
(AGENPARL) – mar 04 febbraio 2025 FEDERCONSUMATORI – APS
Con la collaborazione di Fondazione Isscon
presenta
XVI INDAGINE NAZIONALE SULLE TARIFFE
DEL SERVIZIO IDRICO INTEGRATO
INTRODUZIONE
Nell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile tra i 17 Sustainable Development Goals (SDGs), al tema
dell’acqua sono dedicati il Goal 6 (“Garantire a tutti la disponibilità e la gestione sostenibile dell’acqua e delle
strutture igienico sanitarie”) e il Goal 14 (“Conservare e utilizzare in modo sostenibile gli oceani, i mari e le
risorse marine per uno sviluppo sostenibile”). A questi si aggiunge, per correlazione, il Goal 13 (“Adottare
misure urgenti per combattere il cambiamento climatico e le sue conseguenze”).
La salvaguardia delle risorse idriche e la gestione efficace, efficiente e sostenibile dei servizi idrici rientrano
anche tra gli obiettivi del PNRR, il quale rappresenta un’opportunità per rafforzare la resilienza del sistema
idrico, considerati i cambiamenti climatici in corso, rendendo i processi più efficienti, soprattutto nei territori
che presentano una maggiore vulnerabilità a situazioni di criticità idrica.
Questo fa comprendere come, giustamente, il tema della risorsa idrica rappresenti una questione centrale
nelle politiche nazionali e internazionali specialmente alla luce della grave emergenza relativa al
cambiamento climatico.
Abbiamo deciso in tal senso di analizzare le dinamiche di sviluppo, investimenti e le principali criticità del
servizio idrico integrato, costituito dall’insieme dei servizi pubblici di captazione, adduzione e distribuzione
di acqua ad usi civili, di fognatura e di depurazione delle acque reflue, compresi i servizi di captazione
adduzione a usi multipli e i servizi di depurazione ad usi misti civili e industriali che deve essere gestito
secondo principi di efficienza, efficacia ed economicità, nel rispetto delle norme nazionali e comunitarie.
Nel settore idrico c’è un problema rilevante in termini di frammentazione dell’offerta dei gestori, che rende
necessario rafforzare la dimensione media degli operatori del settore, favorendo piani di integrazione dei
gestori nei piccoli contesti territoriali (soprattutto gestiti da enti pubblici), ma anche promuovere una
gestione del settore idrico secondo canoni di efficacia ed efficienza. Se l’eccessiva frammentazione delle
gestioni rappresenta un limite, occorre trovare il giusto equilibrio tra una gestione di carattere industriale
con un forte legame con il territorio e il controllo da parte delle istituzioni locali e dei cittadini.
In questa ottica, richiamando il referendum del 2011 che sancì la vittoria di chi si opponeva a logiche di
privatizzazione mai del tutto scardinate, la soluzione gestionale più idonea potrebbe essere rappresentata
da una gestione pubblica della ricorsa “in house” così come previsto dalla normativa vigente.
A supporto di una gestione pubblica e trasparente del servizio idrico è importante favorire, in linea con le
previsioni dell’art. 2 comma 461 della legge n. 244/2007, il coinvolgimento e la partecipazione degli utenti in
ordine alla qualità del servizio.
In Italia, il problema di come gestire la risorsa idrica è ancora attuale e urgente. A tal proposito, è
fondamentale adottare comportamenti di consumo più consapevoli e virtuosi, a partire dalla reale
percezione dei propri consumi, e pretendere una governance del servizio che lo renda efficiente in ogni sua
fase così da ridurre gli sprechi e favorire in maniera sempre maggiore il riutilizzo.
Non va tuttavia dimenticato che il consumo domestico rappresenta solo una frazione del consumo totale di
acqua: il maggiore utilizzo, infatti, lo si registra nei settori dell’industria, dell’agricoltura e della zootecnia,
dove molto rimane (di urgente) da fare per la riduzione degli sprechi.
Per quanto riguarda la rete infrastrutturale, il nostro Paese è ancora ampiamente caratterizzato dalla
presenza di reti e impianti datati o inadeguati alle esigenze di servizio. Di conseguenza, continuiamo a
disperdere una elevata percentuale di acqua immessa nelle tubature (circa il 42%). Il volume delle perdite
raggiunge circa il 50% dell’acqua immessa in rete in alcune aree del Paese (soprattutto Sud e Isole).
La 16a Indagine sul servizio idrico integrato, che viene presentata, è stata realizzata da Federconsumatori –
APS in collaborazione con la Fondazione ISSCON – Istituto Studi Sul Consumo e si propone di fornire un
quadro di conoscenza complessiva sulle tariffe idriche. I dati sono stati raccolti a livello territoriale
analizzando le tariffe aggiornate degli ATO e dei Gestori del servizio idrico integrato. Le tariffe riguardano
l’annualità 2024 e sono state analizzate per ognuna delle venti città italiane Capoluogo di regione.
LE TARIFFE DEL SERVIZIO IDRICO
Con la delibera 639/2023/R/idr, ARERA ha approvato il Metodo Tariffario Idrico per il quarto periodo
regolatorio 2024-2029 (MTI-4), mantenendo stabilità nei criteri guida e negli obiettivi di riduzione delle
differenze di servizio tra le aree del Paese, in continuità con le regole introdotte a partire dal 2012.
L’MTI-4 avrà la durata di 6 anni, prevedendo un aggiornamento del Piano delle Opere Strategiche (POS) fino
al 2035, mirando a favorire la sicurezza degli approvvigionamenti idrici e, allo stesso tempo, a promuovere
una maggiore cooperazione nei diversi livelli di pianificazione. Tra gli elementi di novità un aggiornamento
della componente a copertura del costo dell’energia elettrica, negli ultimi anni oggetto di evidenti oscillazioni.
La tariffa del servizio idrico integrato serve per coprire i costi di gestione e i servizi ricevuti tra cui in
particolare:
• la potabilizzazione e il trasporto dell’acqua potabile (il servizio di acquedotto);
• la raccolta delle acque sporche nelle reti fognarie;
• la depurazione prima della restituzione in natura;
• il monitoraggio e controlli dell’acqua prelevata, distribuita e depurata;
• la manutenzione e investimenti su reti e impianti.
La struttura generale dell’articolazione prevede una quota fissa (euro all’anno), indipendente dal consumo,
da distinguere per servizio (acquedotto, fognatura e depurazione) e una quota variabile e proporzionale al
consumo (euro per metri cubi) che, per l’acquedotto, deve essere modulata attraverso la configurazione di
fasce di consumo progressive: la prima “agevolata”, pari minimo a 18,25 metri cubi all’anno per componente
(consumo minimo vitale), poi c’è una fascia “base” e massimo 3 fasce di “eccedenza”. Le quote variabili per
i servizi di fognatura e depurazione sono invece proporzionali al consumo (euro per metri cubi) ma non
modulate per fasce.
La tariffa è calcolata quindi in base alla somma dei costi fissi con i costi variabili, modulati in base al consumo
annuo di acqua, cui vanno aggiunte le componenti tariffarie perequative (UI), definite da ARERA, che i gestori
devono applicare obbligatoriamente a tutti i propri utenti. Infine, alla somma così ottenuta si aggiunge l’IVA
del 10%.
Le componenti perequative sono contributi, definiti e quantificati da ARERA a livello nazionale, che vengono
raccolti in bolletta dal gestore e versati alla Cassa per i Servizi Energetici e Ambientali; servono a coprire le
agevolazioni tariffarie concesse alle popolazioni colpite dagli eventi sismici (UI1) e alle utenze in condizioni di
disagio economico (UI3), nonché a promuovere i miglioramenti della qualità del servizio (UI2).
Le componenti perequative in vigore sono:
? UI1: serve a coprire le agevolazioni tariffarie concesse alle popolazioni colpite dagli eventi sismici; è
applicata a partire dal 1° gennaio 2013 ai consumi dei servizi di acquedotto, fognatura e depurazione, ed
è pari a 0,004 €/mc (Delibere ARERA 6/2013/R/com e 529/2013/R/com);
? UI2: serve a promuovere i miglioramenti della qualità contrattuale del servizio; è applicata a partire dal 1°
gennaio 2018 ai consumi dei servizi di acquedotto, fognatura e depurazione, ed è pari a 0,009 €/mc
(Delibere ARERA 664/2015/R/idr e 918/2017/R/idr);
? UI3: serve a coprire le agevolazioni tariffarie concesse utenze in condizioni di disagio economico; è
applicata a tutti gli utenti esclusi i beneficiari del bonus sociale idrico, a partire dal 1° gennaio 2018
unicamente ai consumi del servizio acquedotto ed estesa ai servizi di fognatura e depurazione a partire
dal 1° gennaio 2020; a partire dal 1° gennaio 2022 la UI3 è pari a 0,0179 €/mc (Delibere ARERA
918/2017/R/idr, 897/2017/R/idr e 639/2021/R/idr);
? UI4: è raccolta al fine di alimentare e coprire i costi di gestione del Fondo di garanzia delle opere idriche
di cui all’art. 58 della L. 221/2015; è applicata dal 1° gennaio 2020 ai consumi dei servizi di acquedotto,
fognatura e depurazione, ed è pari a 0,004 €/mc (Delibera ARERA 580/2019/R/idr);
? strumento allocativo ex articolo 17.1 del MTI-3: andrà ad alimentare i premi di qualità contrattuale e
tecnica per i gestori più virtuosi a livello nazionale; è applicato dal 1° gennaio 2020 ai consumi dei servizi
di acquedotto, fognatura e depurazione (Delibera ARERA 368/2022/R/idr).
L’indagine di Federconsumatori ha analizzato le tariffe per il servizio idrico integrato applicate in tutti i
Capoluoghi di regione italiani nel 2024 e ha preso come riferimento una famiglia tipo composta da 3 persone
e un consumo medio annuo di 150 e 182 m3/annui.
Nella composizione del costo finale sono comprese le voci relative a: acquedotto, canone di fognatura,
canone di depurazione, quota fissa (o ex nolo contatori), componenti di perequazione (UI1, UI2, UI3 e UI4) e
IVA al 10%.
Dai dati esaminati emerge quanto segue.
Per quanto riguarda una famiglia di 3 componenti per 150 m3 di consumo annuo, dall’analisi delle tariffe sui
20 capoluoghi di regione italiani, registrano il costo più alto le città di Firenze, Perugia e Genova
rispettivamente con 564,04 euro, 511,79 euro e 504,28 euro; mentre quelle dove si paga meno per il servizio
idrico sono Milano (160,13 euro), Campobasso (191,18 euro) e Napoli (193,64 euro). Dall’analisi della
variazione percentuale delle tariffe per il 2024 (consumo di 150 m3 per tre componenti) rispetto a quelle del
2016 per egual consumo è stato rilevano un aumento oltre misura del costo del servizio nella città di Potenza
(+72%) e una diminuzione dei prezzi a Trento (-2%).
