalidarle, come mai non è stata presa alcuna iniziativa in altre sedi opportune? Perché il Gran Maestro si è limitato a revocarle senza approfondire o sanzionare i responsabili?
Agenparl aveva già segnalato situazioni quantomeno singolari durante le elezioni del Grande Oriente. Ricordiamo il caos dei famosi “talloncini perduti”: centinaia di voti annullati per un adesivo dimenticato. Una storia che ha dell’assurdo e che oggi torna alla mente con ancora più dubbi.
Alla fine, il Decreto non offre risposte definitive, ma conferma una cosa: le elezioni sono state condotte con irregolarità. Se il Gran Maestro stesso lo ammette, non resta che chiedersi: perché non viene aperta un’indagine più approfondita? Perché il Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia non procede penalmente contro la CEN, responsabile della supervisione del voto?
A questo punto, l’unica soluzione per ristabilire la serenità all’interno del Grande Oriente è il riconoscimento di Leo Taroni come legittimo vincitore delle elezioni. La trasparenza, tanto sbandierata con il Decreto 506/SB, deve tradursi in azioni concrete e non restare un mero esercizio di autoironia istituzionale.
L’ammissione delle irregolarità non può bastare. Occorre fare chiarezza e adottare provvedimenti concreti per garantire la correttezza del processo democratico all’interno del Grande Oriente d’Italia. Senza un vero passo avanti in questa direzione, la fiducia nelle istituzioni massoniche rischia di vacillare irrimediabilmente.