A chi voleva fare una vita spericolata e c’è riuscito facendo l’avvocato. Vasco ci capirà. Voglio una vita spericolata,
tra fascicoli e udienze, da avvocato, fatto così.
Voglio una vita,
dove Cassa Forense non ti frega e stanga,
invece di far pagare e non dar niente indietro, sì.
Voglio una vita dove è sempre tardi,
un po’ Perry Mason un po’ John Grisham
ma anche Steve McQueen.
Voglio una vita tra cause, scadenze,
ma un lavoro che è anche libertà.
Voglio una vita,
dove che siano miei o di altri,
è sempre piena di guai.
E poi ci troveremo come avvostar,
tra whisky e caffè in un Tribunal Bar.
O forse non ci troveremo mai,
tra appuntamenti saltati e noiosi,
o a rincorrere clienti morosi…
Ognuno con la sua toga, e tutti un po’ diversi,
ma con gli stessi sogni che non lasciamo mai.
Ognuno in fondo perso,
ognuno con la terza PEC appesa,
in mezzo ai fascicoli suoi.
Voglio una vita, che è tutta diversa,
da quella delle serie tv e dei film,
Voglio una vita esagerata,
nelle parcelle e non nel PCT.
Voglio una vita, di clienti che ascoltano me
e non portano da Google o dal cognato un inutile refrain.
E poi ci troveremo come Avvostar,
in pausa pranzo carbonara
o per un caffè al bar.
O forse non ci troveremo qua,
a fuggire da clienti che chiedono novità.
Ma sempre restiamo Avvostar
aspettando una vera riforma che mai verrà.
Ognuno con la toga nel cuore,
e il dubbio di un termine perso,
ma con lo sguardo diretto
in fronte a chi non conosce il rispetto
dei diritti altrui.