Regione
Capoluogo
2024 su 150 m3
Abruzzo
Pescara
363,26 €
247,97 €
Basilicata
Potenza
413,71 €
240,52 €
Calabria
Catanzaro
286,26 €
173,79 €
Campania
Napoli
193,64 €
189,63 €
Emilia-Romagna
Bologna
264,78 €
258,68 €
Friuli-Venezia Giulia
Trieste
467,17 €
310,83 €
Lazio
342,04 €
229,15 €
Liguria
Genova
504,28 €
386,71 €
Lombardia
Milano
160,13 €
105,45 €
Marche
Ancona
437,50 €
327,90 €
Molise
Campobasso
191,18 €
126,25 €
Piemonte
Torino
382,07 €
272,34 €
Puglia
407,27 €
325,13 €
Sardegna
Cagliari
408,22 €
280,23 €
Sicilia
Palermo
370,18 €
224,66 €
Toscana
Firenze
564,04 €
431,35 €
Trentino-Alto Adige
Trento
240,17 €
244,21 €
Umbria
Perugia
511,79 €
307,97 €
Valle d’Aosta
Aosta
263,72 €
192,20 €
Veneto
Venezia
308,77 €
218,78 €
354,01 €
254,69 €
Italia
Media Nord Italia 2024
323,89 €
Media Centro Italia 2024
463,84 €
Media Sud Italia e isole 2024
329,22 €
2016 su 150 m3
variazione %
TARIFFE 2016-2024 PER 150 MC FAM. 3 PAX
€600,00
€500,00
€400,00
41% 50%
€300,00
€200,00
€100,00
€0,00
2024 su 150 m3
2016 su 150 m3
variazione %
Per quanto riguarda una famiglia di 3 componenti per 182 m3 di consumo annuo, dall’analisi delle tariffe sui
20 capoluoghi di regione italiani, registrano il costo più alto le città di Firenze, Perugia e Genova
rispettivamente con 763,41 euro, 618,09 euro e 614,07 euro; mentre quelle dove si paga meno per il servizio
idrico sono Milano (177,15 euro), Napoli (206,45 euro) e Campobasso (234,66 euro).
TARIFFE 2024 PER 182 MC FAM. 3 PAX
€763,41
€800,00
€700,00
€600,00
€500,00
€400,00
€300,00
€200,00
€614,07
€552,57
€503,96
€442,32
€532,27
€542,21
€485,37
€519,87
€618,09
€477,37
€388,48
€421,10
€355,87
€281,37
€206,45
€270,20
€234,66
€177,15
€100,00
€0,00
€323,85
Regione
Capoluogo
Abruzzo
Pescara
442,32 €
Basilicata
Potenza
503,96 €
Calabria
Catanzaro
355,87 €
Campania
Napoli
206,45 €
Emilia-Romagna
Bologna
281,37 €
Friuli-Venezia Giulia
Trieste
552,57 €
Lazio
421,10 €
Liguria
Genova
614,07 €
Lombardia
Milano
177,15 €
Marche
Ancona
542,21 €
Molise
Campobasso
234,66 €
Piemonte
Torino
485,37 €
Puglia
519,87 €
Sardegna
Cagliari
532,27 €
Sicilia
Palermo
477,37 €
Toscana
Firenze
763,41 €
Trentino-Alto Adige
Trento
270,20 €
Umbria
Perugia
618,09 €
Valle d’Aosta
Aosta
323,85 €
Veneto
Venezia
388,48 €
Italia
2024 su 182 m3
435,53 €
Media Nord Italia 2024
386,63 €
Media Centro Italia 2024
586,20 €
Media Sud Italia e isole 2024
409,10 €
Per entrambi i livelli di consumo idrico esaminato (150 m3 e 182 m3), vediamo come è il centro Italia ad essere
l’area geografica in cui le tariffe applicate sono le più alte, rispettivamente con una media di 463,84 euro per
150 m3 e di 586,20 euro per 182 m3.
BONUS SOCIALE IDRICO
Il bonus sociale idrico è uno sconto applicato in modo automatico sulle bollette idriche ai nuclei familiari in
condizione di disagio economico certificato da un’attestazione ISEE sottosoglia. Viene concesso per 12 mesi,
su una sola fornitura per ogni tipo di servizio (elettrico, gas e idrico). L’agevolazione spetta anche alle famiglie
che abitano in un condominio.
Il cittadino o il nucleo familiare ha diritto al bonus se rispetta i seguenti requisiti:
a) attestazione ISEE non superiore a 9.530 euro per famiglie con massimo 3 figli a carico;
b) attestazione ISEE non superiore a 20.000 euro per le famiglie numerose con almeno 4 figli a carico;
c) in caso di fornitura diretta, la stessa (ossia il contratto elettrico/gas/idrico) è intestata a uno dei
componenti il nucleo ISEE. Se il contratto è intestato a un altro soggetto (es. proprietario di casa, se
l’abitazione è in affitto) il bonus non viene riconosciuto;
d) in caso di fornitura diretta, la stessa ha una tariffa per uso domestico (per il servizio idrico deve essere
uso domestico residente);
e) in caso di fornitura diretta, la fornitura è attiva (significa che il servizio è in corso di erogazione) o
momentaneamente sospesa per morosità;
f) in caso di fornitura centralizzata, la fornitura condominiale di gas o di acqua è utilizzata in locali
abitativi ed è attiva (il servizio deve essere in corso di erogazione). Per il servizio idrico, altro requisito
necessario per ottenere il bonus è che il nucleo deve essere intestatario di una fornitura elettrica
attiva e domestica.
Il primo passaggio per ottenere il bonus è quello di presentare la Dichiarazione Sostitutiva Unica (DSU) e
ottenere un’attestazione ISEE. Se il valore dell’ISEE è sotto la soglia prevista dalla normativa e le forniture del
nucleo familiare hanno i requisiti di ammissibilità sopra specificati, verificati dal SII (Sistema Informativo
Integrato – la banca dati che contiene le informazioni relative alle forniture elettriche e gas e i dati dei clienti
a cui è intestato il contratto di fornitura, quali il codice fiscale) o dal Gestore idrico, il bonus viene riconosciuto
per 12 mesi. Ogni anno il nucleo familiare dovrà presentare una nuova DSU per ottenere nuovamente il bonus
per i successivi 12 mesi.
Il bonus sociale idrico garantisce uno sconto pari a 50 litri/abitante/giorno (quantità necessaria per
assicurare il soddisfacimento dei bisogni fondamentali della persona): questo significa che per una famiglia
di 4 persone sono scontati 200 litri ogni giorno. Il valore del bonus idrico, a differenza di quello del bonus
elettrico e gas, non è uguale per tutti gli utenti (in quanto le tariffe idriche non sono uniche a livello nazionale),
ma cambia in base all’area geografica in cui si trova la fornitura agevolata. Quindi,?per sapere quale sia il
valore dell’agevolazione, gli utenti dovranno consultare il sito del proprio gestore idrico (di norma il soggetto
che invia la fattura), verificare quali siano le tariffe applicate per il servizio idrico e calcolare l’importo del
bonus a cui hanno diritto (moltiplicando 50 litri al giorno per il numero di componenti della famiglia
anagrafica).
Lo sconto è applicato per il servizio di:
acquedotto;
fognatura;
depurazione.
Per le forniture dirette, Il bonus viene riconosciuto in bolletta dopo 6-7 mesi circa dalla data di attestazione
ISEE. Questi tempi sono determinati dalle varie fasi del processo che servono a verificare il diritto
all’agevolazione e alla successiva erogazione del bonus.
Nel caso in cui il nucleo familiare risieda in condominio e la fornitura idrica sia quindi centralizzata, il bonus
viene erogato direttamente dal gestore, se le verifiche di ammissibilità sono positive, entro 60 giorni che
decorrono da quando il gestore ha ricevuto i dati del SII. Il bonus viene erogato del Gestore idrico
territorialmente competente, con assegno o altra modalità extra-bolletta individuata dal medesimo Gestore
intestato al soggetto dichiarante della DSU.
Per poter riconoscere il bonus sociale idrico agli utenti aventi diritto il gestore idrico deve:
a) essersi accreditato al Sistema Informativo Integrato (SII), in attuazione della deliberazione
585/2021/R/com;
b) aver completato tutti gli adempimenti previsti dalla normativa in materia di privacy.
LA RETE IDRICA
La fornitura di acqua avviene attraverso una fitta rete di infrastrutture idriche che possono essere suddivise
in tre categorie principali, ognuna delle quali gioca un ruolo cruciale nel sistema di gestione delle acque:
1. INFRASTRUTTURE DI APPROVVIGIONAMENTO: sono l’insieme delle infrastrutture atte a garantire il
sistema di approvvigionamento idrico. Queste sono composte dalle captazioni (sorgenti, pozzi, gallerie
drenanti) che sfruttano le risorse idriche sotterranee, dalle opere di presa per la captazione delle acque
superficiali (es. impianti di sollevamento, traverse, etc.) e da una rete di dighe, bacini e serbatoi che
consentono la raccolta e la conservazione dell’acqua proveniente dai fiumi e dalle sorgenti. Tra gli altri
impianti utilizzati per l’approvvigionamento vi sono anche gli impianti di desalinizzazione.
2. INFRASTRUTTURE DI POTABILIZZAZIONE: l’acqua grezza prelevata da risorse sotterranee o superficiali
deve essere sottoposta a processi di trattamento per renderla potabile e sicura per il consumo umano. Gli
impianti di trattamento delle acque in Italia sono altamente sofisticati e utilizzano metodi avanzati per
rimuovere impurità, batteri e agenti inquinanti.
3. INFRASTRUTTURE DI FOGNATURE E DEPURAZIONE: una volta utilizzata, l’acqua reflua viene raccolta
attraverso reti fognarie e convogliata verso gli impianti di depurazione. Questi impianti svolgono un ruolo
cruciale, eliminando inquinanti e sostanze nocive prima del loro rilascio nell’ambiente.
Per garantire il bilanciamento tra la crescente domanda di acqua e la necessità di preservare l’ambiente e
proteggere le risorse idriche, la gestione e il dimensionamento delle infrastrutture idriche in Italia
rappresentano obiettivi prioritari. Ciò è reso ancor più cruciale dagli effetti del cambiamento climatico che
influenza la disponibilità di acqua nel tempo, rendendo cruciale l’adozione di politiche e strategie a lungo
termine per garantire la sostenibilità delle infrastrutture idriche e l’approvvigionamento continuo della
popolazione.
