
Nella Massoneria, si parla spesso di fratellanza, giustizia e rispetto delle regole. Ma cosa succede quando queste stesse regole sembrano piegarsi in modo arbitrario? È la domanda che emerge dal caso di Silverio Magno, ex membro del Grande Oriente d’Italia, che ha ricevuto dalla Corte Centrale una decisione a dir poco sorprendente.
Dopo aver presentato appello contro due sentenze del Tribunale Circoscrizionale della Calabria—che lo avevano condannato, una a una censura semplice e l’altra a una censura solenne—Magno si è visto ribaltare completamente la situazione.
La Corte Centrale: Tra nullità e sanzioni più gravi
La decisione della Corte Centrale si articola in due punti:
- Dichiara nulle le sentenze di primo grado, poiché i giudici delle logge di Sicilia e Calabria non avrebbero rispettato i termini previsti dal regolamento. Un errore procedurale, dunque, che avrebbe dovuto comportare la revisione dei procedimenti e magari un nuovo giudizio.
- Espelle Silverio Magno dall’Ordine, inasprendo la sanzione rispetto a quanto era stato stabilito inizialmente. Un provvedimento adottato, a quanto pare, senza particolari motivazioni e, nel caso di una delle due condanne, senza che la possibilità di espulsione fosse mai stata messa in discussione prima.
Dove sono i principi massonici?
Una decisione, quella della Corte Centrale, che lascia spazio a più di un dubbio. Se le sentenze di primo grado erano nulle, perché non si è ripartiti da zero con un nuovo processo regolare? Perché si è deciso di inasprire la pena, senza rispettare il principio secondo cui l’appello non può peggiorare la condizione dell’imputato (reformatio in peius)?
Domande che rimangono senza risposta, mentre Silverio Magno annuncia la sua volontà di denunciare pubblicamente lo stato attuale della Massoneria e di intraprendere tutte le azioni necessarie per tutelare i principi che ritiene siano stati calpestati.
Un messaggio chiaro: La fine di un percorso, ma non del viaggio
Nel suo comunicato, Magno non si limita ad accettare passivamente la decisione. Al contrario, la considera l’inizio di un cambiamento e promette di portare avanti la sua battaglia al di fuori dell’Ordine.
Con una chiusura carica di significato, fa riferimento a una lama dei Tarocchi, spiegando che solo gli ignoranti e gli stupidi potrebbero collegarla negativamente alla sua attuale situazione.
La Massoneria di oggi: Istituzione di giustizia o tribunale politico?
Il caso Silverio Magno apre una riflessione più ampia sul funzionamento interno del Grande Oriente d’Italia e sulla reale imparzialità della sua giustizia interna. Il concetto di fratellanza è ancora il pilastro di questa organizzazione o si è trasformato in un sistema chiuso, in cui le decisioni servono a eliminare le voci scomode?
Per ora, una cosa è certa: Silverio Magno non resterà in silenzio.