(AGENPARL) – ven 24 gennaio 2025 INFORMAZIONE ISTITUZIONALE
E OPEN GOVERNMENT
Ufficio Stampa
24/1/2025
PRESENTATA AL MUSEO DE HENRIQUEZ LA MOSTRA DIFFUSA “ATTRAVERSAMENTI” DELL’ARTISTA GIANNI TURIN INAUGURATA NEL POMERIGGIO DI OGGI, VENERDÌ 24 GENNAIO 2025
Oggi (venerdì 24 gennaio 2025) al Civico Museo della Guerra per la Pace “Diego de
Henriquez” si è tenuta la presentazione con vernice per la stampa della mostra diffusa “AttraversaMenti”, realizzata dal Centro Studi Arte Archeologia Ambiente onlus
della provincia di Padova in coorganizzazione con il Comune di Trieste, che prevede
la collocazione di opere dell’artista veneto Gianni Turin in luoghi simbolo della città
di Trieste.
Sono intervenuti il Responsabile dei Musei Storici, Stefano Bianchi e la Conservatrice
del Museo Diego de Henriquez, Antonella Cosenzi assieme all’artista e al curatore
del progetto, Sandro Gazzola.
E’ seguita nel pomeriggio l’inaugurazione per il pubblico, con presentazione e visita
guidata a cura di Gianni Turin.
Il Responsabile dei Musei Storici, Stefano Bianchi, portando il saluto dell’Assessore
alle Politiche della Cultura e del Turismo, Giorgio Rossi, si è soffermato sul significato
dell’inaugurare questa mostra presso il Civico museo de Henriquez. “Un museo – ha
affermato Bianchi – che già nella sua intitolazione presenta la propria missione, che si
sposa molto bene con questo progetto consistente in un’esposizione diffusa che si
distribuisce in diversi luoghi simbolo della città di Trieste”. Bianchi ha ribadito infine il
“collegamento molto stretto esistente tra la fisionomia e la funzione del museo e i
contenuti del progetto”.
“Diego de Henriquez – ha ricordato la Conservatrice del museo a lui intitolato, Antonella Cosenzi – nell’arco della vita ha raccolto materiale bellico maturando una convinzione: mostrare la guerra per educare alla pace. Quando ci è stata proposta questa mostra ho pensato di mettermi nei suoi panni e pensare cosa avrebbe detto lui di
questa esposizione e credo che l’avrebbe accolta con entusiasmo. Queste opere infatti sono memoria di un passato tragico: un passato di guerre che ci fanno riflettere
anche sugli eventi tragici dei nostri giorni. Un messaggio che de Henriquez avrebbe
certamente fatto proprio, così come avrebbe fatto suo quello di poter dialogare con
altre realtà contemporanee della nostra città, aprendo un dialogo di pace e di fratellanza. Ecco perché sono convinta – ha concluso – che il museo de Henriquez sia uno
dei luoghi più appropriati dove esporre le opere di Turin”.
L’artista Gianni Turin ha rammentato la genesi di un percorso iniziato nel 2012 sul
tema della memoria e del sacrificio, che porta avanti mettendo “in primo piano lo
spazio, il tempo e la memoria”. “Ho notato – ha dichiarato – che le opere, anche
quelle che sto esponendo già da più anni, in base al luogo acquistano un valore altro
e quindi l’opera vive anche del contesto in cui viene inserita”. “Di Trieste – ha aggiunto – mi ha colpito molto l’aspetto interreligioso e quindi ho voluto creare una
sorta di mostra ecumenica, così da cercare attraverso l’arte – un mezzo espressivo
che può arrivare a tutti – di creare anche un dialogo ed è molto bello che quasi la totalità delle confessioni presenti a Trieste abbia aderito. Ho trovato poi bellissimo il
messaggio di de Henriquez, che ha raccolto questi armamenti proponendoli però
come un messaggio di pace. Proprio come nel messaggio di de Henriquez, anche il
mio lavoro propone una riflessione sui temi della guerra e del sacrificio dell’uomo
perché ci sia un riscatto verso la pace”.
Il curatore, Sandro Gazzola è entrato quindi nel dettaglio del progetto, “la cui idea di
base – ha detto – consiste nel riuscire a creare una comunicazione tra il mondo laico e
quello religioso” e ha rimarcato il fatto che “a Trieste per la prima volta partecipano
le tre grandi religioni, mettendo a disposizione anche i loro spazi”.
Gianni Turin apre il proprio progetto artistico a Trieste, essendo città di confine e
ricca di culture.
Il progetto diffuso nella città intende collocare le opere dell’artista in 9 luoghi simbolo del mondo laico, storico e religioso, per creare un filo conduttore che induca le
varie sedi a dialogare. Per la prima volta, partecipano le tre grandi religioni (ebraica,
cristiana, islamica).