Il 22 marzo 2024, in occasione della Giornata mondiale dell’acqua, l’ISTAT ha pubblicato i dati sullo stato
della rete idrica in Italia, confermando la tendenza di dispersione della risorsa che nel 2022 è stata pari al
42,4% (tra i più alti d’Europa).
In Francia la dispersione idrica è al 20%, in Belgio e Svezia al 21%, in Spagna e Regno Unito al 23%, in Germania
al 6% e nei Paesi Bassi al 5%. Le scarse performance dell’Italia si spiegano soprattutto con lo stato in cui
versano le infrastrutture idriche.
Le infrastrutture idriche, soprattutto nei centri urbani, stanno subendo un significativo processo di
invecchiamento e deterioramento, contribuendo fortemente alle dispersioni lungo la rete (assieme ad altri
fattori secondari quali consumi non autorizzati, prelievi abusivi dalla rete, errori di misura dei contatori): oltre
il 60% delle tubature è stato posizionato infatti oltre 30 anni fa, mentre il 25% supera addirittura i 50 anni.
Le perdite idriche percentuali sono definite come il rapporto tra il volume delle perdite idriche totali e il
volume complessivo in ingresso nel sistema di acquedotto nell’anno considerato. Rispetto al 2020 (42,2%) le
perdite nella rete idrica risulterebbero in leggero aumento, il che confermerebbe, sempre secondo i dati
ISTAT, il persistente stato d’inefficienza di molte reti di distribuzione.
In 9 Regioni si supera il dato nazionale, tra cui Basilicata (65,5%), Abruzzo (62,5%), Molise (53,9%), Sardegna
(52,8%) e Sicilia (51,6%). La regione più virtuosa in quanto a dispersione idrica è l’Emilia-Romagna, dove si
perde per strada il 29,7% dell’acqua.
Con riferimento ai capoluoghi di provincia, le condizioni di massima criticità si verificano a Potenza (71,0%),
Chieti (70,4%), L’Aquila (68,9%), Latina (67,7%), Cosenza (66,5%), Campobasso (66,4%), Massa (65,3%),
Siracusa (65,2%) e Vibo Valentia (65,0%). Una situazione infrastrutturale più favorevole, con perdite inferiori
al 25%, si verifica in circa un capoluogo su quattro. Perdite inferiori al 15% si rilevano in sette città: Como
(9,2%), Pavia (9,4%), Monza (11,0%), Lecce (12,0%), Pordenone (12,1%), Milano (13,4%) e Macerata (13,9%).
Nei capoluoghi in cui la performance del servizio peggiora rispetto al 2020, il gestore attribuisce in molti casi
il risultato a una più corretta registrazione dei volumi (Cosenza, Imperia, L’Aquila e Sondrio, tra gli altri). A
Roma, nel 2022, le perdite si attestano al 27,9%.
PERDITE IDRICHE SULLA RETE NAZIONALE
Fonte: Dati Istat 2020.
Nel 2022 l’acqua dispersa nelle reti comunali di distribuzione dell’acqua potabile soddisferebbe le esigenze
idriche di 43,4 milioni di persone per un intero anno. Le reti comunali di distribuzione erogano ogni giorno,
per gli usi autorizzati, 214 litri di acqua potabile per abitante (36 litri in meno del 1999). Nel 2023 è al 28,8%
la quota delle famiglie che non si fidano a bere acqua di rubinetto (stabile rispetto al 2022).
Nel 2023, l’86,4% delle famiglie allacciate alla rete idrica comunale si ritiene molto o abbastanza soddisfatto
del servizio idrico. Il livello di soddisfazione varia però in misura piuttosto marcata sul territorio: sono molto
o abbastanza soddisfatte oltre il 90% delle famiglie residenti al Nord, l’86,2% di quelle del Centro e l’81,8%
nel Sud; nelle Isole la percentuale raggiunge il minimo (69,8%). Oltre due famiglie su tre (il 67,1%) dichiarano
di essere soddisfatte della comprensibilità delle bollette. Nel Mezzogiorno si rileva un livello di
insoddisfazione sensibilmente al di sopra della media nazionale (43,6% nelle Isole e 38,4% nel Sud), con valori
più alti in Sicilia (46,1%), Abruzzo (42,1%) e Basilicata (42,0%).
La frequenza di lettura dei contatori è molto o abbastanza soddisfacente per circa otto famiglie su 10 (77,6%).
Tra le famiglie poco o per niente soddisfatte (il 22,5% in media nazionale) si riscontra un forte divario
territoriale, con elevate percentuali di bassa soddisfazione soprattutto in Sicilia (41,6%), Calabria (38,8%) e
Abruzzo (36,7%). Rispetto al giudizio sulla frequenza della fatturazione, la percentuale di famiglie molto o
abbastanza soddisfatte è l’81,7% del totale, con un forte differenziale territoriale. In Calabria la percentuale
di famiglie poco o per niente soddisfatte raggiunge il 38,9%, in Sicilia il 37,5% e in Abruzzo il 30,6%.
SODDISFAZIONE SUL SERVIZIO IDRICO
Fonte: Dati Istat 2023.
LA RISORSA IDRICA IN ITALIA
Il monitoraggio degli usi dell’acqua rappresenta una condizione necessaria per una gestione efficiente ed
efficace della risorsa. La scarsità di acqua dolce è una minaccia per lo sviluppo sostenibile della società, a
causa di una domanda in costante aumento, legata principalmente ai modelli di consumo e stile di vita, al
crescente processo di urbanizzazione, alle trasformazioni e all’inquinamento dei corpi idrici.
Gli impatti dei cambiamenti climatici stanno ulteriormente accrescendo la pressione sulle risorse idriche,
soprattutto in alcune aree e determinati periodi dell’anno, con una maggiore vulnerabilità di fronte a eventi
di scarsità idrica e con inevitabili conseguenze su ambiente, benessere dei cittadini ed economia.
Nella valutazione della gestione sostenibile della risorsa idrica l’attività di prelievo riveste un ruolo strategico
e determinante, per le inevitabili conseguenze sulla disponibilità per i diversi comparti d’uso, per i quali
l’acqua rappresenta una condizione di sopravvivenza.
I volumi di acqua effettivamente utilizzati nei diversi settori si riducono a causa delle perdite registrate
durante il trasporto e la distribuzione, quindi dal punto di prelievo a quello di utilizzo finale. Le infrastrutture
idriche a servizio dei diversi comparti d’uso sono significativamente diverse tra loro e presentano livelli di
dispersione differenti; pertanto, i valori assoluti e i rapporti percentuali cambiano rispetto a quanto descritto
precedentemente per i volumi prelevati.
Secondo i dati diffusi nel Blue Book 2024, il volume di acqua prelevata per uso potabile nel 2020 è pari a 9,19
miliardi di metri cubi. Questo volume è destinato al servizio di distribuzione dell’acqua potabile che fornisce
le risorse necessarie agli usi domestici, pubblici, commerciali, artigianali, industriali e agricoli presenti
all’interno della rete comunale. Un volume consistente, che conferma l’Italia, ormai da più di un ventennio,
al primo posto tra i Paesi UE27 per la quantità, in valore assoluto, di acqua dolce complessivamente prelevata
per uso potabile da corpi idrici superficiali o sotterranei. In termini pro capite, l’Italia (con 155 metri cubi
annui per abitante) si colloca in terza posizione, preceduta solo dall’Irlanda (197) e Grecia (158), e seguita
a netta distanza da Bulgaria (118) e Croazia (107).
Nel 2023, la quota di famiglie che hanno lamentato irregolarità nel servizio di erogazione dell’acqua nelle
loro abitazioni è pari all’8,9%, in lieve diminuzione rispetto al 2022 (9,7%). Calabria (38,7% di famiglie) e Sicilia
(29,5%) sono le regioni più esposte ai problemi di erogazione dell’acqua nelle abitazioni. Diametralmente
opposta la situazione nel Nord-ovest (3,1%) e nel Nord-est (2,6%), mentre nel Centro meno di una famiglia
su 10 denuncia irregolarità nel servizio di erogazione.
LA GOVERNANCE E IL RUOLO DI ARERA
I servizi idrici sono organizzati sulla base degli Ambiti Territoriali Ottimali (ATO), ossia porzioni di territorio
la cui delimitazione è definita dalle Regioni nel rispetto dei seguenti principi:
• unicità del bacino idrografico o del sub-bacino o dei bacini idrografici contigui;
• unicità della gestione;
• adeguatezza delle dimensioni gestionali, definita sulla base di parametri fisici, demografici e tecnici.
Nel primo semestre 2024 il numero totale di ATO è 62. Come precisato in più occasioni, le scelte di
delimitazione territoriale adottate a livello regionale non presentano profili di omogeneità, non consentendo
di rilevare profili di uniformità sul territorio nazionale.
Tuttavia, nella disomogeneità è possibile trovare alcuni fattori comuni, quali:
a) la prevalenza del modello regionale per l’organizzazione territoriale del servizio, sebbene connotato da
una effettiva operatività molto differenziata; nel dettaglio risulta che 12 regioni abbiano previsto un ATO
unico (Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Molise, Puglia,
Sardegna, Toscana, Umbria e Valle d’Aosta);
b) la preferenza, da parte delle restanti regioni, per il mantenimento di un’organizzazione che preveda una
pluralità di ATO all’interno del proprio territorio, facendo riscontrare la presenza di 50 ATO di
delimitazione inferiore al territorio regionale (e comunque, nella quasi totalità dei casi, coincidente
almeno con il territorio della relativa provincia).
Gli Enti di governo dell’ambito (EGATO), invece, sono gli organismi individuati dalle Regioni per ciascun
Ambito Territoriale Ottimale ai quali partecipano obbligatoriamente tutti i Comuni ricadenti nell’ATO ed ai
quali è trasferito l’esercizio delle competenze dei Comuni stessi in materia di gestione delle risorse idriche,
ivi compresa la programmazione delle infrastrutture idriche.
Agli Enti di governo dell’ambito sono attribuiti, in particolare, i compiti di seguito richiamati:
• predisposizione e aggiornamento del Piano d’Ambito (costituito dall’insieme dei seguenti atti:
ricognizione delle infrastrutture, programma degli interventi, modello gestionale e organizzativo, piano
economico-finanziario);
• affidamento del servizio idrico integrato;
• predisposizione della convenzione di gestione per la regolazione dei rapporti tra Ente di governo
dell’ambito e soggetto gestore, sulla base della convenzione tipo adottata dall’ARERA (Autorità di
regolazione per energia reti e ambiente);
• al fine dell’aggiornamento del piano economico-finanziario, predisposizione della tariffa nell’osservanza
del metodo tariffario adottato dall’Autorità e relativa trasmissione a quest’ultima per l’approvazione.
