
Mentre l’attenzione internazionale resta puntata sull’evoluzione del conflitto in Ucraina, emerge con sempre maggiore chiarezza un elemento chiave alla base della guerra: il controllo sulle materie prime strategiche e in particolar modo sulle terre rare. Un tema che Giuseppe Sabella aveva già evidenziato nel suo libro La guerra delle materie prime e lo scudo ucraino, pubblicato da Rubbettino nell’aprile 2022 e rilanciato in questi giorni in libreria.
Come riportato da recenti sviluppi, l’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha rassicurato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky sul continuo sostegno americano al paese invaso dalla Russia. Tuttavia, dietro questo supporto si cela una condizione ben precisa: Trump avrebbe richiesto garanzie per l’accesso degli Stati Uniti a una quota delle preziose risorse minerarie ucraine.
L’Ucraina, infatti, possiede alcune delle riserve più importanti al mondo di litio, uranio, titanio, ferro e, soprattutto, Terre Rare, elementi fondamentali per la produzione di tecnologia avanzata, dalla componentistica elettronica ai sistemi di difesa (come la Groenlandia, anch’essa nel mirino degli USA). Non a caso, poco prima dello scoppio del conflitto nel febbraio 2022, Kyiv aveva già stretto accordi con l’Unione Europea per lo sfruttamento congiunto di queste risorse, in particolare nell’ambito dell’Alleanza europea sulle materie prime, avviata nel luglio 2021 con lo scopo di sviluppare l’intera catena del valore del litio, dalla sua estrazione fino alla raffinazione e al riciclo.
Nel suo libro, Sabella aveva già sottolineato come la corsa alle materie prime fosse il vero motore di molte tensioni geopolitiche, in particolare alla luce della riconfigurazione economica globale accelerata dalla pandemia. I Paesi industrializzati, alla ricerca di autonomia industriale ed energetica, hanno posto la questione dell’accesso alle risorse strategiche al centro delle loro agende politiche ed economiche.
Il caso ucraino ne è una dimostrazione lampante. Mentre la narrazione pubblica si concentra sugli aspetti militari e politici del conflitto, il controllo sulle risorse naturali emerge come un elemento imprescindibile per comprendere le dinamiche della guerra. Un’intuizione che Giuseppe Sabella aveva già offerto ai lettori, anticipando gli sviluppi attuali con un’analisi approfondita e documentata.
