
Cia Matera su incidente-morte lavoratore di Grassano Ancora un agricoltore morto al lavoro nei campi,a bordo di un trattore. E’ accaduto a Grassano. Così Cia-Agricoltori Matera ricordando che alle morti si aggiungono 695 denunce di infortuni nel 2024 (dati Inail) e un migliaio di denunce di malattie professionali l’anno nel lavoro agricolo. Purtroppo il ribaltamento del trattore continua a rappresentare la principale causa di infortunio mortale sul lavoro nelle aziende agricole lucane (72% dei casi). E tra gli agricoltori a morire sono nell’80% dei casi sono persone over 65 anni e pensionati che nonostante l’età non vogliono far mancare il proprio contributo di attività nell’azienda di famiglia. “Una situazione -si sottolinea in una nota – che ha due cause principali: la collocazione delle aziende in aree impervie,con difficoltà oggettive nelle attività,e un parco di automezzi agricoli che secondo le statistiche risulta vecchio e obsoleto”. A queste cause l’associazione pensionati Cia aggiunge le pensioni minime che non consentono una vita serena e che vedono in tanti riprendere l’attività in azienda per aiutare la conduzione dell’azienda di famiglia. Cia Matera sollecita,dunque,il Dipartimento Politiche Agricole della Regione a promuovere una campagna di prevenzione contestuale all’attività di formazione e di aggiornamento per la guida dei trattori. “L’agricoltura -continua la nota – non necessita di grandi e sofisticati sistemi di prevenzione e controllo della sicurezza,ma piuttosto di buone pratiche,di giuste precauzioni tecniche e di una razionale organizzazione del lavoro,elementi di forte incidenza sull’abbattimento dei rischi. Inoltre è necessario investire,in via prioritaria,sulla formazione e l’informazione dei datori di lavoro e dei lavoratori”. Cia propone “un provvedimento per la rottamazione dei vecchi automezzi agricoli e di aiuti per l’acquisto di automezzi nuovi”,per svecchiare un parco macchine complessivo nazionale da 1,5 milioni di trattori con un’età media di 25 anni che si rinnova a un tasso di 20mila unità all’anno”.