L’Ente di governo dell’ambito, nel rispetto del piano d’ambito e del principio di unicità della gestione, procede
alla scelta della forma di gestione fra quelle previste dall’ordinamento europeo, provvedendo
conseguentemente all’affidamento del servizio idrico integrato. Il diritto comunitario ha delineato tre
paradigmi organizzativi e gestionali: a) affidamento mediante gara; b) partenariato pubblico-privato con gara
per la scelta del socio privato (PPP); c) in house providing.
Il decreto-legge n. 133/2014 (c.d. Decreto Sblocca Italia) ha disposto che, in sede di prima applicazione, gli
Enti di governo d’ambito, al fine di garantire il conseguimento del principio di unicità della gestione all’interno
dell’ATO, dispongono l’affidamento al gestore unico d’ambito alla scadenza delle gestioni esistenti, operanti
in base ad un affidamento approvato in conformità alla normativa vigente.
Il legislatore ha previsto talune deroghe alla costituzione del gestore unico d’ambito da parte dell’Ente di
governo. In particolare, nel caso in cui l’ATO coincida con il territorio regionale, è consentito l’affidamento
del servizio idrico integrato in ambiti territoriali, comunque, non inferiori al territorio corrispondente alle
province o alle città metropolitane.
Inoltre, tra le deroghe alla costituzione del gestore unico d’ambito, il legislatore ha previsto anche che siano
fatte salve: le gestioni del servizio idrico in forma autonoma nei comuni montani con popolazione inferiore a
1.000 abitanti già istituite ai sensi del comma 5 dell’articolo 148 del D. Lgs. 152/06; le gestioni del servizio
idrico in forma autonoma esistenti, nei comuni che presentano contestualmente le seguenti caratteristiche:
a) approvvigionamento idrico da fonti qualitativamente pregiate; b) sorgenti ricadenti in parchi naturali o
aree naturali protette ovvero in siti individuati come beni paesaggistici ai sensi del codice dei beni culturali e
del paesaggio, di cui al decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42; c) utilizzo efficiente della risorsa e tutela
del corpo idrico.
Per tali ragioni in alcuni ATO sono ancora presenti diverse gestioni (a livello nazionale se ne contano oltre
2.100).
Con il Decreto-legge n. 201/2011 (c.d. “Salva-Italia”) sono state trasferite all’ARERA “le funzioni attinenti alla
regolazione e al controllo dei servizi idrici”. Tali funzioni vengono esercitate dall’Autorità con gli stessi poteri
alla medesima attribuiti dalla propria legge istitutiva (Legge n. 481 del 1995) e fanno riferimento agli aspetti
di seguito evidenziati.
In materia tariffaria: individuazione dei costi efficienti di investimento e dei costi esercizio da riconoscere in
tariffa; predisposizione e revisione periodica del metodo tariffario (ossia dei criteri per la determinazione
delle tariffe), approvazione delle tariffe proposte dal soggetto competente (verificando anche la corretta
redazione degli atti che compongono il piano d’ambito); definizione di direttive per la trasparenza della
contabilità volta alla corretta disaggregazione di costi e ricavi per funzione svolta e area geografica
(unbundling). L’Autorità ha, tra gli altri, il compito di definire le componenti di costo e di predisporre e
rivedere periodicamente il metodo tariffario per la determinazione della tariffa del servizio idrico integrato e
di approvare le tariffe proposte dal soggetto competente.
La tariffa è predisposta dagli Enti di governo dell’ambito o dagli altri soggetti competenti individuati dalla
legge regionale, e trasmessa all’Autorità per l’approvazione, insieme a tutti i documenti necessari. In caso di
inerzia dell’Ente di governo dell’ambito, l’iniziativa spetta al gestore.
La tariffa viene determinata d’ufficio dall’Autorità, quando l’EGA e/o il gestore non forniscano tutti gli atti, i
dati e le informazioni necessarie, secondo quanto previsto dall’Autorità stessa.
Inoltre, l’Autorità dispone, al ricorrere di talune casistiche (tra cui la mancata consegna degli impianti al
gestore d’ambito, la mancata adozione della carta dei servizi, la fatturazione di un consumo minimo
impegnato), l’invarianza delle tariffe rispetto a quelle applicate da ciascun gestore negli anni precedenti.
In tema di qualità: definizione dei livelli minimi e degli obiettivi di qualità del servizio idrico integrato,
determinando anche obblighi di indennizzo automatico in caso di violazione dei provvedimenti adottati.
Con riguardo alla tutela dei diritti degli utenti: valutazione di reclami, istanze e segnalazioni; predisposizione
della convenzione tipo per la regolazione dei rapporti tra il soggetto che affida il servizio ed il soggetto
gestore. Ulteriori competenze sono poi state attribuite all’Autorità da interventi normativi successivi, ossia
dal D.L. 133/2014, in particolare con riferimento al monitoraggio sugli affidamenti e sulla partecipazione
obbligatoria degli Enti Locali agli Enti di governo dell’ambito e dalla legge n. 221/2015 (c.d. Collegato
ambientale), per quanto attiene l’adozione di direttive per il contenimento delle morosità e la definizione
della tariffa sociale, assicurando agli utenti domestici disagiati l’accesso, a condizioni agevolate, al
quantitativo minimo vitale.
I profili attinenti alle caratteristiche chimiche e microbiologiche dell’acqua fornita non rientrano nelle
competenze di regolazione dell’ARERA.
L’azione dell’Autorità persegue la finalità di definire, attraverso una regolazione stabile e certa (sempre a
seguito di un ampio processo di consultazione con i diversi soggetti interessati, operatori e consumatori), un
sistema tariffario equo, trasparente e non discriminatorio, un servizio efficiente e di qualità, la tutela dei
clienti finali. Obiettivo dell’Autorità è, inoltre, quello di garantire la diffusione, la fruibilità e la qualità del
servizio all’utenza in modo omogeneo sull’intero territorio nazionale, tutelando i diritti e gli interessi degli
utenti e garantendo che la gestione dei servizi idrici avvenga in condizioni di efficienza e di equilibrio
economico e finanziario.
LA NORMATIVA EUROPEA
Da diversi decenni l’Unione Europea è impegnata nell’attuazione di una politica a tutela della risorsa idrica
particolarmente diffusa. Sono numerosi, infatti, i provvedimenti a livello europeo volti a preservare le fonti
idriche e gli ecosistemi acquatici e a garantire la tutela di tutte le acque, a prescindere dalla loro destinazione.
Il provvedimento cardine intorno al quale ruota la disciplina UE di riferimento è certamente la direttiva
quadro sulle acque 2000/60/CE (c.d. Water Framework Directive, WFD), che stabilisce un quadro giuridico
uniforme per garantire la salvaguardia dei corpi idrici dal deterioramento e il ripristino della loro qualità
chimica e biologica (al fine di raggiungere il c.d. “buono stato”) in caso di compromissione. La WFD, inoltre,
mira ad assicurare un utilizzo sostenibile delle risorse idrica, attraverso una programmazione degli usi in
un’ottica di lungo periodo e su una scala territoriale adeguatamente vasta; essa, inoltre, individua nelle
Autorità di Bacino i soggetti preposti al governo delle acque.
Alla WFD si affiancano numerose direttive di supporto, ognuna delle quali interviene a disciplinare specifici
settori d’uso. Tra le altre, si segnalano:
• la direttiva (UE) 2020/2184, concernente la qualità delle acque destinate al consumo umano (Drinking
Water Directive, DWD), mira a garantire la protezione della salute umana dagli effetti negativi derivanti dalla
potenziale contaminazione delle acque destinate al consumo umano, garantendone “la salubrità e la pulizia”.
Per il raggiungimento di tale obiettivo, viene introdotto un nuovo approccio alla gestione dell’acqua e delle
relative infrastrutture, basato sulla valutazione del rischio. Vengono previsti, inoltre, requisiti specifici tesi ad
assicurare l’igiene dei materiali che entrano in contatto con l’acqua (ad esempio, condutture, valvole,
pompe);
• la direttiva 91/271/CEE, sul trattamento delle acque reflue urbane, disciplina la raccolta, il trattamento e
lo scarico dei reflui. Tale direttiva è in fase di revisione e si prevede che il nuovo testo possa essere adottato
entro la fine dell’attuale legislatura europea.
• la direttiva 86/278/CEE concernente la protezione dell’ambiente, in particolare del suolo, nell’utilizzazione
dei fanghi di depurazione in agricoltura, introduce misure per evitare i possibili effetti nocivi sull’ambiente e
sulla salute umana connessi all’utilizzo dei fanghi come fertilizzanti;
• la direttiva 2008/105/CE relativa a standard di qualità ambientale nel settore della politica delle acque, che
definisce i limiti di concentrazione delle sostanze che rappresentano un rischio significativo per l’ambiente
acquatico. Tale direttiva è stata oggetto di una prima revisione nel 2013, che ha aggiunto nuove sostanze da
controllare;
• la direttiva 91/676/CEE, relativa alla protezione delle acque dall’inquinamento provocato dai nitrati
provenienti da fonti agricole, ha lo scopo di ridurre l’inquinamento idrico da nitrati attraverso la definizione
di zone sensibili all’eutrofizzazione e di misure per la loro tutela rafforzata;
• la direttiva 2006/7/CE, relativa alla gestione della qualità delle acque di balneazione, detta disposizioni per
assicurare un costante monitoraggio delle acque costiere destinate alla balneazione. In particolare, introduce
obblighi di monitoraggio e di informazione al pubblico;
• la direttiva 2007/60/CE, relativa alla valutazione e alla gestione dei rischi di alluvioni, mira a ridurre il
pericolo connesso agli eventi alluvionali attraverso la valutazione del rischio idrogeologico nei bacini
idrografici e nelle regioni costiere. Impone altresì l’elaborazione di piani di gestione del rischio dedicati e la
mappatura delle aree con tendenza a forti alluvioni.
LA REGOLAZIONE DELLA QUALITÀ TECNICA E CONTRATTUALE DEL SERVIZIO IDRICO INTEGRATO
La qualità tecnica
La qualità tecnica ha l’obiettivo di migliorare l’impatto sull’ambiente e la continuità e sicurezza del servizio
reso agli utenti; inoltre, mira a indirizzare gli sforzi dei gestori verso investimenti e comportamenti gestionali
necessari al miglioramento del servizio idrico integrato. Nel nostro Paese sono necessari investimenti per
oltre 60 miliardi di euro nei prossimi anni per rinnovare le infrastrutture, adeguare gli impianti alle normative
europee sull’inquinamento e ridurre le perdite.