L’artista, per molti anni professore all’Accademia di Belle Arti di Bologna in Discipline
pittoriche (da 2 anni in pensione), dal 2012 parte con un progetto artistico, consistente in un percorso di comunione fra il mondo laico e il mondo religioso, includendo la storia socio-economica del secolo passato, il XX, e l’attuale.
Nel passato, il progetto ha trovato ospitalità a Bologna in una prima forma embrionale nel 2012, a Bassano del Grappa nel 2016, a Bologna nel 2017, a Venezia nel 2019
e, dopo un periodo di sosta causato dai prolungamenti della pandemia, nel 2025 a
Trieste.
Le opere di Gianni Turin si presentano come complessi assemblage costituiti da tele
dipinte ad olio fuse a elementi di carattere fisico e scultoreo, come il simbolo dell’artista, la “testa non orante”, o oggetti di recupero destinati a nuove identità, come una
traversina dei binari della ferrovia riproposta come braccio della croce cristiana, oppure come i fili di un vigneto antico divenuti segno indelebile della memoria della Resistenza del ’44.
I lavori (opere mobili o site specific) dialogano con le sedi espositive e gli elementi
conservati, con il fine di creare un concerto a più voci che evochi ciò che è stato, per
far sì che la memoria sia utile all’emancipazione umana fondata sull’amore del dialogo e non sulla violenza.
Diverse opere giungono da spazi autorevoli e significativi: Museo Civico di Bassano
del Grappa, Museo degli Eremitani di Padova, Museo di San Lazzaro degli Armeni di
Venezia, Santuario di Santa Lucia di Venezia, Biblioteca Civica di Bagnoli di Sopra e
Complesso Monumentale di San Paolo di Monselice.
La mostra, coorganizzata con il Comune di Trieste, si svolge in collaborazione con
Biblioteca Nazionale Stelio Crise, Diocesi di Trieste, Comunità Luterana Valdese, Museo della Comunità Ebraica Carlo e Vera Wagner e Associazione Culturale Islamica di
Trieste.
La mostra rimarrà aperta fino a domenica 27 aprile 2025 e sarà accessibile con il titolo d’ingresso al Museo.
LE SEDI ESPOSITIVE
• Biblioteca Statale Stelio Crise
• Museo della Guerra per la Pace “Diego de Henriquez” (Comune di Trieste)
• Foiba di Basovizza – Centro di documentazione (Comune di Trieste)
• Museo della Comunità Ebraica di Trieste Carlo e Vera Wagner di Trieste
• Cattedrale di S. Giusto Martire (Diocesi di Trieste)
• Chiesa Sant’Antonio Taumaturgo (Diocesi di Trieste)
• Casa Vicco sede della Curia Vescovile (Diocesi di Trieste)
• Chiesa Luterana di Largo Panfili (Comunità Luterana Valdese Centro Studi Albert
Schweitzer)
• Associazione Culturale Islamica di Trieste e della Venezia Giulia
LO SPAZIO UNIVERSALE PER LA CULTURA
Biblioteca Statale Stelio Crise – Palazzo Brambilla Morpurgo
La Biblioteca è il luogo iniziale del percorso (lo spazio verrà inaugurato il 21 febbraio
alle ore 16.00 con presentazione del catalogo) e rappresenta lo spazio della memoria
di ogni cultura e storia universale, come luogo della convivenza di ogni morale senza
pregiudizio, ma solo dedito al valore della conoscenza.
L’artista espone 6 opere nelle sale di lettura e studio e una serie di opere storiche
nelle 4 sale espositive e un’opera nello Studio Stelio Crise collocato a fine percorso.
I temi affrontati sono i 3 periodi storici che hanno dato origine alla ricerca pittorica di
Gianni Turin: Anni di Piombo, Silenzi, Energie, collocabili a cavallo fra gli anni ‘70 e
’80. Tema profondamente legato alla Biblioteca è la collocazione dell’opera Smarrimento, nel ’17 collocata nello Studio di Giosuè Carducci nella Casa-Museo di Bologna,
collocata in questi mesi nello Studio Stelio Crise, in dialogo con il manoscritto Miramar facente parte dell’opera poetica Odi Barbare.
LUOGHI DELLA STORIA
Museo della Guerra per la Pace “Diego de Henriquez”
Nel Museo de Henriquez (inaugurazione oggi, venerdì 24 gennaio alle ore 16.00) Turin affronta il tema della tragedia della guerra e le sue opere, così come il museo, desiderano rendere indelebile la memoria per far sì che i disastri non si ripetano.
Alcune opere sono state installate sui mezzi esposti, altre collocate nelle sale per
esposizioni temporanee del museo.
