
Dal 2021 al 2023, il Grande Oriente d’Italia (GOI) ha trasferito alla Fondazione Grande Oriente d’Italia ONLUS, a titolo di erogazioni liberali, una somma complessiva di 7,4 milioni di euro, pari al 55% delle quote versate dagli affiliati. Con tali risorse, la Fondazione ha proceduto all’acquisto e alla ristrutturazione di immobili di pregio in diverse città italiane, tra cui Cosenza, Pescara, Taranto, Bologna e Udine, immobili che vengono successivamente concessi in uso come luoghi di riunione per le Logge del GOI.
Questa operazione solleva numerosi interrogativi in termini di trasparenza e regolarità, soprattutto nei confronti degli iscritti del GOI. In particolare, emergono le seguenti domande:
- Prezzi di acquisto: Quali sono stati gli importi pagati per l’acquisto degli immobili? Conoscere tali dati sarebbe fondamentale per valutare la congruità degli investimenti effettuati con le risorse trasferite.
- Modalità di selezione degli immobili: Su quali criteri e procedure si è basata la scelta degli immobili? Una maggiore chiarezza in questo ambito potrebbe contribuire a dissipare eventuali dubbi sulla correttezza del processo decisionale.
- Criteri di selezione dei soggetti incaricati delle ristrutturazioni: Le modalità di affidamento dei lavori, che in alcuni casi potrebbero aver comportato costi ingenti e potenzialmente fuori mercato, necessitano di un approfondimento. Un esempio esemplare riguarda l’immobile di Pescara, dove oltre al costo di acquisto è stato sostenuto anche l’acquisto del mobilio già presente, evidenziando la necessità di rendicontazioni dettagliate.
Inoltre, sorgono ulteriori domande in merito a possibili accolli di mutui o pregressi contatti con soggetti terzi, come nel caso di URBS srl, società in cui il GOI detiene una partecipazione. Tali operazioni non risultano chiaramente documentate nelle scritture contabili né nelle relazioni al bilancio della Fondazione, aumentando così le incertezze sulla gestione complessiva dell’ente.
Da notare che l’oggetto sociale della Fondazione non rientra nelle attività tradizionali del GOI, rendendo ancor più controverso il trasferimento di risorse dal GOI alla Fondazione. Sul piano tributario, la situazione appare altrettanto delicata: le entrate della Fondazione, costituite principalmente dai canoni di locazione percepiti, potrebbero comportare la perdita della sua natura di ente non commerciale.
Alla luce di questi aspetti, risulta urgente e necessario che la Guardia di Finanza intervenga per verificare la situazione, al fine di garantire la trasparenza e la corretta gestione delle risorse trasferite. Tale intervento si rivela fondamentale non solo per tutelare gli interessi degli affiliati del GOI, ma anche per assicurare il rispetto delle normative vigenti in materia di gestione patrimoniale e contabile degli enti del Terzo Settore.