Con la Delibera n. 917/2017/R/IDR del 27/12/2017 l’ARERA ha definito la disciplina della Qualità tecnica del
S.I.I. (RQTI), con un approccio asimmetrico e innovativo, introducendo un modello di regolazione basato su
un sistema di indicatori composto da:
prerequisiti;
standard specifici;
standard generali.
Con la Delibera n. 183/2022/R/IDR del 26/04/2022 ARERA ha fornito i risultati finali della prima applicazione
del meccanismo incentivante della RQTI per le annualità 2018 e 2019.
Con la Delibera n. 477/2023/R/IDR del 17/10/2023 l’ARERA ha pubblicato la graduatoria sugli esiti della
seconda applicazione del meccanismo incentivante della RQTI, attribuendo premi e penalità ai gestori per i
risultati raggiunti e consolidati per il biennio cumulato di valutazione 2020-2021.
Con la Delibera 637/R/idr/2023, ARERA introduce diverse novità relativamente alla regolazione della qualità
tecnica (RQTI) con la quale disciplina la nuova struttura dei macro-indicatori di qualità e definisce le linee
guida per futuro il meccanismo incentivante biennale. In particolare, tra le più significative novità si
sottolineano:
• l’introduzione del macro-indicatore M0 – Resilienza idrica, volto a monitorare l’efficacia attesa del
complesso sistema degli approvvigionamenti a fronte delle previsioni in ordine al soddisfacimento della
domanda idrica nel territorio gestito;
• la revisione del numero e dell’ampiezza delle classi per taluni macro-indicatori per tener conto
dell’evoluzione delle performance degli anni precedenti e assicurare maggiore confrontabilità e granularità
degli obiettivi, in un’ottica di bilanciamento del meccanismo (tutti i macro-indicatori a partire dal 2024 sono
costituiti da cinque classi);
• l’esplicitazione di chiarimenti applicativi per taluni macro-indicatori, anche alla luce dell’evoluzione della
normativa euro-unitaria, nonché l’introduzione di nuovi indicatori semplici ed aggiornamento degli indicatori
semplici esistenti;
• l’introduzione, a partire dalla raccolta dati 2026, della validazione «in pool» da parte di più EGA (incluso
quello territorialmente competente) dei dati rendicontati da parte dei gestori del SII sia per enfatizzare
l’importanza della validazione che per beneficiare di esperienze diverse da quelle proprie del singolo gestore,
nonché per condividere buone pratiche tra le gestioni;
• relativamente agli obblighi di monitoraggio e registrazione dei dati di qualità tecnica, la rendicontazione
annuale degli stessi e la valutazione biennale degli obiettivi.
In questo quadro rientrano poi le misure per facilitare la creazione di infrastrutture per la sicurezza
dell’approvvigionamento e la tutela della risorsa. Per il calcolo l’ARERA ha previsto due standard specifici:
M0a per misurare la resilienza a livello di gestione del servizio idrico integrato (un dato già rilevabile
a partire dal 1° gennaio 2024);
M0b per determinare la resilienza all’interno di un ambito territoriale più ampio che coinvolge le
Autorità competenti (la fase sperimentale di raccolta dati inizierà il 1° gennaio 2025 e il meccanismo
premiante andrà a regime l’anno dopo).
Con la delibera dell’ARERA, i macro-indicatori della qualità tecnica non solo passano da 6 a 7, ma vengono
ridefiniti al loro interno per rendere i dati facilmente comparabili e per tenere conto dell’evoluzione delle
performance negli anni precedenti. A partire dal 2024 tutti i macro-indicatori sono suddivisi in 5 classi di
appartenenza, nelle quali vengono ridefiniti gli obiettivi di miglioramento e mantenimento stabiliti per
ciascun macro-indicatore.
Oltre a M0, gli altri indicatori sono: M1 (perdite idriche), M2 (interruzioni del servizio), M3 (qualità
dell’acqua erogata), M4 (adeguatezza del sistema fognario), M5 (smaltimento dei fanghi in discarica) e M6
(qualità dell’acqua depurata).
Con la Delibera 37/2024/R/idr, ARERA ha avviato il procedimento per le valutazioni quantitative, relative al
periodo di valutazione delle performance 2022-2023, previste dal meccanismo incentivante della Qualità
contrattuale del servizio idrico integrato. Con questo provvedimento l’Autorità definisce, inoltre, quali
condizioni devono verificarsi per l’attribuzione di premialità e penalità e rinvia al prossimo provvedimento
l’adozione della Nota Metodologica nell’ambito della quale individuare le cause dell’esclusione dalle
premialità e dal meccanismo incentivante e la determinazione della quota di gettito della componente UI2
destinata alle premialità.
Anche per la qualità tecnica, l’Autorità ha avviato, con Delibera 39/2024/R/idr, il procedimento per le
valutazioni quantitative, relative al biennio 2022-2023, previste dal meccanismo incentivante. Vengono
definiti, inoltre, i casi in cui sarà attribuita l’esclusione dal meccanismo incentivante o dalle premialità. Il
procedimento si è concluso il 31 ottobre 2024.
La qualità contrattuale
La qualità contrattuale riguarda numerosi aspetti del rapporto tra l’utente e il gestore, tra cui:
i tempi di effettuazione delle principali prestazioni tecniche (preventivi, allacciamenti, attivazioni,
disattivazioni, verifiche dei misuratori, della pressione, ecc.);
l’effettuazione della voltura;
i tempi di emissione delle fatture, le modalità di pagamento, la rateizzazione; le risposte ai reclami e
richieste d’informazioni e le rettifiche di fatturazione;
il servizio telefonico commerciale e gli sportelli aperti al pubblico.
L’Autorità ha previsto standard specifici e generali di qualità contrattuale che i gestori devono rispettare.
L’Ente di governo dell’ambito, anche su proposta del gestore, può, previa approvazione dell’Autorità,
applicare standard migliorativi rispetto a quelli minimi previsti a livello nazionale.
Se il gestore non rispetta uno standard specifico, l’utente ha diritto di ricevere un indennizzo automatico. Se
il gestore non rispetta gli standard generali o gli obblighi di servizio, è prevista l’applicazione di penali; previa
verifica da parte dell’Autorità da effettuarsi anche attraverso attività ispettive e qualora ne sussistano i
presupposti, il gestore può essere sanzionato.
Se il gestore del servizio di acquedotto è diverso dal gestore del servizio di fognatura e/o depurazione, il
gestore del servizio di acquedotto è tenuto a ricevere le richieste degli utenti che riguardino anche i servizi
di fognatura e/o depurazione e a girarle, entro 5 giorni lavorativi, al gestore dei servizi di fognatura e/o
depurazione. Il gestore del servizio di acquedotto deve, entro 5 giorni lavorativi, inoltrare all’utente le
risposte o le comunicazioni ricevute relative all’esecuzione della prestazione richiesta.
In caso di mancato rispetto dei termini, il gestore del servizio di acquedotto deve versare all’utente finale un
indennizzo automatico (base) pari a 30 euro. Se la risposta del gestore dei servizi di fognatura e/o
depurazione tarda ad arrivare, il gestore del servizio di acquedotto può inviare all’utente una risposta
preliminare; in tale risposta fornisce le informazioni in suo possesso, oltre a specificare la data in cui ha
trasmesso la richiesta.
A partire dal 1° gennaio 2017 è previsto un meccanismo di indennizzi automatici crescenti, per cui:
a) se la prestazione viene eseguita oltre lo standard, ma entro un tempo doppio, l’utente riceve
l’indennizzo base di 30 euro;
b) se la prestazione viene eseguita oltre un tempo doppio ma entro un tempo triplo dello standard,
l’utente riceve 60 euro;
c) se la prestazione viene eseguita oltre un tempo triplo dello standard, l’utente riceve 90 euro.
L’indennizzo automatico viene accreditato dal gestore detraendolo dall’importo addebitato nella prima
bolletta utile. Se l’importo addebitato è inferiore, la bolletta evidenzia un credito, che verrà detratto dalla
bolletta successiva, oppure versato all’utente tramite rimessa diretta.
In ogni caso l’utente deve ricevere l’indennizzo entro 180 giorni solari, calcolati dal giorno in cui inizia a
decorrere il tempo dello standard specifico o dal giorno in cui il cliente non è più moroso.
L’indennizzo non viene erogato quando l’utente ne ha avuto già uno nell’anno solare per il mancato rispetto
dello stesso livello di qualità o in presenza di cause di esclusione, ossia quando il mancato rispetto è dovuto
a cause di forza maggiore (atti di autorità pubbliche, eventi naturali eccezionali, scioperi senza preavviso,
mancato ottenimento di autorizzazioni), o all’utente stesso o a impedimenti procurati da terzi. Inoltre, il
pagamento dell’indennizzo è sospeso se l’utente è moroso, finché non paga le somme dovute.
Nel settembre 2017, con delibera 665/2017/R/IDR, l’ARERA approva i criteri per la definizione
dell’articolazione tariffaria applicata agli utenti del servizio idrico integrato introducendo il Testo integrato
corrispettivi servizi idrici (TICSI), che permette di accedere ad una “dotazione” di acqua a prezzo agevolato
in base al numero di componenti del nucleo familiare (tariffazione “pro capite”). Il corrispettivo del servizio
(quote fisse e quota variabile) è calcolato sulla base del numero di persone residenti che compongono il
nucleo familiare secondo quanto comunicato dal cliente. Questo consente di adeguare la spesa complessiva
alle reali esigenze del singolo nucleo familiare. Se il numero dei componenti non viene tempestivamente
comunicato all’azienda erogatrice, sarà preso a riferimento il valore di 3 individui per famiglia.
Il TICSI ridisegna la struttura tariffaria specificatamente per le utenze domestiche, introducendo anche per il
servizio idrico, alcuni principi di “equità” e cercando di uniformare fasce e corrispettivi a livello nazionale.
