
(AGENPARL) – lun 27 gennaio 2025 COMUNE DI SAN GIOVANNI VALDARNO
Provincia di Arezzo
Giorno della Memoria e 80esimo anniversario della liberazione di
Auschwitz: San Giovanni si prepara ad accogliere Oleg Mandi?
Fra le tante iniziative organizzate nella città del Marzocco in occasione della
ricorrenza del 27 gennaio, giovedì 30 alle 17,30 alla Pieve di San Giovanni Battista si
terrà l’incontro con Oleg Mandi? e la presentazione del libro di Filippo Boni che
racconta la storia vera dell’ultimo bambino salvato dai lager nazisti
In occasione delle celebrazioni del giorno della Memoria, il Comune di San Giovanni Valdarno ha
organizzato, in collaborazione con enti e associazioni del territorio, un ricco cartellone di iniziative
con l’obiettivo di riflettere su quanto è accaduto al popolo ebraico, alle minoranze e ai deportati
militari e politici italiani nei campi nazi-fascisti. L’intento è quello di conservare la memoria di un
tragico e oscuro periodo della storia, affinché simili eventi non possano più accadere.
Dopo l’appuntamento del 23 gennaio a Palomar con “Il gioco di Uri”, una narrazione teatrale per
bambini dai 7 agli 11 anni e famiglie, a cura di Chiara Cappelli e Angelo Castaldo, questa sera,
lunedì 27 gennaio alle 21,15 al cinema teatro Masaccio, andrà in scena con lo spettacolo “Stuck
75190, pezzi inutili”, liberamente ispirato al libro “Fino a quando la mia stella brillerà” di Liliana
Segre. Una produzione dell’associazione culturale Paro Paro a cura del gruppo Amentia Teatro con
la regia di Henrj Bartolini e il patrocinio del comune. Mercoledì 29 gennaio alle 21,30 al circolo Arci
Marzocco, casa del popolo sarà invece proiettato il film Schindler’s list di Steven Spielberg.
L’evento, organizzato dal Circolo Arci con il patrocinio del Comune di San Giovanni Valdarno,
rappresenta un’opportunità unica per rivivere uno dei capolavori del cinema contemporaneo che
racconta la drammatica vicenda di Oskar Schindler e dei suoi tentativi di salvare gli ebrei durante
l’Olocausto.
Infine evento speciale giovedì 30 gennaio alle 17,30, alla Pieve di San Giovanni Battista, con la
partecipazione di Oleg Mandi?, l’ultimo bambino sopravvissuto ad Auschwitz. Durante l’incontro,
Oleg condividerà la sua straordinaria testimonianza di vita e il pubblico avrà l’opportunità di
ascoltarlo raccontare la sua storia, emblema della sofferenza e della resilienza di chi ha vissuto
l’orrore dei lager nazisti. L’evento vedrà anche la presentazione del libro “Mi chiamo Oleg. Sono
sopravvissuto ad Auschwitz. La vera storia dell’ultimo bambino salvato dai lager nazisti”, scritto da
Filippo Boni insieme a Oleg Mandi?, edito da Newton Compton Editori. Un racconto potente e
commovente che porta alla luce le esperienze di un giovane sopravvissuto e le cicatrici indelebili
lasciate dalla Shoah.
“Siamo profondamente onorati – hanno dichiarato il sindaco Valentina Vadi e l’assessore alla
cultura Fabio Franchi – di poter accogliere a San Giovanni Valdarno Oleg Mandi?, l’ultimo bambino
ad uscire vivo dal campo di concentramento di Auschwitz. Siamo grati a Filippo Boni, non solo per
aver raccolto e raccontato la straordinaria e dolorosa testimonianza di Oleg, ma anche per aver
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reso possibile questo momento di memoria. La forza della testimonianza diretta è qualcosa che ci
tocca in modo unico e che ci permette di mantenere viva la consapevolezza di una tragedia che ha
segnato la storia. In un mondo segnato da violenza, odio, guerre, e razzismo, è più che mai
necessario ricordare e riflettere su ciò che è stato. Come ammoniva Primo Levi: ‘Meditate che
questo è stato: vi comando queste parole'”.
Ha undici anni Oleg Mandi?, quando l’Armata Rossa entra ad Auschwitz per liberare gli ultimi
sopravvissuti. Nato a Sušac, attuale Croazia, nel 1944 viene arrestato con la madre e la nonna e
deportato. Non è ebreo ma prigioniero politico, perché suo padre e suo nonno, dopo
l’occupazione, si sono uniti ai partigiani. Ad Auschwitz sperimenta e sopporta l’inimmaginabile: la
fame, i lavori forzati, i continui soprusi delle SS; finisce anche nel famigerato reparto del dottor
Mengele, da cui i bambini spariscono senza che nessuno ne sappia più nulla. La morte, nel campo,
è ovunque: c’è chi la cerca per disperazione gettandosi contro il recinto elettrificato e chi, appena
sceso dal treno, già finisce per trasformarsi in fumo e uscire dai crematori. Oleg, invece, si salva.
Per caso, per fortuna, forse per destino. Per anni tiene sotto chiave i ricordi, incapace di descrivere
ciò che ha vissuto. Ma quando riaffiorano, insieme a loro arriva il bisogno di tornare, di rivedere
quei luoghi, darne testimonianza e rispondere al richiamo di una misteriosa lettera… “Alle mie
spalle si chiuse il cancello di Auschwitz e si abbassò la sbarra con sopra la storica frase: Arbeit
macht frei. Sono stato l’ultimo prigioniero a uscirne vivo”.
Un memoir sconvolgente, una storia lunga 80 anni. Sopravvissuto alle atrocità del lager e agli
orrori del dottor Mengele, a 11 anni Oleg è uscito da Auschwitz. E da allora ci è tornato molte
volte: per non dimenticare e per ritrovare un amico perduto.
“Ho scritto questo libro per Oleg Mandi? – le parole di Filippo Boni – l’ultimo bambino uscito vivo
da Auschwitz, per i suoi occhi azzurri, per la sua esistenza straordinaria, per come ama sua moglie:
per il modo in cui riesce ancora e guardare il mare dalla terrazza del suo studio, a novantun anni
compiuti, nonostante tutto. Ho scritto questo libro perché il bambino che lui fu siamo tutti noi. Ho
scritto questo libro per parlarti della grandezza di tutte le madri della terra, nei cui grembo si
genera la speranza. Già. È soprattutto di speranza che dovrebbe esser fatto, il futuro. Ho scritto
questo libro perché è il più grande inno all’amore e alla pace che potessi mai scrivere per mia
figlia”.