I temi sono relativi alla grande Guerra, alla Guerra di Resistenza e all’Olocausto, per
proseguire lungo i secoli XX e XXI con opere dedicate a problematiche recenti come
gli ostaggi giustiziati dall’Isis e l’ancora più attuali lavori per l’Ucraina e il conflitto di
Gaza. Le tecniche applicate sono pittura ad acrilico, a olio, ad affresco e tecniche scultoree new dada con applicazioni pittoriche e parti modellate con stucchi cerosi.
Foiba di Basovizza – Centro di documentazione
(inaugurazione il 22 febbraio alle ore 10.30)
La Foiba rappresenta il luogo fisico preservato, dove la violenza è stata compiuta. Le
opere di Turin, collocate presso l’annesso Centro di Documentazione, riflettono in
merito ai significati della vita e al suo valore collocato fra vita terrena e spirituale,
tema da sempre misterico per l’essere umano, al quale si legano i credi delle religioni. Essendo tema fortemente dibattuto nell’Umanesimo come dissidio petrarchesco, in Turin diventa un autentico “abisso”, come espresso nel lavoro Tunnel collocato all’entrata.
LE CONFESSIONI RELIGIOSE
Museo della Comunità Ebraica di Trieste Carlo e Vera Wagner
(apertura prevista dal 22 febbraio)
La Comunità Ebraica è l’identità più antica e la sua realtà museale rappresenta il legame di questo popolo con la memoria, come elemento necessario per migliorare sé
stessi e il mondo.
Questi aspetti sono fondamentali per il lavoro di Turin, che negli spazi del Museo si
pone alla ricerca delle origini comuni a tutte le confessioni partecipanti, sentite
dall’artista come principio di un dialogo comune.
Essendo l’ebraismo l’inizio, Turin propone il tema della Genesi, secondo la tradizione
del Sefer Torah.
Cattedrale di S. Giusto Martire
Il Cristianesimo nasce nella Storia romana e la Cattedrale rappresenta l’origine della
confessione così come la sua stessa storia legata ai numerosi rifacimenti con elementi di spoliazione.
L’artista colloca opere che esaltano uno dei valori primordiali del Cristianesimo: la
speranza, legata al significato della vita come esodo e destino, percepiti dall’uomo
come concetti misterici, attorno ai quali si cela il fascino dell’esistenza. I temi trattati
sono la Croce, i simboli di Α Ω e la struttura della “porta” come segno di passaggio e
apertura.
Le opere di San Giusto saranno inserite nel Giubileo degli Artisti che verrà inaugurato il 4 febbraio alle 18.30.
Chiesa di Sant’Antonio Taumaturgo
A Sant’Antonio, Turin espone il miracolo delle vite salvate nelle drammatiche strade
del mare, nel quale il continuo esodo sta narrando il grande cambiamento socio-politico, che si sta evolvendo in questi decenni. Il tema fortemente dibattuto nelle classi
politiche e nei mezzi di comunicazione, rimane un tema ancora privo di soluzioni. Turin solleva la condizione drammatica dei naufragi con due opere simboliche, fra cui
una immersiva, che rende lo spettatore “benestante” presente nel dramma della vita
del mondo costretto alla disperazione. Le installazioni chiudono con la riflessione legata ai flussi dell’esistenza, compreso il passaggio fra vita corporale e vita spirituale.
Casa Vicco sede della Curia Vescovile
(apertura prevista dal 22 febbraio)
La sede della Curia Vescovile rappresenta, dopo San Giusto e Sant’Antonio, il luogo
dell’accoglienza, interpretato dall’artista come ventre materno, come luogo sicuro e
accogliente.
L’opera esposta, giunta dall’Isola di San Lazzaro degli Armeni di Venezia, in origine è
stata concepita in memoria degli esodi degli Armeni e ora si presenta come lavoro
simbolo in onore di un’accoglienza universale.
Chiesa Luterana di Largo Panfili
Luterani, Valdesi, Metodisti, fra i più giovani delle confessioni cristiane partecipanti al
progetto, legano al lavoro di Turin il tema della rivoluzione interiore, nel senso del
grande cambiamento che l’essere umano raggiunge nella propria vita. La rinascita
avviene anche nella dimensione temporale e le opere presentate guardano alla fase
di passaggio fra vita e morte, nel senso reale e simbolico del termine, percepito come
spazio di rinnovamento.
Associazione Culturale Islamica di Trieste
(apertura prevista dal 22 febbraio)
La confessione islamica collabora per la prima volta in questo grande progetto, completandolo e riconducendo l’artista a una visione diversa dell’arte, priva di figure animate e prevalentemente simboliche. Turin recupera i numeri, forse il legame più
forte nel DNA comune con la cultura occidentale.
L’Associazione Culturale Islamica compie un lavoro di mediazione importante nella
realtà triestina, così come intende essere l’opera dell’artista nel recupero della tradizione e nell’azione di dialogo fra le differenze.
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