Nel dettaglio:
• introduce una distinzione netta fra le utenze domestiche residenti e le utenze domestiche non residenti,
situazione che molti gestori, a modo loro, già cercavano di gestire, per salvaguardare una corretta distinzione
fra quelli che sono i consumi delle famiglie nella quotidianità e quelle che sono le utenze relative a seconde
case o immobili di villeggiatura e con consumi saltuari;
• la “Fascia di Consumo Annuo Agevolato” diventa fruibile solo per le utenze domestiche residenti, non
trovando alcuna giustificazione l’azione di riservare tale fascia anche ad utenze che hanno consumi saltuari;
• la quota variabile della “Fascia di Consumo Annuo Agevolato” e delle altre fasce viene rapportata ad un
“consumo pro capite” (per la fascia agevolata 50 litri/abitante/giorno, cioè 18,25 mc l’anno per abitante), in
applicazione di un corretto principio di equità: più numerosa è la famiglia che abita l’immobile, più larghe
saranno le fasce e più tardi scatteranno i consumi in eccedenza;
• si impone una proporzionalità nell’applicazione delle tariffe, la Tariffa Agevolata sarà pari alla Tariffa Base
meno l’agevolazione e l’agevolazione riconosciuta per ogni mc potrà variare dal 20% al 50% della Tariffa Base
(l’Ente di Governo d’Ambito deciderà quale agevolazione applicare, in molti ATO si sta applicando il 35% di
agevolazione);
• la Tariffa dell’ultima fascia di Eccedenza non potrà superare di 6 volte la Tariffa Agevolata, al fine di
mantenere un corretto equilibrio fra le tariffe applicate nelle varie fasce.
Inoltre, per le utenze non domestiche l’ARERA ha previsto una ridefinizione delle Categorie:
• accorpando le utenze commerciali e artigianali in un’unica categoria;
• individuando le nuove categorie Utenze Pubbliche Non Disalimentabili (Istituti Scolastici di ogni genere e
grado, Ospedali e strutture ospedaliere, Case di Cura e di Assistenza, Caserme e presidi operativi di
emergenza, strutture militari e di vigilanza, altre utenze pubbliche che, comunque, svolgano un servizio
necessario per garantire l’incolumità sanitaria e la sicurezza fisica delle persone, ovvero tali per cui una
eventuale sospensione dell’erogazione possa comportare problemi di ordine pubblico e sicurezza dello
Stato, tra cui le “bocche antincendio”) e Utenze Pubbliche Disalimentabili (le altre strutture pubbliche).
Il TICSI, inoltre, ha apportato alcune modifiche all’Allegato della Delibera 218/2016/R/Idr (denominato TIMSII
– Testo Integrato per la Regolazione del servizio di Misura del Servizio idrico Integrato), fra cui una
riclassificazione dei consumi medi delle utenze domestiche in base ai componenti del nucleo familiare e
l’obbligo di avviso di lettura limitato alle utenze con misuratore non accessibile o difficilmente accessibile.
Infine, ha introdotto un nuovo metodo di calcolo delle tariffe di fognatura e depurazione per Utenze
Industriali con autorizzazione allo scarico, a carico degli Enti di Governo d’Ambito.
Resta dunque l’obbligatorietà, in capo a tutti i gestori dei servizi idrici, della rimodulazione dei corrispettivi
nella nuova struttura denominata “TICSI” e dell’invio dati con la nuova struttura dei corrispettivi agli EGA e
all’ARERA per l’opportuna approvazione. Ma ancora il recepimento di tale delibera procede con lentezza,
tanto da costringere l’ARERA ad avviare un procedimento di monitoraggio per la sua applicazione (del 5
dicembre 2018 n. 636).
Infatti, anche se alcuni Gestori sono “cessati ex lege” o sono fra i gestori a cui viene applicata la Tariffa
d’ufficio con Teta = 0,9 o, per varie motivazioni, non possono accedere all’aggiornamento tariffario, ciò non
fa decadere per essi l’obbligo di un “rimodulazione della Tariffa secondo il TICSI”.
In termini semplici, resta l’obbligo di trasmissione dei dati (file in Excel predisposto dall’ARERA e denominato
RDT-2018) agli Enti di Governo d’Ambito, e in questi file, a parità dei ricavi previsti (cioè ad isoricavo), si
propone una rimodulazione delle tariffe rispettando i principi e le struttura indicata da TICSI e le indicazioni
sull’agevolazione, sulla proporzionalità fra le tariffe e sull’articolazione delle fasce dettate dagli Enti di
Governo d’Ambito, documentando il tutto con adeguati ricalcoli dei consumi nelle nuove fasce in maniera
analitica e argomentando le metodologie adottate e le variazioni della tariffa rispetto alla struttura
precedentemente adottata (che, per ogni categoria d’utenza, non può variare in misura maggiore del 10% in
aumento o in diminuzione, Art. 36.6 Allegato alla Del 664/2015/R/idr).
A partire dal 2022 nella quasi totalità delle città (eccetto qualcuna con tariffa ferma agli anni passati e/o
commissariata) è stata applicata la TICSI (Testo Integrato Corrispettivi Servizio Idrico).
Indennizzi automatici per tipologia di utenza nel 2019 (numero di casi e di indennizzi; totale indennizzato in euro)
CASI CON
DIRITTO
ALL’INDENNIZZO
Uso civile
domestico
CASI CON DIRITTO
ALL’INDENNIZZO/
UTENZA
INDENNIZZI
PRESTAZIONI
INDENNIZZI
PRESTAZIONI
INDENNIZZI
PRESTAZIONI
2017 E 2016
EROGAZIONI
INDENNIZZI
NEL 2019
(EURO)
TOTALE
INDENNIZZATO/UTENZA
(EURO)
294.237
0,019
36.272
52.810
12.194
0,283
Uso civile
domestico
20.056
0,036
1.441
5.730
2.077
471.694
0,855
Altri usi
49.859
0,029
8.722
14.503
1.278
0,642
5.424
0,128
1.082
74.940
1,773
369.576
0,021
74.125
15.579
0,340
industriali
TOTALE
46.823
Fonte ARERA, elaborazione su dati comunicati dai gestori ai sensi dell’RQSII
Indennizzi automatici per tipologia di utenza nel 2020 (numero di casi e di indennizzi; totale indennizzato in
Euro)
TIPOLOGIA
DI UTENZA
CASI CON DIRITTO
ALL’INDENNIZZO
CASI CON DIRITTO
ALL’INDENNIZZO/
UTENZA
INDENNIZZI
PRESTAZIONI
INDENNIZZI
PRESTAZIONI
INDENNIZZI
PRESTAZIONI
2018 E
PRECEDENTI
EROGAZIONI
INDENNIZZI
NEL 2020
(EURO)
TOTALE
INDENNIZZATO/UTENZA
NEL 2020
(EURO)
domestico
(art. 2 TICSI)
300.104
0,019
20.971
58.362
7.361
0,242
Uso diverso
domestico
(art. 8 TICSI)
83.326
0,037
7.580
23.567
1.829
0,618
383.430
0,022
28.551
81.929
9.190
0,289
TOTALE
Fonte ARERA, elaborazione su dati comunicati dai gestori ai sensi dell’RQSII
Indennizzi automatici per tipologia d’uso nel 2021 (numero di casi e di indennizzi; totale indennizzato in euro)
TIPOLOGIA
D’USO
domestico
(art. 2 TICSI)
Uso diverso
domestico
(art. 8 TICSI)
CASI CON
DIRITTO
ALL’INDENNIZZO
CASI CON
DIRITTO
ALL’INDENNIZZO/
UTENZA
INDENNIZZI SU
PRESTAZIONI
INDENNIZZI SU
PRESTAZIONI
INDENNIZZI SU
PRESTAZIONI
2019 E
PRECEDENTI
EROGAZIONI PER
INDENNIZZI NEL 2021
(EURO)
TOTALE
INDENNIZZATO/UTENZA NEL 2021
(EURO)
192.536
0,012
26.341
48.895
15.914
0,249
63.140
0,027
6.836
32.911
3.013
0,753
Fonte ARERA, elaborazione su dati comunicati dai gestori ai sensi dell’RQSII
GESTIONI ADEMPIENTI E GESTIONI INADEMPIENTI PER SINGOLO STANDARD GENERALE
% gestioni con
standard
rispettato nel
% gestioni con
standard non
rispettato nel
% gestioni con
standard
rispettato nel
% gestioni con
standard non
rispettato nel
% gestioni con
standard
rispettato nel
% gestioni con
standard non
rispettato nel
% gestioni
con standard
rispettato nel
% gestioni con
standard non
rispettato nel
Preavviso minimo per
la disdetta
dell’appuntamento
Tempo massimo per
l’appuntamento
Tempo per
comunicazione di
avvenuta attivazione,
riattivazione, subentro,
cessazione, voltura
Tempo per la risposta
a richieste scritte di
rettifica di fatturazione
Tempo di esecuzione
dell’allaccio fognario
complesso
Tempo di esecuzione
dell’allaccio idrico
complesso
Tempo di esecuzione
di lavori complessi
Tempo di arrivo sul
luogo di chiamata per
pronto intervento
Tempo massimo di
attesa agli sportelli
Tempo di risposta alla
chiamata di pronto
intervento (CPI)
Tempo medio di attesa
agli sportelli
Fonte: ARERA, elaborazione su dati comunicati dai gestori ai sensi dell’RQSII
Allegato 1
UN TUFFO NELLE TARIFFE DEL SISTEMA IDRICO INTEGRATO TOSCANO
Il territorio toscano è per la maggior parte collinare (66,5%); comprende alcune pianure (circa l’8,4% del
territorio) e importanti massicci montuosi (il 25,1% della Regione); la restante parte è territorio costiero e
insulare. Questa variegata morfologia territoriale esige, nel rispetto del suo assetto idrogeologico, che lo
sfruttamento della falda acquifera, nonché le attività di captazione (ovvero l’insieme delle operazioni di
realizzazione, gestione e manutenzione delle infrastrutture necessarie per l’approvvigionamento diretto
d’acqua da sorgenti, da acque superficiali (fiumi, laghi, ecc.) o da acque sotterranee (pozzi, trincee, ecc.);
adduzione e distribuzione, avvengano in maniera articolata e non univoca affinché vengano rispettati i
principi di efficienza, efficacia ed economicità nel rispetto delle norme nazionali e comunitarie (riferimenti
normativi: Decreto Legislativo n. 152/06, art. 141, D.P.C.M. 20 luglio 2012, art. 3). Al tal fine, l’Autorità Idrica
Toscana ha suddiviso le zone di ipotetico sfruttamento e distribuzione idrica in sei Conferenze territoriali, i
cui confini corrispondono alla delimitazione delle soppresse Autorità di Ambito Territoriale Ottimale (AATO).
È bene mettere subito in evidenza che, se sul piano tecnico-economico la regolazione tariffaria del servizio
idrico integrato presenta significative peculiarità rispetto a quelle inerenti a gas naturale e ad elettricità,
viceversa sotto il profilo legale le analogie nella disciplina da applicare appaiono largamente prevalenti
rispetto alle varianti. Ciò vale anzitutto per il principio di fondo di tutta la regolazione tariffaria dell’Autorità:
il principio di cost reflectivity o di full cost recovery – il principio secondo cui le tariffe devono rispecchiare i
costi di investimento e di esercizio del gestore, sempre che si tratti di costi efficienti.
Legge regionale 28 dicembre 2011, n. 69. Istituzione dell’Autorità Idrica Toscana e delle autorità per il
servizio di gestione integrata dei rifiuti urbani.
Modifiche alle leggi regionali 25/1998, 61/2007, 20/2006, 30/2005, 91/1998, 35/2011 e 14/2007
Nuova regolazione per l’intero settore dei servizi idrici
Con legge regionale n. 69/2011 la Regione Toscana ha Istituito l’Autorità Idrica Toscana, attribuendo al
nuovo soggetto le funzioni già esercitate dalle 6 Autorità di Ambito Territoriale Ottimale che coprivano il
territorio regionale toscano. Alla data del 1° gennaio 2012 i consorzi, di cui all’articolo 4 della L.R.T. 21 n.
81/1995 hanno cessato dalle funzioni e i relativi organi sono sciolti. L’Autorità subentra in tutti i rapporti
giuridici attivi e passivi degli ex consorzi di cui all’art. 4 della L.R.T. 21 n. 81/1995, nelle convenzioni per
l’affidamento del servizio idrico integrato in essere. Il personale in servizio al 31/12/2011 è trasferito nei
ruoli organici della nuova Autorità idrica.
Il territorio della Toscana è ripartito in sei conferenze territoriali: conferenza territoriale n. 1, “Toscana
Nord”; n. 2, “Basso Valdarno”; n. 3, “Medio Valdarno”; n. 4, “Alto Valdarno”; n. 5, “Toscana Costa”; n. 6,
“Ombrone”.
Allegato 1
In attesa dell’insediamento dei nuovi organi dell’Autorità Idrica Toscana i compiti della stessa sono svolti da
6 commissari (individuati negli ex presidenti delle Autorità di Ambito), ciascuno per il territorio di propria
competenza.
Nel territorio toscano sono presenti sei società a cui è stata affidata la Gestione del Servizio Idrico
Integrato.
Acque S.p.A. opera nel territorio della Conferenza Territoriale n. 2 “Basso Valdarno”
Acquedotto del Fiora S.p.A. opera nella Conferenza Territoriale n. 6 “Ombrone”
Asa S.p.A. nel territorio della Conferenza Territoriale n. 5 “Toscana Costa”
Gaia S.p.A. in quello della Conferenza Territoriale n. 1 “Toscana Nord”
Nuove Acque S.p.A. nel territorio della Conferenza Territoriale n. 4 “Alto Valdarno”
Publiacqua S.p.A. in quello della Conferenza Territoriale n. 3 “Medio Valdarno”.
Tutte le aziende erogano i servizi in attuazione della legislazione nazionale (D. Lgs. n. 152/2006) e regionale
(L.R. n. 69/2011). A queste sei aziende si aggiunge poi la società Geal S.p.A. che gestisce il Servizio Idrico
Integrato nel Comune di Lucca in virtù dell’affidamento compiuto a suo tempo dal Comune e del Protocollo
d’intesa sottoscritto dalla stessa Amministrazione con la società Geal S.p.A. e l’ex-AATO n. 1 nel quale si
attribuisce all’Autorità Idrica Toscana le funzioni di programmazione e controllo del servizio in conformità
con il principio di unitarietà della gestione (art. 147 del D. Lgs. n. 152/2006).
Allegato 1
Conferenza Territoriale n. 1 Toscana Nord
Province di Lucca – Massa Carrara – Pistoia
Gestore del Servizio Idrico Integrato — Gaia S.p.A.
Gaia S.p.A. è una Società a capitale pubblico che dal 1° gennaio 2005 gestisce il Servizio Idrico Integrato
secondo quanto previsto dalla Convenzione stipulata con l’allora Autorità di Ambito N. 1, oggi AIT
(Autorità Idrica Toscana) e la Conferenza territoriale n.1 “Toscana Nord”. Il Servizio Idrico Integrato è
costituito dall’insieme dei servizi pubblici di captazione, adduzione e distribuzione di acqua e di fognatura e
depurazione delle acque reflue, nonché di smaltimento dei fanghi residui, come disposto dalla normativa
vigente in materia. GAIA gestisce i servizi idrici in un territorio che comprende gran parte dei Comuni della
Provincia di Lucca (Garfagnana, Media Valle del Serchio, Versilia), tre Comuni della Val di Lima in Provincia di
Pistoia e i Comuni della Provincia di Massa (tranne Zeri). L’area si estende su 45 Comuni, per un totale
di 2.594 kmq, in cui si contano 430 mila abitanti (dati Istat 2014) e circa 254.014 Utenti. La rete acquedotto
ha una lunghezza totale di circa 5.500 Km e la rete fognaria circa 2.000 km, mentre gli impianti di
depurazione attivi sono 493.
Comuni serviti da Gaia spa: Aulla, Bagnone, Carrara, Casola in Lunigiana, Comano, Filattiera, Fivizzano,
Fosdinovo, Licciana Nardi, Massa, Montignoso, Mulazzo, Podenzana, Pontremoli, Tresana, Villafranca in
Lunigiana, Bagni di Lucca, Barga, Borgo a Mozzano, Camaiore, Camporgiano, Careggine, Castelnuovo di
Garfagnana, Castiglione di Garfagnana, Coreglia Antelminelli, Forte dei Marmi, Fosciandora, Gallicano,
Massarosa, Minucciano, Molazzana, Pescaglia, Piazza al Serchio, Pietrasanta, Pieve Fosciana, San Romano
in Garfagnana, Seravezza, Stazzema, Vagli Sotto, Viareggio, Villa Collemandina, Fabbriche di Vergemoli,
Sillano Giuncugnano, Abetone Cutigliano, San Marcello Piteglio
Le tariffe del servizio idrico integrato sono stabilite dall’Autorità di ambito A.I.T.
La legge n. 36 del 5 gennaio 1994 “Disposizioni in materia di risorse Idriche”, oggi confluita nel Testo Unico
n. 152 del 3 aprile 2006 “Norme in materia ambientale” prevede che la tariffa, a carico del cittadino, copra
interamente i costi di gestione e di investimento dei servizi di acquedotto, fognatura e depurazione. Le
tariffe sono costituite da una quota fissa e da una quota variabile crescente in base agli scaglioni di
consumo, differenziata a seconda della tipologia di utenza (domestica, non domestica, agricolo, etc.). In
data 1° febbraio 2019 il Consiglio Direttivo dell’Autorità Idrica Toscana ha emanato la Deliberazione n.
1/2019 avente come oggetto l’approvazione della struttura dei corrispettivi ai sensi del TICSI. Le relative
tariffe sono in vigore dal 01/01/2018 e sono state modulate nel rispetto della Delibera ARERA
665/2017/R/idr “TESTO INTEGRATO CORRISPETTIVI SERVIZI IDRICI”. Le modifiche introdotte riguardano le
classi di utenza, gli scaglioni di consumo, gli importi delle singole tariffe ed un nuovo metodo di calcolo degli
importi in bolletta per le forniture a lente tarata.
Allegato 1
COMUNI BACINO PIANA
Tipologia Utenza domestica residente tre componenti nucleo familiare
Tipo Tariffa Quota Variabile (Euro/mc) del servizio idrico integrato (A + F + D)
Agevolata (0-55 mc): euro 2,40
Base (56-135 mc): euro 2,87
Eccedenza (oltre 135 mc): euro 4,751808
Quota Fissa (euro)
Tutti i consumi (A+ F+ D)
Totale SII (A + F + D) 63,322438 euro
Conseguente per un raffronto su un consumo di mc 150 avremo una spesa media di euro 503,30.
Alle tariffe sopra esposte si aggiungono le componenti perequative stabilite da ARERA, come
maggiorazione ai corrispettivi di acquedotto, di fognatura e di depurazione, e così composte: UI1, destinata
alla copertura delle agevolazioni tariffarie concesse a favore delle popolazioni colpite dagli eventi sismici,
2023; UI2, destinata per la promozione della qualità contrattuale dei servizi di acquedotto, fognatura e
cubo; Quota da recupero efficienza, destinata ad alimentare il Conto per la promozione dell’innovazione nel
servizio idrico integrato istituito presso la Cassa per i servizi energetici e ambientali, come disposto dalla
delibera 639/2023/R/idr del 28 dicembre 2023. Dal 01/01/2024, sulla base della delibera del Consiglio
Direttivo dell’Autorità Idrica Toscana n° n. 11/2024 del 28 ottobre 2024, l’importo è pari a 0,0 centesimi di
euro/metro cubo; UI3, destinata alla copertura dei costi del bonus acqua, applicata a tutte le utenze diverse
centesimi di euro/metro cubo; UI4, destinata alla copertura dei costi di gestione del Fondo di garanzia per le
cubo dal 1 luglio 2023.
Per effetto per mc 182 avremo una spesa di 645,30 euro.
Allegato 1
COMUNI BACINO MONTANO
Tipologia Utenza domestica residente tre componenti nucleo familiare
Tipo Tariffa Quota Variabile (Euro/mc) del servizio idrico integrato (A + F + D)
Agevolata (0-55 mc): euro 1,99
Base (56-135): euro 2,38
Eccedenza (oltre 135): euro 3,94
Quota fissa SII: euro 52,557622
Totale SII: 150 mc euro 409,12
Totale SII: 182 mc euro 535,20
Alle tariffe sopra esposte si aggiungono le componenti perequative stabilite da ARERA, come maggiorazione
ai corrispettivi di acquedotto, di fognatura e di depurazione, e così composte: UI1, destinata alla copertura
delle agevolazioni tariffarie concesse a favore delle popolazioni colpite dagli eventi sismici, quantificata con
destinata per la promozione della qualità contrattuale dei servizi di acquedotto, fognatura e depurazione,
recupero efficienza, destinata ad alimentare il Conto per la promozione dell’innovazione nel servizio idrico
integrato istituito presso la Cassa per i servizi energetici e ambientali, come disposto dalla delibera
639/2023/R/idr del 28 dicembre 2023. Dal 01/01/2024, sulla base della delibera del Consiglio Direttivo
dell’Autorità Idrica Toscana n° n. 11/2024 del 28 ottobre 2024, l’importo è pari a 0,0 centesimi di
euro/metro cubo; UI3, destinata alla copertura dei costi del bonus acqua, applicata a tutte le utenze diverse
centesimi di euro/metro cubo; UI4, destinata alla copertura dei costi di gestione del Fondo di garanzia per le
cubo dal 1 luglio 2023
Allegato 1
COMUNE ABETONE
Tipologia Utenza domestica residente tre componenti nucleo familiare
Tipo Tariffa Quota Variabile (Euro/mc) del servizio idrico integrato (A + F + D)
Agevolata (0-55 mc): euro 1,03
Base (56-135): euro 1,24
Eccedenza (oltre 135): euro 2,05
Quota fissa SII: euro 27,32
Totale SII: 150 mc euro 212,68
Totale SII: 182 mc euro 278,28
Alle tariffe sopra esposte si aggiungono le componenti perequative stabilite da ARERA, come maggiorazione
ai corrispettivi di acquedotto, di fognatura e di depurazione, e così composte: UI1, destinata alla copertura
delle agevolazioni tariffarie concesse a favore delle popolazioni colpite dagli eventi sismici, quantificata con
destinata per la promozione della qualità contrattuale dei servizi di acquedotto, fognatura e depurazione,
recupero efficienza, destinata ad alimentare il Conto per la promozione dell’innovazione nel servizio idrico
integrato istituito presso la Cassa per i servizi energetici e ambientali, come disposto dalla delibera
639/2023/R/idr del 28 dicembre 2023. Dal 01/01/2024, sulla base della delibera del Consiglio Direttivo
dell’Autorità Idrica Toscana n° n. 11/2024 del 28 ottobre 2024, l’importo è pari a 0,0 centesimi di
euro/metro cubo; UI3, destinata alla copertura dei costi del bonus acqua, applicata a tutte le utenze diverse
centesimi di euro/metro cubo; UI4, destinata alla copertura dei costi di gestione del Fondo di garanzia per le
cubo dal 1 luglio 2023.
Allegato 1
Conferenza Territoriale n. 2 Basso Valdarno
Province di Pisa – Pistoia – Firenze – Siena
Gestore del Servizio Idrico Integrato – Acque S.p.A.
Comuni di: Altopascio, Capannori, Montecarlo, Porcari, Villa Basilica, Buggiano, Lamporecchio, Larciano,
Marliana, Massa e Cozzile, Monsummano Terme, Montecatini – Terme, Pescia, Pieve a Nievole, Ponte
Buggianese, Uzzano, Chiesina Uzzanese, Capraia e Limite, Castelfiorentino, Cerreto Guidi, Certaldo, Empoli,
Fucecchio, Gambassi Terme, Montaione, Montelupo Fiorentino, Montespertoli, Vinci, Bientina, Buti, Calci,
Calcinaia, Capannoli, Cascina, Castelfranco di Sotto, Chianni, Fauglia, Lajatico, Montopoli in Valdarno,
Palaia, Peccioli, Pisa, Ponsacco, Pontedera, San Giuliano Terme, San Minato, Santa Croce Sull’Arno, Santa
Maria a Monte, Terricciola, Vecchiano, Vicopisano, Casciana Terme Lari, Crespina Lorenzana, Poggibonsi,
San Gimignano
ACQUE SPA
Acque S.p.A. si occupa della captazione, del trattamento e della distribuzione di acqua potabile nel
territorio del Basso Valdarno. L’acqua è prelevata da oltre 300 tra sorgenti o prese d’acqua superficiali e da
quasi 500 pozzi e la rete di distribuzione è costituita da quasi 6000 chilometri di tubazioni. In attuazione del
piano d’ambito, Acque S.p.A. è impegnata a realizzare nel settore acquedotto circa 295 milioni di euro di
investimenti finalizzati alla:
razionalizzazione del sistema di approvvigionamento, ricorrendo anche ad un maggior utilizzo delle
acque superficiali (attualmente inferiore al 5%), in modo da ridurre il fenomeno della subsidenza
presente nelle aree dei campi pozzi più sfruttati;
realizzazione di un adeguato sistema di connessioni idrauliche;
ammodernamento dei sistemi di distribuzione locale.
Salvo casi di forza maggiore o eventi straordinari, Acque S.p.A. è impegnata a fornire un servizio continuo e
regolare, ad avere cura delle falde e delle sorgenti, a ricercare nuove fonti di approvvigionamento e
tecnologie per la riduzione dei prelievi, a promuovere la cultura del risparmio e della
sostenibilità ambientale dei consumi idrici. La qualità dell’acqua viene monitorata e controllata dai
laboratori aziendali con oltre 20.000 campionamenti e analisi all’anno per determinare oltre 250.000
parametri, che si aggiungono ai controlli effettuati dalle AUSL. Le Tariffe provvisorie del Servizio Idrico
Integrato per l’anno 2024 predisposte dall’Autorità Idrica Toscana (AIT) ed approvate con
propria deliberazione del Consiglio Direttivo n°13 del 28/10/2024. Le stesse sono applicate da Acque ai
sensi di quanto previsto dall’Autorità di Regolazione per l’Energia Reti e Ambiente (ARERA) con
deliberazione n. 639/2023/R/IDR art. 8.2, lett. b, nelle more della definitiva approvazione da parte di
ARERA. A partire dal 2018, l’ARERA ha indicato i nuovi criteri tariffari da applicare agli utenti finali del
Servizio Idrico Integrato. In particolare, per gli utenti Domestici Residenti ha previsto l’introduzione della
Allegato 1
cosiddetta tariffa pro-capite che prevede l’applicazione di fasce di consumo con scaglioni in funzione
del numero dei componenti il nucleo familiare (CNF) che include una fascia di consumo agevolata (definita
anch’essa in funzione del numero dei componenti del nucleo familiare) che garantisce una tariffa ridotta
fino a 50 litri a persona al giorno (equivalente a 18,25 metri cubi annui a persona). Tutte le informazioni e
dettagli sono consultabili sulla pagina speciale sistema tariffario pro-capite. A partire dal 1/1/2022 la
gestione dell’intero servizio idrico integrato da parte di Acque è stata estesa a tutti i comuni dell’Ambito
Territoriale Ottimale n°2 Basso Valdarno, e quindi anche ai comuni di Montecatini Terme e Ponte
Buggianese, ai quali prima Acque erogava solamente i servizi di fognatura e depurazione. Le suddette tariffe
sono applicabili a tutti i comuni, compreso Montecatini Terme, ad eccezione di Ponte Buggianese per il
quale, con la deliberazione di Consiglio Direttivo n. 10 del 12/11/2021, è stata disposta la definizione di
un bacino tariffario specifico della durata di quattro anni per permettere la graduale convergenza verso la
struttura tariffaria generale.
Aggiornamento con theta MTI4 della struttura dei corrispettivi civili a valori 2024 – Acque S.p.A.
Domestico residente –
Tariffa 2024
3 CNF
Tipo tariffa
Scaglione
VARIABILE
56-135
Oltre 135
3,008751
tutti consumi
32,562788
12,524148
17,533807
FISSA
Conseguentemente per un consumo di mc 150
avremo un costo totale in termini di servizio idrico integrato di euro 556,57
Parimenti per un consumo di mc 182
avremo un costo totale in termini di servizio idrico integrato di euro 719,45
Allegato 1
Aggiornamento con theta MTI4 della struttura dei corrispettivi civili a valori 2024 – Ponte Buggianese Acque S.p.A.
Domestico residente –
Tariffa 2024
3 CNF
Tipo tariffa
Scaglione
VARIABILE
da 0 a 55
0,562162
0,698646
1,107569
da 56 – 135
1,124324
0,698646
1,107569
oltre 135
2,594921
0,698646
1,107569
tutti consumi
27,678370
10,645526
14,903736
FISSA
Conseguentemente per un consumo di mc 150 avremo un costo totale in termini di servizio idrico
integrato di euro 480,95.
Parimenti per un consumo di mc 182 avremo un costo totale in termini di servizio idrico integrato di euro
621,75
Conferenza Territoriale n. 3 Medio Valdarno
Province di Firenze, Prato, Pistoia, Arezzo
Gestore del Servizio Idrico Integrato – Publiacqua S.p.A.
Publiacqua S.p.A. è la società affidataria, dal 1° Gennaio 2002, della gestione del servizio idrico integrato
dall’Ambito Territoriale Ottimale n.3 Medio Valdarno, un territorio, asse portante della Toscana, che
interessa 4 province, Firenze, Prato, Pistoia e Arezzo.
le principali attività economiche della Toscana.
Publiacqua S.p.A. è stata costituita nel 2000 per iniziativa dei Comuni in cui la società esercita la propria
attività. Nel 2006, a conclusione di una gara ad evidenza pubblica, è stato individuato un partner privato,
Acque Blu Fiorentine S.p.A. composto da una serie di aziende pubbliche e private fra le quali Acea S.p.A.,
Ondeo Italia S.p.A., MPS S.p.A. che si è aggiudicato il 40% del capitale sociale.
Aree di Attività
Publiacqua si occupa della captazione, del trattamento, del convogliamento e della distribuzione di acqua
potabile.
Allegato 1
L’attività di Publiacqua interessa sia acque di falda sia acque superficiali. L’azienda gestisce un sistema
impiantistico complesso ed articolato, a cominciare dalle grandi strutture del capoluogo toscano (impianto
potabilizzazione
dell’Anconella
Mantignano).
In tutto il territorio gestito, oltre alla distribuzione di acqua potabile, la società cura il collettamento delle
acque reflue e la loro depurazione, avendo nell’impianto di San Colombano il punto d’eccellenza. La
gestione integrata del sistema depurativo da parte di un solo soggetto, in un territorio così vasto, è
prerequisito essenziale per il suo ammodernamento ed efficientamento anche al fine di ridurre il livello di
inquinamento delle acque fluviali della Regione.
I VALORI
Publiacqua S.p.A. fin dalla sua nascita lavora alla realizzazione di una moderna azienda al servizio dei
cittadini nel campo del servizio idrico integrato, dove opera attraverso la progettazione, la realizzazione e la
gestione di un efficiente ciclo produttivo caratterizzato da:
Fonti diversificate di approvvigionamento idrico con l’obiettivo della salvaguardia delle falde;
Impianti di potabilizzazione tecnologicamente avanzati fra i migliori in Europa come il
potabilizzatore dell’Anconella;
Impianti di depurazione delle acque reflue urbane ed industriali realizzati con l’ottica del riuso
della risorsa come il depuratore di San Colombano;
Reti di distribuzione dell’acqua potabile e di raccolta dell’acqua reflua a basso impatto ambientale
La missione di Publiacqua S.p.A. è quella di garantire la qualità e la continuità del servizio in tutto il
territorio servito a costi contenuti, anche in caso di emergenza e in caso di clima siccitoso, e assicurare la